I Rettiliani – nella loro lingua, Rach’asset – sono una specie che si evoluta da animali molto simili ai nostri rettili. Sono ovipari. Nel loro mondo, a non evolversi, erano stati animali simili ai nostri mammiferi, che depredavano le uova ed erano, quindi, i loro naturali antagonisti.

Per la maggior parte del tempo sono asessuati, cosa che li rende meno schiavi di noi degli impulsi sessuali. Nel momento dell’accoppiamento, che sia per procreare o per piacere, decidono quale sesso vogliano assumere. Per procreare scelgono sessi opposti, chiaramente, mentre se si accoppiano per piacere, la scelta può anche essere omologa. Bastano poche ore, per un rettiliano, per esporre gli organi scelti.

I rettiliani si accoppiano per la vita, ovvero, una volta fatta una scelta, rimangono insieme per sempre fino alla morte di uno dei due. Non concepiscono il tradimento, né negli affetti né nella vita. Per loro è infatti un crimine molto grave tradire un impegno preso, di qualunque genere.

Hanno capacità telepatiche molto deboli, ovvero, se stanno vicini, possono trasmettere, tramite appositi organi presenti nelle creste craniali, impulsi che sono recepibili da analoghi sensori, sempre presenti sulle creste del cranio. Questi segnali trasmettono direttamente schemi mentali di vario tipo e quindi non solo visivi o auditivi ma anche olfattivi ed emotivi. Tale capacità si sviluppa fin da quando il feto è già abbastanza sviluppato nell’uovo e questo permette a un rettiliano di creare fin da subito un legame mentale con i propri piccoli e quindi di riconoscere le proprie uova fra tante. Questa caratteristica trae origine dalla necessità di difendere le uova. Ai primordi della loro civiltà, infatti, quando erano ancora una specie primitiva, più coppie mettevano insieme le uova e le proteggevano e accudivano in una sorta di clan, detto Co’ach; quindi era importante poi saperle riconoscere. Inoltre, una parte dei genitori si allontanava spesso per lunghi periodi al fine di cacciare, e quindi l’essere per buona parte del tempo asessuati permetteva loro di restare lontani dai loro partner e di convivere con altri dello stesso clan, senza che si sviluppassero le dinamiche di tradimenti e gelosie tipiche della specie umana.

I rettiliani hanno una vista che copre una gamma di frequenze diverse da quella umana. Per gli umani lo spettro visibile varia dai 380 nm (violetto) ai 700 nm (rosso scuro). I rettiliani hanno uno spettro che varia dai 560 nm (giallo-verde) ai 900 nm (infrarosso vicino). Inoltre hanno una maggiore capacità di risoluzione degli esseri umani e quindi distinguono molto bene tonalità di colori molto vicine fra loro. Un essere umano distingue come diverse, infatti, due tonalità dello stesso colore anche quando hanno un solo nanometro di differenza, se sono nelle lunghezze d’onda del blu-verde e del giallo; viceversa gliene servono ben dieci per vedere tonalità distinte in quelle più lunghe del rosso e in quelle più corte del blu. I rettiliani, invece, hanno la capacità di distinguere lunghezze d’onda diverse da circa un terzo a quattro nanometri massimo, nel loro spettro visivo, con un picco centrato sui 770 nm.

Hanno ino