Il Comicon del 2024 ha segnato un record di presenze, giustificato dai grandi nomi che hanno partecipato, come il disegnatore John Romita Jr (Amazing Spider-Man, Dazzler), l’autore di colonne sonore videoludiche Hitoshi Sakimoto (Final Fantasy, Valkyria Chronicles).
Tra le varie chicche presentate nel corso della manifestazione non è passata inosservata Code Cluster, fumetto pubblicato da Saldapress per la linea Ramenburger. In questa collana trovano spazio opere con lo stile del Sol Levante, realizzate però da artistici occidentali, tra cui molte sono storie di fantascienza, come per esempio, Godzilla: la guerra dei 50 anni, una delle tante dedicate al mostro gigante per antonomasia, dove il canadese Jason Stokoe (Alien: Dead Orbit, Wanton Soup) ci racconta la lotta dell’esercito ai Kaiju.
Code Cluster è opera di due giovani talenti italiani, Lorenzo Lanza ai testi e Valerio Fidenza alle matite, che abbiamo avuto il piacere di incontrare durante la manifestazione partenopea.
Vediamo quale è la storia di cui parla quest’opera.
Pianeta Rellumia. Quello che sembra un gigantesco meteorite si schianta nella regione di Aegaentis. Trecento anni dopo il pianeta ha ancora i segni della catastrofe. Vasti deserti lo ricoprono e sono abitati dai Cluster, creature mutanti dalle svariate forme forme, che danno la caccia agli uomini, i quali trovano rifugiano in in roccaforti che sono delle vere e proprie città-stato.
L’atmosfera di questo mondo non certo ospitale, nei vari insediamenti mostra un carattere diverso, minimale come un campo profughi, iperpotetta come il carcere di 1997 Fuga da New York, o barocca con dinosauri che trasportano carichi come nelle opere di Jean “Moebius” Giraud o nel revival di Prophet di Brandon Graham.
Gli autori sono stati ispirati da parecchie altre opere. I deserti sono quelli del mondo post apocalittico di Hokuto no Ken, opera influenzata a sua vlta da Mad Max di George Miller che con il nuovo capitolo Furiosa sta rivivendo una seconda giovinezza. Personaggi e situazioni ricordano molte opere presentate da Mtv nel nostro paese all’inizio del secolo del XXI secolo, nelle sue serate specifiche come il famoso Anime Night; incise nei ricordi degli appassionati ritroviamo le opere del talentuoso character designer Coreano Peter Chung (Aeon Flux, Alexander), l’eclettico Golden Boy di Tatsuya Egawa e quel capolavoro seriale che fu Cowboy Beebop di Shin'ichirō Watanabe con l’iconica colonna jazz di Yoko Kanno.
La protagonista di Code Cluster, si chiama Relia Weltraum ed è una cacciatrice di tesori e si avventura nelle zone desertiche del pianeta per trovare artefatti dell’antica tecnologia, come la Rei de Il risveglio della Forza, primo capitolo della nuova trilogia (detta anche sequel) di Star Wars.
Visivamente Relia è ispirata ad Haruko la protagonista di FLCL, un OAV (Original Animate Video) ossia le miniserie d’animazione edite in Giappone direttamente per il mercato Home Video. FLCL (che si legge anche Fooly Cooly), è stata creata dallo studio Gainax (Evangelion, Le Ali di Honneamise) dal maestro Yoshiyuki Sadamoto. Epocale fu lo slogan con cui venne annunciata: “The new digital animation”. La serie esordì nel 2000; in effetti era un prodotto altamente sperimentale con l’utilizzo di tecniche di animazione all’avanguardia per l’epoca. In Italia fu trasmessa da MTV. Volutamente nonsense raccoglieva molte citazione di oggetti Pop come la Vespa gialla guidata da Haruko e il basso Rickenbacker 4003.
Tornando a Code Cluster, durante una battuta solitaria di ricerca, in una città abbandonata nella regione di Lonea, Relia si imbatte in una strana capsula tecnologica, che inavvertitamente mette in funzione. Ne emerge un uomo in un evidente stato confusionale. I due vengono attaccati da un gruppo di Cluster, ma invece di scappare la tuta che indossa l’uomo sembra reagire al pericolo e si attiva. L’uomo comincia ad affrontare i mostri a mani nude. I guai non sono però finiti, perché alle calcagna dei cluster vi è una pattuglia dell’Aegis.
