L'interesse per le utopie sociali sono evidenti nell'opera di H.G. Wells, così non è sorprendente il fatto che lo scrittore britannico, autore di capolavori come La macchina del tempo o La guerra dei mondi, ma anche di A Modern Utopia e The Shape of Things to Come, si fosse interessato molto della grande novità politica del suo tempo, la Russia comunista, e che avesse intrapreso alcuni viaggi per studiarla da vicino, arrivando nel 1920, grazie all'amico Maxim Gorky, a intervistare lo stesso Lenin.
Si parla molto in questi giorni di Vladimir Ilic Ulyanov, detto Lenin, perché il 21 gennaio è occorso il centenario della morte, avvenuta nel 1924 in seguito a una serie di ictus, a soli 54 anni.
Nell'articolo Faccia a faccia con Lenin, pubblicato oggi sul sito di L'Internazionale, Wells descrive un Lenin brillante, alla mano, che parla fluidamente inglese e che non si tira indietro di fronte ad alcun argomento. Wells è ansioso di sapere come funziona l'implementazione delle idee marxiste nella realtà e l'impressione che ne ricava è che l'ideale comunista nel mondo reale vada incontro a centinaia di piccoli problemi per i quali la nuova classe governante appare del tutto impreparata. Lenin si stupisce del fatto che gli Inglesi non abbiano ancora abbattuto il capitalismo nel loro paese, ma non si fa remore ad auspicare una collaborazione commerciale con i nuovi protagonisti della politica mondiale, gli Stati Uniti.
L'articolo, molto interessante, fa parte del volume Russia in the Shadows, pubblicato da Wells nel 1921, di cui non ci risultano edizioni italiane.
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