Arthur C. Clarke è senza alcun dubbio uno dei più grandi autori di fantascienza della storia. I suoi romanzi hanno vinto premi come il Nebula e l’Hugo, ma è anche tra gli autori più venduti e tradotti al mondo. Tra i suoi cicli più famosi ci sono quello di Rama e quello legato al romanzo scaturito dalla sceneggiatura dal film di Stanley Kubrick 2001: Odissea nello spazio, ispirato a sua volta al racconto breve La sentinella. È anche un noto scienziato e divulgatore scientifico e con lui non potevamo che chiacchierare, per l’appunto, anche di scienza e tecnologia.

Mi piacerebbe partire, per questa nostra conversazione, con un tema che lei ha trattato molte volte nella sua narrativa, ovvero l’esistenza di altri esseri viventi nell’universo. Che cosa ne pensa? Siamo soli nell’universo? 

Esistono due possibilità: o siamo soli nell'universo o non lo siamo. Entrambe sono ugualmente terrificanti.

Dovremmo porci anche domande su noi stessi, sul fatto che come umanità siamo divisi, penso anche alle attuali forme di nazionalismo. Non crede che sia una questione importante al giorno d’oggi? 

Non è facile capire come le forme più estreme di nazionalismo possano sopravvivere a lungo, quando gli uomini hanno visto la Terra nella sua vera prospettiva, ovvero come un mondo unico piccolo contro le stelle.

Forse l’uomo non è capace di andare oltre i propri limiti? 

L'unico modo di scoprire i limiti del possibile è di oltrepassarli e finire nell'impossibile.

In ogni caso si dovrebbe partire, a mio giudizio, dalla scuola, per far capire ai giovani che l’umanità dovrebbe essere considerata nel suo insieme. Non crede? 

Per ciascun uomo, l'apprendimento dovrebbe essere un processo che continua per tutta la sua vita. Dobbiamo abbandonare, il più rapidamente possibile, l'idea che la scuola sia in qualche modo limitata all'adolescenza. Come potrebbe essere così, in un mondo dove metà delle cose che un uomo conosce a vent'anni non sono più vere a quaranta – e metà delle cose che un uomo conosce a quaranta non erano state scoperte quando ne aveva venti?

E qual dovrebbe essere il ruolo della politica, secondo lei? 

Siccome la politica è la scienza del possibile, sembra attraente solo a cervelli di seconda categoria.

Be’, cosa dovrebbe fare allora un politico, secondo lei, per rendere il mondo un posto migliore? 

I politici dovrebbero leggere libri di fantascienza, non western e polizieschi.

Capisco, allora trattiamo altri due temi a lei cari: la scienza e la religione. Oggi vanno di moda i complottisti o chi crede che la Terra sia piatta o nega il creazionismo e spesso sembrano accomunati da queste loro credenze come coloro che appartengono a delle sette religiose. Cosa ne pensa di questo genere di persone? 

Ho incontrato qualche "creazionista" e dato che si trattava di gente simpatica e intelligente, non sono stato in grado di decidere se sono davvero matti o se fanno solo finta di esserlo. Se fossi una persona religiosa, considererei il creazionismo alla stregua della bestemmia. Immaginano forse i suoi aderenti che Dio sia un imbroglione cosmico che ha creato le vaste e complete tracce fossili per il solo proposito di ingannare l'umanità?

La scienza ha quindi avuto la supremazia sulla religione? 

La scienza può distruggere la religione ignorandola così come disapprovando le sue dottrine. Nessuno ha mai dimostrato, per quanto ne sappia, la non-esistenza di Zeus o di Thor, tuttavia queste divinità hanno oggi ben pochi seguaci.

La tecnologia, invece, sembra essere oggi l’oppio dei popoli? 

Ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia.

Quindi il progresso tecnologico sarà sempre l’orizzonte dell’uomo del futuro? 

Al tasso di sviluppo del progresso attuale è quasi impossibile immaginare che una qualsiasi caratteristica tecnica non possa venire raggiunta – se è possibile raggiungerla del tutto – entro i prossimi cento anni.

Qual è il suo pensiero sull’Intelligenza Artificiale? 

Siamo tutti macchine. È soltanto una questione di misura. L'essere basati sul carbonio o sul silicio non fa alcuna differenza fondamentale: tutti dovrebbero essere trattati con il dovuto rispetto.

Ai suoi tempi la televisione sembrava il mezzo di comunicazione più avanzato, oggi invece c’è la realtà virtuale che sembrerebbe poterla sostituire… 

La televisione non verrà semplicemente sostituita dalla realtà virtuale. La realtà virtuale la mangerà viva.

Anche i social network sono tecnologie che hanno innovato il nostro modo di comunicare, mentre per qualcuno sono diventati solo il teatro delle oscenità umane. Cosa ne pensa? 

Più meravigliosi sono i mezzi di comunicazione, più i suoi contenuti sembrano essere banali, osceni o deprimenti.

Per chiudere questo nostro colloquio, non posso non chiederle il reale significato di 2001: Odissea nello spazio, soprattutto il finale. Ci svela cosa volevate dire lei e Kubrick? 

Se qualcuno capisce il film alla prima visione, allora abbiamo fallito nel nostro intento.