Delos 27: Pensiero Stocastico Pensiero Stocastico
ogni tanto non guasta
o invece sì
Secondo Robert Sheckley, per troppo tempo ormai Roberto Quaglia non è stato famoso. Secondo Ugo Malaguti, è un genio. Roberto Quaglia, ovvero il rappresentante della fantascienza del nostro Paese più famoso all'estero e più sconosciuto in Italia, continua a fare tante domande e a rifiutare tutte le risposte.
La fantascienza, quando è buona, tende ad occuparsi di Tutto. La fantascienza, quando è cattiva, prende a pretesto il Tutto per occuparsi di Poco. Raramente, però, si occupa in modo convincente del Nulla. Il Nulla è una categoria difficile, ancor più del Tutto. Sia il Tutto che il Nulla, infatti, sono assai difficili da definire, e interamente impossibile a comprendersi. Chi mai può davvero asserire di comprendere Tutto? E chi mai oserà annunciare di sapere cosa sia il Nulla? Tuttavia, il Tutto necessariamente esiste, mentre il Nulla è per forza inesistente. Il che pone un interrogativo fastidioso: come si fa a poter dire qualcosa di ciò che per definizione non esiste?Parlare del Nulla è dunque l'azione intellettualmente più assurda che si possa compiere, pur non essendo la più stupida. I significati degenerano solo là dove ce ne sono. Un discorso può perdere senso solo se in principio ne aveva. La quintessenza dell'assenza di senso è la banalità estrema. Una banalità, però, pur nella sua assenza di senso, significa sempre qualcosa. E ciò non è bello, anche se è pratico. L'assurdità ha invece una più vasta gamma di significati, talvolta confusi, talvolta degeneri. Una gamma di significati inarrivabili per uno sciocco, la cui mente è tarata per le banalità. L'Assurdo, per uno sciocco, non è affatto assurdo: è solo noioso. Così come la buona musica classica, per un discotecario, anziché fonte di sublime contemplazione è soprattutto un sonnifero.
Come ogni arguto avrà già intuito, qui stiamo a parlare del Nulla tanto per non far qualcosa e non dire nulla, cosa di cui non siamo capaci e ciò che leggete sono di ciò i miseri avanzi.
Il Nulla è comunemente avvertito come una qualità del Tutto quando il Tutto non c'è. C'è del Nulla da qualche parte dove ci si accorge che manca qualcosa. Sebbene in tali casi il Nulla ci sia, in realtà è qualcos'altro che non c'è dove ci si sarebbe aspettati che ci fosse. Il Nulla, di per sé, non c'è neppure dove c'è davvero. Si parla tanto del Nulla, ma si intende sempre qualcos'altro.
Tutto questo parlare del Nulla nel tentativo impossibile di non dire nulla. Comunque ci stiamo andando vicino.
Parlando di fantascienza e volendo nel contempo parlare di Nulla, si accende di tutta la propria luminescente inconsistenza l'annoso non-argomento degli UFO. Il pseudo-tema degli UFO è quanto più si avvicini al Nulla pur avendo virtualmente a che fare con la fantascienza.
Calpestano il mondo infatti dei bipedi, tecnicamente d'aspetto umano, che credono negli UFO. Altri bipedi nel mondo, più plausibilmente credono nella Madonna. Ognuno crede un po' a ciò che gli viene bene credere. C'è addirittura qualche bipede che crede nella Giustizia, ma qui è evidente che le allucinazioni dominano, e contro tale aberrante fenotipo nulla possono neppure i migliori neurologi.
C'è allora chi crede negli UFO, senza naturalmente sapere cosa essi siano. Non sapere cosa sia ciò in cui si crede è il fondamento che garantisce la massima stabilità a qualsiasi fede. Provate a chiedere a chi creda nella Madonna cosa sia la Madonna. Sempre più divertente, chiedete a chi creda nell'esistenza del Paradiso cosa sia il Paradiso. Scoprirete che milioni di persone si dicono contente di sapere che dopo morti andranno a finire in un posto che essi non sanno come sia. C'è forse ancora qualcuno che crede a un Paradiso formato giardino, con lunghe file di alberi di mele, qualche ruscelletto di acqua cristallina, rare mucche, buoi e asinelli qua e là, niente zanzare e naturalmente Dio, onnipresente, ma nascosto lì come nascosto qui per non disturbare o inquietare. I Veri Credenti nel Paradiso, però, non sanno per nulla come il Paradiso sia, né naturalmente a che cosa serva (ma questo è un altro discorso), né peraltro lo vogliono sapere. Uno spasso più raffinato si ha nel chiedere a chi creda nella Giustizia cosa mai la Giustizia sia - e ad ascoltare le dissennate incoerenze a riguardo che su richiesta o meno ci vengono dette.
