Vi sarete chiesti – specialmente se frequentate questo sito! – cosa sia questa cosa che “oggi si chiama fantascienza”. Ce lo spiega, dove l'“oggi” è in effetti il 1966, un servizio d'epoca della TV Svizzera. Il servizio è interessante per vari motivi. Comincia in modo equilibrato, col giornalista che intervista Andreina Negretti, all'epoca vera anima di Urania. Tra le altre cose le viene chiesto chi siano i lettori di Urania e lei tira fuori un dato clamoroso: 92% di maschi. È un genere che si addice di più al lettore maschile che al lettore femminile in verità
dice Negretti.
Se già storcete il naso su questa frase, di lì in poi il servizio scende decisamente la china del pregiudizio arrivando alla fine a conclusioni decisamente… opinabili.
Non vi anticipiamo nulla, ve lo lasciamo godere nella sua squisita ingenuità.
4 commenti
Aggiungi un commentoNon capirò mai questa mania moderna di scandalizzarsi nel sentire affermazioni di un passato anche remoto. La capacità di contestualizzare che fine ha fatto? Allora le cose stavano così, fatevene una ragione.
Ci si scandalizza perché queste affermazioni arrivano da un ente pubblico il cui compito è favorire il diffondersi della cultura. Una tale mancanza di curiosità è imperdonabile, già allora. Purtroppo lo stesso atteggiamento lo si ritrova ancor oggi. Meno diffuso, ma c'è.
Ma quale pregiudizio.
Per è valsa, vale e molto probabilmente varrà sempre la "Rivelazione di Sturgeon".
Facciamocene una ragione.
La cultura non la "costruisci" dal nulla. Un ente pubblico può favorire un atto già in corsa, non crearne uno da 0. In quegli anni le cose stavano come dice la Negretti, c'è poco da storcere il naso. Esistevano lettrici di SF? Sì, ma le statistiche erano impietose sul loro numero. Ente pubblico, poi? Una casa editrice deve vendere i suoi prodotti, non creare mercati dove non ci sono possibilità, o se ci sono sono molto poche e di scarso valore. Il gioco quando non vale la candela non lo si comincia neanche. Poi, con la fantascienza, che in quegli anni veniva vista con sospetto dalla cultura generalista? (Per tacere di quella "seria" con la puzza sotto il naso...)
La verità è che oggi ci si scandalizza per moda, perché i social hanno favorito un clima ottuso del "se non lo fai, non sei come gli altri". Poi vengono su aberrazioni come la cancel culture, o la messa alla gogna di personaggi i cui resti non sono più neanche cenere...
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