In una annata, come questa del 2024, dove la fantascienza in termini di serie e film non ha conosciuto grandi guizzi, può essere (il condizionale è d’obbligo) che novembre ci riservi una buona sorpresa con Dune: Prophecy.
La serie televisiva di fantascienza americana, in onda su Sky Atlantic, sviluppata da Diane Ademu-John e Alison Schapker per HBO si concentra sulle origini delle Bene Gesserit (diecimila anni prima della storia vista nei due film di Denis Villeneuve), una confraternita esclusiva e potente, formata da “suore” che si sottopongono ad un intenso allenamento fisico e mentale con l’obiettivo di aiutare l’evoluzione degli esseri umani, fino a rappresentare uno dei pilastri dell’ambientazione di Dune.
La storia è basata sul libro Sisterhood Of Dune, romanzo “apocrifo” (e ancora non tradotto in italiano) a firma di Brian Herbert (figlio di Frank, creatore della saga) e Kevin J Anderson e narra le vicende di due sorelle, quelle stesse che si vedono nel primo trailer rilasciato mesi fa, interpretate da Emily Watson, nei panni di Valya Harkonnen, e Olivia Williams, in quelli di Tula Harkonnen, ovvero le fondatrici dell’ ordine delle Bene Gesserit, che in un breve scambio di battute definiscono il tono della storia. Le vediamo entrambi in abiti che riecheggiano quelli di una suora con un mash up di stile gotico-medievale inserite in un contesto scenografico dello stesso tono.
“Vuoi servire le grandi casate e plasmare il flusso del potere?”, dice Valya Harkonnen (Watson). “Devi prima esercitare il potere su te stesso”. “Le nostre mani sono pronte sulle leve del potere, ma la nostra presa su di esso è ancora fragile”, prosegue rivolta a Tula Harkonnen (Williams). “Sto cercando di proteggere l'impero”.
Non sfugge, ovviamente, il cognome delle due protagoniste, stiamo infatti parlando della Casata Harkonnen, ovvero la famiglia dei “cattivi” del romanzo e dei film che portano il titolo Dune, quelli che cercano di sterminare la casata Atreides, di cui fa parte il Paul di Timotee Chalamet che a sua volta scopre di essere il nipote del Barone Harkonnen. D’altronde che nel sangue Harkonnen sia portato un corredo genetico prezioso per i piani di “incrocio biologico” che le Bene Gesserit metteranno in atto per millenni allo scopo di ottenere il Kwisatz Haderach, cioè colui che guiderà l’umanità in un futuro luminoso, è uno dei concetti chiave dell’intera saga.
Legendary Television ha ordinato la serie nel 2019 come progetto spin-off dei film di Villeneuve. Dopo l’avvicendamento di diversi creativi è stata nominata showrunner Alison Schapker (che ha già scritto Altered Carbon, serie Netflix di buona fattura, infatti l’hanno chiusa), mentre la regia (che avrebbe dovuto vedere almeno un episodio diretto da Villeneuve) è andata ad Anna Foerster, regista di serie Tv come Criminal Minds, Outlander e Carnival Row. Nel frattempo, il casting si è svolto da novembre 2022 a giugno 2023. Le riprese principali sono iniziate a novembre 2022 a Budapest e in Giordania e si sono concluse a dicembre 2023.
Il cast prevede una nutrita quantità di attrici: per quanto riguarda la sorellanza delle Bene Gesserit Emily Watson è Valya Harkonnen, leader della Sorellanza, Olivia Williams interpreta Tula Harkonnen, sorella di Valya e Reverenda Madre, Faoileann Cunningham è Sorella Jen, “una feroce e imprevedibile accolita in addestramento alla Scuola della Sorellanza che raramente rivela il suo nucleo emotivo”, Jade Anouka ha il ruolo di Suor Theodosia, “un'accolita talentuosa e ambiziosa della Sorellanza, che nasconde un pericoloso segreto sul suo passato”. Seguono poi Aoife Hinds come Sorella Emeline, “una zelante accolita discendente da una lunga stirpe di martiri, che porta una fervente religione al suo addestramento alla Sorellanza” e Chloe Lea come Lila, “la più giovane accolita alla Scuola della Sorellanza con una profonda empatia”.
Ovviamente, il cast è molto più vasto, e dal lato maschile, per ora, si è messo in evidenza Mark Strong nella parte dell’Imperatore Javicco Corrino, con al fianco Jodhi May nel ruolo di Imperatrice Natalya, “una formidabile reale che ha unito migliaia di mondi nel suo matrimonio con l'imperatore Corrino”.
Come dicevamo, nel progetto originale pre-pandemia e pre-scioperi hollywoodiani Denis Villeneuve avrebbe dovuto dirigere e produrre l'episodio pilota della serie con Jon Spaihts alla sceneggiatura. Entrambi avrebbero lavorato come produttori esecutivi, insieme a Byron Merritt, Kim Herbert, Kevin J. Anderson e il figlio di Herbert, Brian. All’epoca Villeneuve aveva dichiarato: “Le Bene Gesserit mi hanno sempre affascinato. Concentrare una serie attorno a quell'ordine potente di donne sembra non solo rilevante e stimolante, ma anche un'ambientazione dinamica per la serie televisiva”. Ma poi, con l'avanzare della produzione di Dune: Parte due, Villeneuve non è stato più in grado di dirigere e si è fatto sostituire da Johan Renck come regista per i primi due episodi nell'aprile 2022.
La serie avrebbe dovuto iniziare le riprese originariamente il 2 novembre 2020 a Budapest e in Giordania. In realtà la lavorazione è iniziata il 22 novembre 2022, con il titolo provvisorio Dune: The Sisterhood. Le riprese si sono concluse a dicembre 2023, con Pierre Gill nel ruolo di direttore della fotografia principale. Gill ha deciso di non utilizzare la tecnologia di produzione virtuale StageCraft, che aveva precedentemente utilizzato nella serie televisiva Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo, poiché la produzione si basava principalmente su set reali.
Il cambio di titolo in Dune: Prophecy nel 2023 suggerisce che la storia complessiva potrebbe essere più orientata verso quanto narrato nei film di Villeneuve dopo il loro grande successo (e l'ex regista Johan Renck lo ha confermato), con quella operazione che viene di solito definita “retcon”.
I dettagli della trama, per ora, sono strettamente riservati. Ciò che si sa per certo è che Dune: Prophecy è ambientato 10.000 anni prima dell'ascesa di Paul Atreides. E, come suggerito dal titolo originale, la serie seguirà le sorelle Harkonnen mentre “combattono le forze che minacciano il futuro dell'umanità”. Naturalmente il loro percorso sarà fitto di intrighi politici ed eventi più grandi di tutti i protagonisti destinati ad accadere prima che le Bene Gesserit possano ottenere il controllo completo sul destino dell'umanità. È legittimo, dunque, aspettarsi, anche grazie alle suggestioni visive simil medioevali, una sorta di atmosfera da “Game of Thrones nello spazio”, ritirando in ballo, inevitabilmente, il confronto con una delle serie più famose, nel bene e nel male, degli ultimi anni.
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