Nell'articolo Life on a closed timelike curve (La vita su una curva temporale chiusa), pubblicato lo scorso 12 dicembre 2024 sulla rivista Classical and Quantum Gravity, il fisico italiano Lorenzo Gavassino della Vanderbilt University, propone una possibile soluzione a quel paradosso per il quale, se viaggiassimo nel tempo e uccidessimo nostro padre, spariremmo, detto anche "Paradosso del Nonno".
Pensate a Marty McFly che in Ritorno al Futuro scompare gradualmente perché per caso impedisce ai suoi genitori di conoscersi. Le esigenze narrative non lo fanno sparire subito, ma gli danno il tempo di sistemare le cose, facendogli mettere insieme i genitori, ma provocando però tutta un'altra serie di conseguenze che non sto a ripetervi.
Nell'articolo Gavassino unisce in modo creativo, e con un bel po' di conti tutti da vagliare, un possibile soluzione al problema, attingendo a piene mani a termodinamica (l'ostacolo più grosso, la maledetta entropia), la relatività generale e la meccanica quantistica.
Secondo questa ipotesi, se fossimo il meccanico chiamato a fare la revisione della DeLorean, riceveremmo la lamentela del cliente, ovvero Doc, sul fatto che "qualcosa non va con i ricordi dell'equipaggio". Ovvero Marty non si ricorderebbe, al suo ritorno, di essere mai stato nel 1955!
Le ipotesi
Immaginiamo una navicella che viaggia su quello che chiama "curva temporale chiusa" (pensate a un giro in giostra cosmico), in un Universo assialmente simmetrico. La curva è scelta in modo che il generatore di evoluzione nel tempo proprio sia il momento angolare.
Secondo l'articolo succederebbero cose davvero bizzarre all'interno:
1. Per il teorema di Wigner, i livelli di energia interni all'astronave subirebbero una discretizzazione spontanea. L'energia all'interno della navicella diventerebbe "quantizzata" – come se l'Universo stesso imponesse un limite superiore e inferiore all'energia! Ovvero tutti gli strumenti a bordo funzionarebbero solo a una percentuale fissa della loro potenza, come una lampadina che può essere solo al 25%, 50%, 75% o 100%, niente vie di mezzo. Una volta fissata la percentuale, rimane quella.
2. La parte sconcertante è che la separazione dei livelli risulta essere finemente sintonizzata in modo che, quando la navicella completa il giro sulla curva, andata e ritorno, TUTTO torna esattamente come prima. Tutti i sistemi torneranno al loro stato iniziale. Come se l'Universo fosse un contabile ossessivo-compulsivo che deve far quadrare perfettamente i conti!
Conseguenze
Una prima conseguenza tragicomica: i ricordi dell'equipaggio verrebbero completamente cancellati al termine del viaggio.
Immaginate il dialogo tra Doc e Marty che torna nel 1985 in questo caso:
Marty, come è andato il viaggio nel tempo?
Quale viaggio nel tempo?
E c'è di più! L'entropia è costretta a tornare al punto di partenza, da un ciclo di Poincaré. Pensando al disordine che si accumula naturalmente in una camera da letto di un adolescente, è come se l'Universo fosse una mamma particolarmente severa che lo obbliga a riordinare la stanza esattamente come l'ha trovata! La diminuzione di entropia sarebbe in accordo con l'ipotesi di termalizzazione degli autostati.
Questo implicherebbe, in soldoni, che i paradossi del viaggio nel tempo non potrebbero esistere. Quello che in molti romanzi si risolve con un postulato di conservazione del tempo, con le invarianti, con trucchi insomma che servono a evitare che la narrazione si complichi, la Natura lo avrebbe risolto con una sorta un sistema di "backup automatico" incorporato.
A questo punto, potremmo essere stati in decine, centinaia di loop temporali e, a differenza dei protagonisti delle storie che abbiamo amato, non ce ne ricordiamo nessuno!
PS: Se state pensando di costruire una macchina del tempo nel vostro garage, ricordatevi che dovrete comunque pagare l'assicurazione RCA per tutti gli anni che attraverserete, anche se non ve lo ricorderete.
Tutta la matematica e la fisica utilizzate sono dettagliate nell'articolo, il cui link è tra le risorse in rete.
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