Aldani e il potere, la nostra "disperata resistenza"

La discussione sul potere che è in sottofondo in tutte le sue opere, prorompe nel romanzo Eclissi 2000 in cui Aldani ci propone una parabola del potere. Il potere non è necessariamente maligno, ricorda Aldani citando Saint Just, anche quando dice menzogne per governare. Nessuno governa senza colpe, ma ciò non significa automaticamente che ogni governo è assolutamente ingiusto e maligno. Questa è la sua parabola. "Mi può capire benissimo chiunque abbia militato nelle file di un partito rivoluzionario e vi abbia ricoperto un ruolo di responsabilità. Il discorso vale per tutte le organizzazioni rigide, gerarchiche. Ti sei mai domandato" chiede Aldani a Curtoni che lo stava intervistando "come debba comportarsi un rivoluzionario che deve "salire" nella gerarchia? Io ho militato in un partito rivoluzionario, e tu sai che la rivoluzione si regge su una grande menzogna, così come l'ordinamento della Terra Madre: ogni vero rivoluzionario sa di promettere qualcosa che non può essere realizzato subito, ma solo a lunghissima scadenza. La stessa cosa avviene su Terra Madre. [...] "D'altronde, se si è convinti che non esista salvezza all'infuori del partito, non fa nessuna differenza dichiarare che "fuori" c'è il nulla anziché l'inferno. I coloni della Terra Madre accettano le privazioni di bordo perché sono convinti che al di là delle paratie ci sia il vuoto siderale, cioè la morte; e questa non è una menzogna, perché fuori c'è davvero la morte, anche se dovuta alle radiazioni. E' questa la verità che non si può dire perché se no qualcuno comincerebbe a sentirsi turlupinato, concluderebbe che l'inferno è dentro e la salvezza fuori."

Qui c'è tutta la parabola del potere, il potere che noi siamo abituati a vedere con un'immagine negativa sempre e comunque, che a noi pare voglia perpetuarsi solo per il gusto del potere in sé.

Aldani si trova a dover riconoscere che, storicamente, chi ha avuto il potere l'ha perpetuato per il solo gusto del potere, ma poi deve aggiungere che "se effettivamente vogliamo fare la rivoluzione, se crediamo in un futuro diverso, dobbiamo anche ammettere che prima di arrivare alla meta della libera anarchia si debba necessariamente passare attraverso la tappa di un potere esercitato da qualcuno. E questo potere non è detto che sia a priori malvagio in sé e per sé, o che agisca solo per perpetuarsi.

"Se non avessi questa convinzione cesserei immediatamente di considerarmi un uomo di sinistra, un rivoluzionario. [...] La nostra dev'essere una "disperata resistenza"; se no potremmo spararci subito".