Durante un convegno svoltosi presso la Rice University di Huston (Texas, USA) per celebrare il 40° anniversario del celebre discorso che il presidente John Fitzgerald Kennedy pronunciò il 12 settembre 1962 proprio dallo stadio di quella medesima università e durante il quale lanciò la sfida alla conquista della Luna e diede così l'impulso decisivo a quella che per i quindici anni successivi fu la grande corsa allo spazio, Arthur C. Clarke è intervenuto telefonicamente dalla sua residenza in Sri Lanka e le sue parole a tale proposito sono state di amara delusione. "La fine della Guerra Fredda ha eliminato una delle principali motivazioni della corsa allo spazio," ha detto, aggiungendo che: "saremo fortunati se raggiungeremo Marte entro il 2020". Secondo Clarke ormai siamo giunti a una situazione mondiale in cui la corsa allo spazio non può più essere appannaggio di una singola nazione, nemmeno della nazione più potente della Terra come gli Stati Uniti. "Nessuno può farcela da solo," ha concluso. "L'esplorazione dello spazio dovrà essere un'impresa globale".