Ma torniamo a parlare dei poveretti che fra tutte le cose al mondo nelle quali si può credere, hanno scelto di credere agli UFO. Agli animi più nobili il mondo offre infatti inganni più intriganti: credere nell'Amore è un'illusione più profonda, complessa e interessante; pochi però hanno la forza d'animo di covare e alimentare tale credenza per l'intera propria vita. Credere nella scienza è un altro bello sballo. Peccato che i mistici che in essa credano siano alla lunga in genere più insolenti e fastidiosi di altre categorie di credenti. Credere nella Comunicazione non è ben chiaro cosa significhi, ma se non altro permette di passare bene il tempo.
Dicevo, torniamo a parlare dei poveretti che fra tutte le cose al mondo nelle quali si può credere, hanno scelto di credere agli UFO. Non è che ci sia molto da dire. Infatti, chi mai si mette a parlare di questa gente? Quanto più ci sarebbe da dire di coloro che credono nella Bellezza, nell'Amore, nella Comunicazione...! Non che a parlare di una certa cosa possa in definitiva avere molto più senso che parlare di qualcos'altro. Impera l'illusione che le discussioni di politica abbiano più senso delle discussioni calcistiche, quando da un serio paragone scientifico fra i discorsi che si fanno in un campo e nell'altro si evince che la pappa è esattamente la stessa. Cambiano i tormentoni, ma la struttura della liturgia è perfettamente identica. Nubi di parole vane aventi l'unico scopo di certificare un in realtà inspiegabile disaccordo fra le stolide parti in causa.
Torniamo ora però a parlare dei poveretti che credono agli UFO, ovvero, in Italiano, gli OVNI (Oggetti Volanti Non Identificati). Perché nessuno degli ufologi italiani parla degli OVNI? Perché gli italiani che credono negli OVNI credono anche che gli OVNI siano anglofoni? La lingua inglese effettivamente si è rapidamente propagata in tutto il mondo, e gli unici due paesi dove nessuno ancora la riesce a pronunciare correttamente sono la Gran Bretagna e gli Stati Uniti. Un italiano e un cinese che dialoghino in inglese si comprendono infatti perfettamente, così come un tedesco e un birmano, un brasiliano e un olandese, un serbo e un danese, un rumeno e un lituano, eccetera eccetera. L'inglese effettivamente permette la mutua comunicazione fra tutti i popoli del mondo, inglesi ed americani esclusi. Chi mai nel mondo comprende infatti quell'inintelligibile pronuncia della lingua inglese che solo i britannici hanno e ostentano? E chi mai ci capisce qualcosa da quel groviglio di suoni impastati che è la pronuncia americana dell'inglese? Imparare la lingua "britannica" e quella "americana" è cosa assai diversa dall'imparare "l'inglese", vera lingua ufficiale del mondo. Tranne che la Gran Bretagna gli Stati Uniti, tutto il mondo è ormai anglofono.
Torniamo però a parlare dei poveretti che credono agli UFO. Anche se più nazionalisticamente dovrebbero credere agli OVNI, gli italiani che credono agli UFO credono agli UFO e non agli OVNI. Coloro che vogliono esibire tutta la loro erudizione possono al limite giungere a credere agli U.F.O. anziché agli UFO, ma non agli OVNI, né tanto meno agli O.V.N.I. Al di là della sigla in cui credono, non è chiaro in cosa credano coloro che credono agli UFO. L'espressione UFO (Oggetti Volanti Non Identificati) contiene in sé essenzialmente il concetto che non si sa di cosa si stia parlando. Diversamente, discuteremmo di IFO o di OVI (Identified Flying Objects= Oggetti Volanti Identificati) Come già accennato, proprio per il fatto che nessuno sa cosa sia un UFO, è così facile e assurdo credere in esso, analogamente a come viene elementarmente spontaneo credere nel Paradiso o nella Giustizia. Se proprio si deve credere in qualcosa che non esiste, tanto vale scegliersi ad esempio la matematica. E' chiaro anche a un bambino che la matematica non esiste. E' un purissimo prodotto immaginario dell'Uomo, anche più del Paradiso, della Giustizia e degli UFO. Il Paradiso, pur non esistendo, è infatti pur sempre la raffigurazione di un bel posticino dove ci piacerebbe riposarci un bel giorno, cioè un luogo concreto e campestre. La Giustizia, già più inesistente del Paradiso, è tuttavia il riassunto del desiderio di ciascuno di noi che gli eventi obbediscano a quei criteri che ci piacciono in virtù della convenienza che essi hanno per noi (anche se gli ipocriti amano cullarsi nella pietosa menzogna autodiretta che suddetta convenienza sia "generale"). La matematica, invece, non esiste del tutto. E' un prodotto realmente immaginario. Forte della propria non-esistenza, essa può concedersi il vezzo dell'utilità, dell'affidabilità e della perfezione, qualità che mal s'addicono a qualsiasi cosa che realmente esista. Pur non esistendo, la matematica sortisce effetti costanti per l'uso che di essa fanno coloro che in essa credano. In pratica, un miracolo che si rinnova sempre. O meglio, un'interminabile serie di miracoli sui quali è misteriosamente utile fare affidamento. Fra le varie credenze ci cui ci si può riempire la testa, la fede nella matematica ha probabilmente i requisiti della miglior dignità.
