Terminator festeggia i suoi primi quarant'anni e James Cameron ne approfitta per tirare le somme di uno dei suoi franchise di successo in una lunga intervista a Empire USA, che ha dedicato la copertina del suo numero di novembre proprio al cult del 1984. Cameron ripensa alle origini:
Ero solo un teppistello agli inizi, quando ho diretto Terminator. Avrò avuto 29 anni all'epoca ed era il mio primo lavoro da regista. Terminator è stato il mio primo film e per questo ci sono molto affezionato.
Nonostante questo amore che dura nel tempo, però, il regista è anche obiettivo nel parlare di come il film sia invecchiato:
Non penso a Terminator come a un Santo Graal, questo è certo. Lo riguardo adesso e ci sono parti piuttosto imbarazzanti, altre tipo "sì ce la siamo cavata abbastanza bene per le risorse che avevamo". […] Non mi vergogno di nessuno dei dialoghi, ma ho una percezione del cringe più bassa di molte altre persone, quando si parla dei dialoghi che scrivo.
Il successo del film è legato al cyborg killer interpretato da Arnold Schwarzenegger, che con la sua fisicità non era proprio l'attore che Cameron si era immaginato per il robot furtivo e discreto partorito dalla sua mente:
Penso che molti registi, soprattutto alle prime armi, restino bloccati nelle loro visioni a causa dell'insicurezza. Sono orgoglioso del fatto che noi non eravamo così bloccati da farci scappare l'occasione di lavorare con Arnold solo perché lui non era la nostra visione. A volte, quando ti guardi indietro da un punto di vista privilegiato (a questo punto sono quarant'anni), realizzi che avremmo potuto fare un gran bel filmetto dal punto di vista della produzione, ma che non sarebbe stato niente se non avessimo preso quella decisione, che ha catturato l'immaginazione delle persone.
Terminator festeggerà i suoi primi quarant'anni il prossimo 26 ottobre, giorno in cui uscì nelle sale statunitensi nel 1984, mentre in Italia le candeline potranno essere spente il prossimo 11 gennaio.
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