In questa visione dicotomica c'è la trasposizione dell'opposizione che poteva vedersi chiaramente ad inizio secolo tra potere capitalistico e proletariato. Qui però con sfumature diverse, in quanto, sebbene i Produttori rappresentino gli ideali eredi degli odierni detentori del potere capitalistico (cosa ben evidente dato che il potere che essi hanno in mano grazie al monopolio degli onirofilm assomiglia molto al potere che i capitalisti odierni detengono grazie al monopolio economico), il discorso per i Consumatori è diverso. E la differenza forse non è tanto sottile. I Consumatori sono completamente inermi, spogliati di tutto quello che si portavano dentro (tutta la varietà è stata trasferita fuori, si trova negli onirofilm, e l'uomo non ha più bisogno, quindi, di allenarsi e tenere in esercizio la propria capacità di rielaborare gioie e dolori, li trova predigeriti e facilmente assimilabili negli onirofilm; l'uomo si trova qui ridotto allo stato di "larva esangue"), e per essi non è possibile alcuna rivoluzione. Alla fine, la stessa Sofia, che pur qualche dubbio aveva avuto in proposito, si trova a dover riconoscere che hanno ragione, i produttori, ad affermare che nulla può superare il sogno! E solo in sogno puoi illuderti del contrario. E a questo punto, sfuggire agli onirofilm e riconquistare la propria dignità risulta impresa impossibile.
Qui, scrive Curtoni, "La responsabilità dell'aberrazione sociale ricade, marxianamente, sui proprietari dei mezzi di produzione, che del capitale e della tecnologia si sono serviti per ottenere un potere illimitato. [...] La tecnologia è stata, nelle mani della classe dirigente, null'altro che uno strumento; essa ha permesso la concreta realizzazione di tendenze già assai vive ai nostri giorni".
L'onirofilm, con tutte le sue conseguenze, è naturale figlio "di tutte le manifestazioni di massa che oggi alienano l'uomo: dalla partita di calcio alla pubblicità televisiva" scriveva Curtoni già una ventina d'anni fa "I detentori del potere se ne servono come palliativi, per immergere la coscienza del grosso pubblico in un limbo amorfo e beato. [...]
"Il discordo di Aldani, tutt'altro che moralista, indica con precisione le cause: la lotta per la libertà, perché di questo si tratta, va combattuta a livello politico, a livello di strutture di potere. Condannare il drogato o il maniaco dei film pornografici è un atto stupido; bisogna cambiare la società, costruire nuovi ideali, abolire il culto del consumo, attaccare il capitalismo alle radici. Finché l'individuo avrà di fronte modelli negativi, scelte alienanti, non sarà mai veramente libero".
In Trentasette Centigradi la metafora del presente si fa molto concreta ed esplicita. In un mondo dominato da una esculapiocrazia è facile vedere una degenerazione di uno stato paranoicamente assistenzialista. Un mondo che fa il verso all'Italia, come potrebbe farlo alla defunta Unione Sovietica.
Nella storia di Aldani ha sostanzialmente preso il potere la Convenzione Medica Generale. Un organismo di tutela e salvaguardia della salute del cittadino.
Tutti gli uomini possono iscriversi alla Convenzione, ma da quel momento devono stare alle sue regole... così sono costretti a girare per strada muniti di termometri e seguire l'asfissiante filosofia della C.M.G. che in un solo slogan potrebbe più o meno suonare: prevenire è meglio che curare.
Cosa che è ragionevolmente vera fino a non volerla portare ai limiti a cui è arrivata la C.G.M. che sostanzialmente ha fondato uno stato di polizia per tenere sotto strettissimo controllo tutti i cittadini affinché non si ammalino. L'osservanza delle strettissime regole sanitarie imposte dalla C.G.M. è una disposizione da cui non si può ritrarre alcun iscritto alla Convenzione, pena multe salatissime che rischiano di mandare in bancarotta l'incauto possibile paziente.
La C.M.G. ha instaurato questa dittatura capitalistica in cui si tortura il cittadino per evitare che lo si debba curare, per evitare, dunque, che egli possa divenire un peso sociale per la collettività e per la C.M.G. stessa.
Il regime instaurato è una sorta di variazione sul tema del capitalismo, con l'aggiunta di tutti quei mezzi coercitivi che contraddistinguono le dittature assolute.
Sulla radice illiberale del sistema non ci sono dubbi, ma la C.M.G. ha in sé anche aspetti più sinistri. La sua direttiva primaria di mantenere sostanzialmente efficienti tutti i suoi iscritti (e quindi tutta la popolazione) non solo lascia dubbi sulla violazione dei più elementari principi di libertà, ma pare violare anche la sfera più intima dell'uomo che si trova costretto - fine che a me pare esser proprio quello che si propone di raggiungere la C.M.G. - a dover esercitare sempre ed in piena efficienza la sua funzione sociale primaria. Senza distogliersi, né per motivi di salute, e su questo fa leva esplicitamente Aldani, né per altre ragioni. La distrazione per inabilità fisica sopravvenuta, momentanea o più duratura, viene ridotta ai minimi termini dalla C.M.G., al resto ci pensano quelle logiche capitalistiche che tutti ben conosciamo. Aldani immagina infatti un mondo in cui ci si trova a dover fronteggiare un'asfissiante spinta al consumo. Una spinta quindi a sostenere nei fatti il sistema che sta dietro alla C.M.G., e dare forza a chi dalle nostre sofferenza trae il suo potere.
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