Nati come difensori e protettori della rediviva umanità che riemergeva dai rifugi post-apocalittici, l’Aegis aveva creato il Wanderer, una fortezza mobile capace di accogliere i gli uomini contrastando le bestialità dei cluster. Il Wanderer ricorda le città mobili di Macchine Mortali, libro scritto Philip Reeve del 2001 da cui poi Christian Rivers nel 2018 ha tratto film sulla sceneggiatura di Peter Jackson. Da salvatori ad oppressori in poco tempo, il Wanderer a intervalli regolari “attracca” nelle varie città razziando giovani e risorse.
Il comandante della pattuglia non gradisce l’interfenza nell’eliminazione dei cluster e attacca lo sconosciuto, uscendone però sconfitto. Si ritira nel Wanderer per raccontare dell’inaspettato incontro.
L’uomo senza nome al termine dello scontro perde nuovamente conoscenza. Trasportato a Frieden, la città dove vive Relia, non ha alcuna idea di chi sia nè ricorda il suo passato. In una visione, una donna misteriosa, una sorta di inconscia Cortana (citando l’I.A. che affianca il protagonista di Halo). La donna della visione, che tornerà durante la storia più volte, lo invita a svegliarsi chiamandolo Volken.
Volken è ispirato a Yu Ominae al protagonista del manga fanta-archeologica Spriggan di Hiroshi Takashige, divenuto un film di animazione del 1998 a cui ha collaborato anche Katshiro Otomo (Akira, Domu) e adattato più di recente in serie di animazione per Netflix. Gli Spriggan sono il braccio armato dell’agenzia segreta Arcam che ha il compito di scoprire e togliere dalla circolazione vestigia tecnologiche di una civiltà scomparsa (come gli Uomini In Nero del nostrano Martin Mystère).
I siparietti che la protagonista intrattiene con Volken e gli altri comprimari ricordano quelli di un western fantascientifico che è stato tra gli anime moderni a fare breccia nel nostro paese qualche anno fa: Trigun. In effetti il manga del 1996 scritto da Yasuhiro Nightow, poi anime con protagonista il Tifone Umanoide, Vash de Stampede, è una delle ispirazioni dichiarate di Code Cluster. Il soprannome di Vash nasce dalla fama di aver causato numerosi disastri in varie città del pianeta Gunsmoke, uno dei rifugi futuri dell’umanità, tanto da farlo dichiarare la prima calamità naturale vivente e far pendere sul suo capo la taglia stratosferica di sessanta milioni di doppi dollari. La realtà della sua natura, cosi come quella del protagonista di Code Cluster, è avvolta dal mistero e pian piano, durante l’opera si arricchirà di rivelazioni, restituendo una delle opere di fantascienza giapponesi moderne più amate, trasmesso da Mtv nel 2000 per la prima volta.
La sceneggiatura è di Lorenzo Lanza. Nato a Napoli nel 1995, è però cresciuto a Roma dove si è formato e laureato alla sapienza specializzandosi in regia, realizzando il suo primo cortometraggio nel 2019 al Rome Creative Contest. Realizza Serie indipendenti e Podcast. Tra questi ultimi ha realizzato la regia di The Closure dedicata al mondo del fumetto.
Valerio Fidanza ha 31 anni e si è formato alla scuola internazionale di comics di Roma specializzandosi nel fumetto americano. È insegnante di disegno per bambini e ragazzi in una cooperativa sociale della capitale. Nel 2018 viene scelto come illustratore per il videogioco Epic Seven di Smilegate. Ha inoltre partecipato a diversi contest di Kodansha e si è sempre classificato tra i primi dieci partecipanti.
Parallelamente al prosieguo di Code Cluster i due autori stanno lavorando a un nuovo progetto che al momento è Top Secret. Possiamo solo rivelare che è una storia che si svolge tra il nostro paese e il Giappone
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