George R.R. Martin è ormai una superstar dell'editoria, uno di quegli scrittori il cui successo li ha trasformati in una sorta di leggende, eppure si diverte ancora a partecipare alle convention di fantascienza e a mischiarsi con gli appassionati. Alla prima worldcon a cui partecipò il sottoscritto, a Glasgow nel 2005, c'erano già le code lunghe centinaia di metri al banchetto in cui firmava le copie dei suoi libri, e ancora non erano state prodotte le serie televisive.
Quest'anno la Worldcon si tiene di nuovo, dopo 19 anni, a Glasgow, e Martin ha già detto che ci sarà senz'altro. Si è lamentato tuttavia di non essere stato in nessun modo contattato dall'organizzazione per essere inserito in panel di discussione, come capita generalmente agli ospiti di un certo interesse.
Comunque… sarò a Glasgow per partecipare alla fiera, ma non so se mi vedrete. Non partecipo a nessun programma. Tuttavia, non è per mancanza di tentativi. Ho scritto al responsabile della programmazione della fiera a gennaio e poi a febbraio, chiedendo il suo numero di telefono per poter discutere i dettagli. Non ho ricevuto alcun numero di telefono, ahimè, ma solo una lettera con un link a una domanda di partecipazione e un avviso che, pur essendo benvenuta, non mi sarebbe stato garantito un posto nel programma.
L'organizzazione della convention dice che il programma non è definitivo quindi non c'è ancora nulla di deciso. Tuttavia, l'esclusione di Martin dal programma potrebbe non essere esattamente involontaria.
L'ultima volta che Martin ha partecipato a una Worldcon è stato nel 2020; era una Worldcon "virtuale", fatta in videoconferenza, perché era l'anno del covid e mezzo mondo era in lockdown.
A Martin era stato chiesto di presentare i premi Hugo, ma la sua presentazione lasciò perplesse molte persone e suscitò aperte critiche. In breve, Martin parlò diverse volte di personaggi considerati razzisti come H.P. Lovecraft e John Wood Campbell, e dimostrò scarso rispetto per diversi autori non anglofoni pronunciandone male il nome. In quell'occasione Jemisin vinse il terzo Hugo consecutivo, un risultato straordinario soprattutto per una autrice donna e nera, e Martin fece tutto un discorso in cui apparentemente cercava di sminuire questo risultato raccontando come anche Heinlein avesse vinto tre Hugo in pochi anni.
La cosa suscitò un vespaio di critiche, forse anche eccessive – ma erano anni in cui i temi del razzismo erano molto sentiti, l'ultimo anno di Trump presidente e del black lives matter – perciò il comportamento di Martin era decisamente fuori luogo. Forse, se fosse stato un evento dal vivo se ne sarebbe reso conto dalla reazione del pubblico e avrebbe cambiato linea, ma era un evento online.
La cosa comunque, plausibilmente, non incoraggia gli organizzatori di Glasgow a legare il nome di Martin alla loro manifestazione. Può essere che la cosa venga risolta e si possa vedere Martin in qualche panel, o può darsi di no, e allora gli appassionati potranno andarlo a cercare alle mostre degli artisti o al bar, dove ha detto che passerà la maggior parte del tempo.
3 commenti
Aggiungi un commentoMa perchè non termina quella dannata saga e basta ?
Non è capace. Non ha mai avuto un piano chiaro su come finirla, e non probabilmente non la concluderà mai (o la concluderà malissimo).
Se avesse una vaga idea, l'avrebbe fatto anni fa, invece di scrivere e pubblicare tutti gli altri libri che ha fatto.
In realtà RAH vinse quattro Hugo in dieci anni, però quando l'Hugo valeva ancora qualcosa.
H.P. Lovecraft e John Wood Campbell razzisti... chi se ne frega?
Se vogliamo far calare la damnazio memoriae su tutti gli scrirttori razzisti del passato in pratica dobbiamo cancellare tutto quanto.
BTW anche l'incipit di Star Trek viene considerato inopportuno, dove nessun uomo è giunto prima non fa bene.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID