Negli anni Cinquanta, in un’epoca in cui il fumetto d’avventura era spesso sinonimo di azione spavalda e colpi di scena spettacolarizzati, Héctor Oesterheld e Francisco Solano López hanno osato una scelta radicale: dare voce a persone comuni, trascinate in un cataclisma inaspettato, e farne i protagonisti di un dramma apocalittico. L’Eternauta non è soltanto una storia di invasione aliena, ma un’opera che, attraverso il racconto e il disegno, indaga le fragilità dell’essere umano di fronte all’inevitabile e al devastante. Fin dalle prime pagine, il fumetto introduce il lettore in una narrazione che, pur presentando elementi tipici del genere fantascientifico, si distacca dalle consuete trame eroiche. I protagonisti – Juan, Lucas, Favalli e altri sopravvissuti – sono “gente qualsiasi”: borghesi intrappolati in una realtà che si sgretola improvvisamente. La scelta di Oesterheld di porre l’accento sui sentimenti, sull’angoscia e sulla solidarietà in situazioni estreme permette una profonda identificazione con il lettore, che si ritrova a riflettere su temi universali come la resilienza e il senso di comunità in tempi di crisi.

Il dialogo tra scrittura e disegno in L’Eternauta è una delle sue caratteristiche più innovative e, al tempo stesso, oggetto di dibattito critico. Il formato, tipico della rivista Hora Cero, rivista di fumetti pubblicata tra il 1957 e il 1963 in Argentina da Editorial Frontera e Editorial Emilio Ramírez, con cadenza mensile era quello orizzontale e consentì a Solano López di sperimentare vignette “widescreen” che spaziano dai primissimi piani intensi ai campi lunghissimi, dove le figure umane appaiono come silhouette immerse in un bianco accecante. Questo uso del bianco – simbolo della neve mortale che ricopre ogni cosa – non solo sottolinea il senso di desolazione, ma diventa metafora del lento, inesorabile avanzare della morte e della disperazione. La narrazione, inizialmente dominata da didascalie esplicative, evolve in una simbiosi sempre più profonda tra parola e immagine, al punto che la scrittura stessa sembra essere “assorbita” dalla vignetta, perdendo il suo ruolo extradiegetico per diventare parte integrante del racconto visivo. Questa scelta stilistica, pur potendo apparire oggi datata o eccessivamente esplicativa, nel contesto degli anni Cinquanta rappresentava una rottura rispetto ai canoni tradizionali, aprendo la strada a una forma di linguaggio fumettistico che, seppur imperfetta, esprime con efficacia il dramma interiore dei personaggi. Il tratto di Solano López, spesso descritto come “sporco” e “pieno di tratteggi”, non è un mero effetto stilistico, ma diventa veicolo dell’intensità emotiva della narrazione. I volti segnati dalla fatica, dalla sofferenza e dalla consapevolezza di una realtà in rovina esprimono tutto il peso della tragedia che colpisce la collettività. Ogni linea disegnata racconta non solo una storia visiva, ma diventa testimonianza della drammaticità del momento storico in cui il fumetto si inserisce: una realtà argentina, segnata da tensioni politiche e sociali che, a posteriori, appaiono profetiche.

Oltre alla sua valenza narrativa, L’Eternauta si distingue per la sua capacità di anticipare e riflettere sulle dinamiche politiche e sociali del tempo. La storia, infatti, non si limita a raccontare un’invasione aliena, ma diventa un’allegoria della minaccia reale che incombeva sulla società argentina e, più in generale, su quella occidentale. Le esperienze personali di Oesterheld – fino al tragico destino delle sue figlie durante la dittatura – alimentano una narrazione intrisa di senso politico e di denuncia contro le oppressioni autoritarie. Lungi dall’essere un semplice esercizio di fantascienza, il fumetto si configura come una testimonianza del potere del medium nel raggiungere e coinvolgere un vasto pubblico, dimostrando che la letteratura “disegnata” può essere un veicolo altrettanto potente di riflessione e critica sociale. A distanza di decenni dalla sua prima pubblicazione su Hora Cero, L’Eternauta rimane una delle opere più influenti e studiate del panorama fumettistico internazionale. La sua capacità di combinare un racconto di sopravvivenza con una profonda riflessione sulla condizione umana ha ispirato autori di generazioni successive, come Robert Kirkman con The Walking Dead, che, sebbene in contesti e modalità diverse, continua a esplorare il lato oscuro e vulnerabile della natura umana. Il fumetto, attraverso il suo equilibrio tra narrazione e immagine, ha saputo trasformare il tradizionale schema del genere avventuroso, ponendo al centro la dimensione emotiva e l’esplorazione interiore dei suoi personaggi. In questo senso, L’Eternauta si presenta non solo come un’opera di intrattenimento, ma come un documento storico e culturale che testimonia il potere del fumetto nel raccontare e interpretare la realtà
L’Eternauta è molto più di una semplice storia di invasione aliena: è una profonda meditazione sul senso della vita, sulla fragilità umana e sulla resilienza di fronte all’apocalisse. Attraverso la sapiente fusione di testo e immagine, Oesterheld e Solano López hanno creato un’opera che continua a risuonare con il lettore, invitandolo a riflettere non solo sulla distruzione, ma anche sulla capacità di ricostruire e resistere. Un capolavoro che, a distanza di decenni, si conferma un punto di riferimento imprescindibile per chiunque voglia comprendere il vero potenziale espressivo e narrativo del fumetto.
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