Ma noi volevamo parlare dei poveretti che credono agli UFO, anche perché è necessario fugare l'infame illazione che la fantascienza abbia a che fare con gli UFO, una bestemmia che ricorrentemente compare sulle labbra di chi poco sappia degli UFO e ancor di meno della fantascienza. La fantascienza ha a che fare con gli UFO un po' meno di quanto abbia a che fare con la Madonna, il Paradiso e la Giustizia. Sappiamo che tutto nell'Universo è interconnesso, e quindi Tutto ha a che fare con tutto. Tuttavia, nonostante alcune vaghe apparenze che ingannano i miopi, la parentela fra UFO e fantascienza non è maggiore di quella che apparenta scimmie ed esseri umani. Il guaio della confusione mistificatrice l'hanno creato le orribili rappresentazioni della più deteriore fantascienza immaginabile contenute nella miriade di pessimi sceneggiati televisivi di "fantascienza" che negli anni e nei decenni hanno ingorgato di insensate banalità ciò che avanza delle menti di milioni di teledipendenti. La fantascienza è in primo luogo letteratura. Credere di sapere cosa la Fantascienza sia per il solo fatto di essersi visti qualche film o telefilm e senza essersi mai letto qualche buon libro della stessa è come credere di conoscere il mondo della finanza per il solo fatto di essersi lette tutte le storie a fumetti di Zio Paperone e Rockerduck.
Ma noi qui si voleva parlare dei poveretti che credono agli UFO, e cosa c'entra la fantascienza con costoro? Il campo di maggior pertinenza al pseudo-argomento degli UFO inesistenti è quello della neurologia. L'essere cosiddetto umano, nelle sue incarnazioni di minor pregio, è nei secoli e nei millenni contraddistinto dalla propensione a subire quasi incessantemente allucinazioni eclatanti. Ai tempi dei tempi tale moda non risparmiava nessuno, e il mostruoso novero di allucinazioni che gli umani normalmente subivano è testimoniato da tutta la letteratura che dall'antichità ci giunge. Dall'Iliade alla Bibbia, secondo il punto di vista di ognuno dei personaggi di codesti celeberrimi libri è perfettamente normale che tutti gli esseri umani siano costantemente oggetto di allucinazioni - le quali ovviamente non sono mai riconosciute in quanto tali (altrimenti che allucinazioni sarebbero?) Ebbene, e allora come ci si può stupire che oggi affiorino ovunque commoventi mentecatti che in perfetta buona fede raccontino di essere stati rapiti da una banda di extraterrestri per poi essere portati a spasso in un bel disco volante? Il principale errore che commette chi non sia solito subire allucinazioni rilevanti è quello di credere che non vi siano in giro un mucchio di individui che invece siano frequentemente soggetti a situazioni pesantemente allucinatorie.
Si voleva parlare dei poveretti che credono agli UFO e finalmente ce l'abbiamo quasi fatta, naturalmente senza dire praticamente nulla anche perché nulla c'è da dire di una categoria di bipedi che contribuisce sostanzialmente al Nulla imperante, aggiungendo di suo il vizio di sputtanare agli occhi di altri sciocchi coloro che, con ben diverso approccio e significatività, s'interrogano sull'esistenza di altre forme di vita nel cosmo e su altri intelligenti misteri.
Non c'era nessuna ragione di fare tutti gli inutili discorsi che in questa pagina si sono fatti tanto per farli. Non c'era a maggior ragione nessun motivo di leggerli, ma a ciò ha provveduto - per abitudine o sbaglio - chi l'ha fatto e non certo io che li ho scritti.
Tuttavia un po' di innocuo Nulla fatto a posta non guasta, più che altro perché il Nulla involontario e quello doloso ci assediano ovunque si guardi in questa scintillante società delle comunicazioni sempre più futili. Un po' di Nulla ci sta, anche perché il Nulla non occupa alcuno spazio anche se troppo spesso sembra invece di sì. Quando il Nulla pare occupare (inultimente) un po' di Spazio, in Realtà esso intasa un po' di Tempo. Dato che il Tempo non c'è anche se noi fingiamo che scorra, esso può facilmente riempirsi di Nulla senza che alcuna logica ne risulti violata. Il Nulla che nello Spazio non trova posto e apparentemente lo riempie talvolta lo stesso, divora in realtà porzioni di Tempo di umani distratti.
La pagina che tu hai appena letta, caro lettore distratto, così piena di Nulla, un Nulla per caso appena inquinato da Qualcosa, finisce così, e se ci fai caso lo Spazio è qui e lì sempre lo stesso ma del tuo Tempo ora ce n'è un po' meno.
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