Sarebbe di oltre 30.000 anni fa la più antica tavoletta mai rinvenuta recante l'incisione di una mappa stellare. Ritrovata nel 1979 presso la Valle di Ach nella regione danubiana tedesca, quella che sembrava una piccola tavoletta d'avorio con la raffigurazione della sagoma di un uomo su un lato e di un certo numero di incisioni tondeggianti sull'altro, potrebbe essere in effetti qualcosa di molto più straordinario. Innanzitutto la datazione al carbonio 14 ha indicato un'età tra i 32.000 e i 38.000 anni prima di Cristo, ma la cosa maggiormente sensazionale è che la sagoma umana raffigurata sulla piccola tavoletta rappresenterebbe in realtà l'immagine della costellazione di Orione. A suggerire l'ipotesi è il dottor Michael Rappenglueck, dell'Università di Monaco, già conosciuto per i suoi lavori pionieristici nel campo del riconoscimento di mappe stellari e calendari sulle pareti di caverne preistoriche. Inoltre, secondo Rappenglueck, le incisioni che si trovano sul lato opposto costituirebbero un primitivo calendario gestatorio, utilizzato dai nostri antenati per stimare quando una donna incinta avrebbe partorito. I primi archeologi che esaminarono il reperto quando venne ritrovato, avanzarono l'ipotesi che quella figura fosse un semplice uomo nell'atto di danzare, di pregare o di cacciare, oppure un essere divino, ma Rappenglueck, oltre vent'anni più tardi, ha intuito che potesse trattarsi della rappresentazione di Orione. In particolare le proporzioni corrisponderebbero alla configurazione stellare, specialmente per quanto riguarda la vita del personaggio, che coinciderebbe con le tre stelle della "cintura" della costellazione. Inoltre anche la spada del personaggio raffigurato corrisponderebbe a quella della costellazione. Rappenglueck avrebbe anche controllato la posizione delle stelle all'epoca indicata dalla prova del carbonio 14 e avrebbe verificato una loro sostanziale coincidenza con quelle della tavoletta. Riguardo invece all'ipotetico calendario gestatorio che si trova sul lato opposto del reperto, Rappenglueck ha contato 86 incisioni che corrisponderebbero sia al tempo che bisogna togliere a un anno per avere la durata di una gestazione umana, sia al numero di giorni che Betelgeuse, una delle due maggiori stelle di Orione, resta visibile nel cielo. Questo potrebbe aver portato l'uomo primitivo a unire il concetto di fertilità con il dio celeste.