Dal 21 al 25 settembre scorso un nutrito gruppo di scienziati ha effettuato alcuni giornate sull'Etna nell'ambito di un più ampio programma di studio intitolato "Esplorazione della superficie marziana e dei suoi analoghi sulla Terra". Secondo la comunità scientifica internazionale, infatti, la comprensione dell'ambiente di Marte e lo sviluppo di nuove tecnologie e approcci per studiarlo, può passare attraverso l'esame di luoghi terrestri che possiedano, per aspetti diversi, similitudini con l'ambiente marziano. Nella fattispecie, il nostro Etna è considerato un ottimo omologo su scala ridotta dei giganteschi vulcani marziani come il Monte Olympus. In particolare, sembra che entrambe le strutture geologiche presentino canali sotterranei, ma mentre si riteneva che su Marte tali canali fossero dovuti all'erosione dell'acqua, nel caso dell'Etna si è trovato che possono essere provocati solo dal passaggio di lava. Che sia stato così anche per Marte? Ma i paragoni Terra-Marte sono molti. Dalla pianura lavica dello Snake River (Idaho, USA) al deserto di Atacama in Cile, ai margini del deserto del Sahara in Tunisia e molti altri, dalla Cina al Nord America. Le giornate di studio sono state organizzate dall'Agenzia Spaziale Italiana in collaborazione con l' International Research School of Planetary Sciences di Pescara e oltre a seminari e conferenze tenute a Cannizzaro (Catania), sono state effettuate anche delle prove e delle dimostrazioni di apparecchiature robotiche sul campo sviluppate dall'ESA e dall'ASI, a Piano delle Concazze (2800 m).