Dopo i due film di Denis Villeneuve, che poi sono relativi solo a un romanzo, l’universo di Dune, creato dalla penna dello scrittore americano Frank Herbert si espande con una serie TV dal titolo Dune: Prophecy. Ispirata in parte anche al romanzo del 2012 Sisterhood of Dune di Brian Herbert e Kevin J. Anderson, la fiction è un prequel ambientato circa 10.000 anni prima della storia di Paul Atreides. Protagoniste sono le Bene Gesserit, una sorta di ordine religioso formato solo da donne, teso a controllare tutti gli attori politici che fanno parte dell’Impero galattico disegnato da Herbert. Il loro scopo è garantire pace, progresso e stabilità al genere umano, ma anche di controllarlo politicamente e attraverso la genetica, al fine di dar vita all’essere supremo che guiderà l’umanità futura. La storia in Dune: Prophecy racconta della fondazione dell’rodine religioso, attraverso Valya Harkonnen e sua sorella Tula.
A Dune: Prophecy è dedicato lo speciale del numero 261 di Delos Science Fiction, curato da Arturo Fabra.
Nei servizi, il lettore troverà un’intervista alla studiosa Oriana Palusci che ha curato e tradotto per Mondadori una nuova versione di Female Man, il capolavoro di Joanna Russ. Franco Piccinini, invece, ci traghetta nel mondo delle auto del futuro, mentre Franco Forte, editor di Urania, ci presenta la nuova edizione dell’antologia Nessuna giustificazione di Enrica Zunic', riproposta da Delos Digital.
Nella sezione rubriche, Andrea Cattaneo ci spiega il rapporto tra fantascienza e serialità, mentre Antonino Fazio si sofferma, a modo suo, sul romanzo Noi, marziani di Philip K. Dick. Infine, segnaliamo l’uscita sul mercato anglosassone di un romanzo dedicato alla Numero Uno, il personaggio femminile della serie TV Star Trek: Strange New Worlds.
Nell’editoriale, Carmine Treanni riflette sul rapporto tra fantascienza e generi letterari.
L’anteprima narrativa di questo numero è dedicata a Madre Oort, il nuovo romanzo breve di Davide Del Popolo Riolo, mentre il racconto di questo mese è un racconto ispirato a L’algoritmo bianco di Dario Tonani, che lo presenta in un’apposita prefazione, ed è firmato da Debora Donadel.
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