Era il 23 luglio del 2016 quando alla Comic-Con di San Diego veniva annunciato il titolo della nuova serie Star Trek Discovery. Erano passati undici anni dall'ultimo episodio della serie precedente, Star Trek Enterprise. La CBS, padrona del marchio, non aveva mostrato interesse nel tenere viva questa proprietà, ma con l'avvento dell'era dello streaming lo ritenne un buon aggancio per lanciare il suo servizio CBS All Access (anni dopo diventato Paramount+).
Chiamato Alex Kurtzman, che aveva già lavorato con JJ Abrams agli ultimi film dal 2009 in poi, a dirigere il settore, la serie veniva affidata a vari personaggi destinati presto a sparire, come Bryan Fuller e Nicholas Meyer. Il debutto nel 2017, guidata da Gretchen J. Berg e Aaron Harberts.
La caratteristica distintiva della serie, poi seguita anche dalla successiva Star Trek: Picard, era quella di stagioni brevi (dieci episodi) centrate su un unico arco. Nella prima stagione l'astronave Discovery affronta la guerra contro i Klingon e il doppio gioco del suo capitano, Gabriel Lorca (Jason Isaacs) in realtà emissario dell'universo dello specchio; nella seconda la Discovery collabora col capitano Christopher Pike, aggregato dalla Enterprise, per sconfiggere un'intelligenza artificiale malevola; nella terza stagione, sbalzata nel XXXII secolo, collabora alla ricostituzione della Federazione; nella quarta stagione la protagonista Michael Burnham è stata finalmente nominata capitano della Discovery e affronta un'anomalia spaziale che spazza via interi pianeti.
Infine, la quinta stagione riprende l'idea (introdotta in Star Trek The Next Generation) della specie primigenia che ha diffuso la vita umanoide nella Galassia. L'idea però è sfruttata in modo francamente puerile, trasformata in una caccia al tesoro, una traccia per ogni episodio, che dovrebbe portare al recupero di una super arma.
Discovery verrà anche probabilmente ricordata da una parte del pubblico come la serie "woke" per eccellenza, vista la presenza abbastanza calcata di personaggi gay e non-binary. E anche per essere la prima serie di Star Trek dagli anni Ottanta a non aver visto la comparsa in almeno un episodio di William Riker, anche se poi l'attore che lo interpretava, Jonathan Frakes, ha diretto buona parte degli episodi.
Addio Discovery, fa buon viaggio.
5 commenti
Aggiungi un commentoNon mi mancherà.
Grazie Discovery (di essere finita), che il motore spongiforme di porti dove nessun spettatore è mai stato prima... e mai sarà.
più che una serie, è un'offesa all'intelligenza degli spettatori. Ha avuto 5 stagioni di troppo.
Ieri ho avuto modo di vedere l'ultima puntata, che non ha fatto che confermare il mio giudizio negativo sulla stagione e la serie in generale.
Troppe ne avrei da dire sulla trama e come viene risolta, ma lasciamo perdere, mi limiterò a sottolienare che l'ultima mezz'ora di comiati l'ho trovata stucchevole e inutile, buona sola per provare ancora una volta come nessun personaggio mi fosse entrato nel cuore. A un certo punto ho sperato che la vita vissuta dalla Burnham in futuro fosse stata solo una proiezione dell 'artefatto, un sogno, la vera prova che era degna del "potere dei progenitori"... Invece niente è solo che è stata più brava di Moll (che le da una botta in testa e via dopo essersi menate senza conseguenze visibili per 15 minuti...) a risolvere un enigma da Test psicoattitudinale da preselezione per entrare al Catasto... Decisamente non mi mancherà...
quante critiche , almeno siano costruttive,siete senza vergogna...
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID