Del 1968 è il commovente I due mondi di Charly (produzione USA), film diretto e prodotto da Ralph Nelson e tratto dal romanzo Fiori per Algernon di Daniel Keyes, che vinse il premio Hugo nel 1960 e in Italia fu inserito nel celebre Le meraviglie del possibile (Einaudi, 1959) di Carlo Fruttero e Sergio Solmi.

Nelson è noto per film come Soldato blu (1970) e per aver realizzato l’episodio n.36 de Ai confini della realtà (1960): Un mondo su misura (A world of His Own).

La durata è di 103 minuti e il soggetto è dello stesso Keyes.

La copertina di Fiori per Algernon
La copertina di Fiori per Algernon

Il film è uno dei pochi di fantascienza ad aver vinto l’Oscar nel 1969, con Cliff Robertson come miglior attore protagonista.

Charlie Gordon è una persona con un ritardo mentale che lavora come inserviente in una panetteria, preso di mira dai sadici scherzi dei colleghi di lavoro. Alice Kinnian (Claire Bloom), una psicologa che lo segue, gli prospetta la possibilità di seguire un percorso terapeutico già sperimentato da un topolino di laboratorio, Algernon, che in poco tempo ha acquisito grandi capacità cognitive. La cosa funziona anche per Charly e così Iniziano così delle gare con Algernon per trovare nel minor tempo possibile un punto in un labirinto, dove per il topolino è depositata una ricompensa come cibo. All’inizio Charly perde sempre, ma col tempo diviene sempre più abile e alla fine riesce a battere Algernon. È l’inizio di un’emozionante esperienza presso l’istituto dei dottori Nemur e Strauss, dove lavora anche Alice.

Lasciata la panetteria diviene esperto in molte aree di conoscenza mostrando una intelligenza superiore per poi scoprire che l’effetto è solo transitorio e che sia lui che il topo torneranno quelli di prima. Nel frattempo ha però instaurato un delicato rapporto sentimentale con Alice che provvederà ad allontanare quando si rende conto della reversibilità del processo che è quindi solo temporaneo.

Un aneddoto interessante sul film è che Elio Petri e Marcello Mastroianni tentarono di avere i diritti del libro ma questi erano detenuti proprio dall’attore Robertson e quindi come film di fantascienza si indirizzarono verso La settima vittima di Robert Sheckley, da cui fu poi tratto il film La decima vittima, girato interamente nel quartiere romano dell’Eur.

Il film e il romanzo seguono la stessa linea. In realtà, ancor prima di essere un film di fantascienza è un film drammatico, di una delicatezza estrema.

Non bisogna dimenticarsi che siamo nel 1968, in piena contestazione giovanile, e le tematiche della diversità cominciavano ad affiorare nel panorama americano e poco dopo si sarebbero trasferite in Europa, attraversando l’Atlantico. E Charly è un diverso, un ritardato mentale, vittima, come detto, dei crudeli scherzi dei colleghi.

Qualche anno dopo, nel 1975, Qualcuno volò sul nido del cuculo, con il magistrale Jack Nicholson e diretto da Miloš Forman, affronterà il delicato tema della istituzione psichiatrica in parte collegato con I due mondi di Charly.

Nel 1970 Luigi Cozzi fece una rassegna di ben 55 giorni in cui il film fu proiettato con tanto di un “libretto” con tutte le trame.

Il film è anche a suo modo sperimentale, utilizzando molto la tecnica dello split screen, del resto molto in voga in quel tempo.