Mercoledì a Lucca Comics and Games… un po' come la più nota ragazzina Addams un mercoledì piovoso, un po' lugubre… niente di meglio che darsi al romanzo gotico in una giornata come questa. A.J. West è molto simpatico e ci fa subito sentire a nostro agio. Una persona aperta, comunicativa cui si percepisce subito la voglia di narrarci la sua storia.

Il libro

Belfast, 1914. Finita l’era vittoriana, Inghilterra e Irlanda sono scosse dai cambiamenti. L’inaffondabile Titanic è affondato ormai da due anni, e la morte che ha portato con sé ha alimentato la passione – diffusa specialmente nella classe media – per occultismo e spiritismo. Uomo di scienza ma tribolato da infiniti problemi economici, William Jackson Crawford fa parte proprio di quella stessa classe in ascesa. Ingegnere, professore al Municipal Technical Institute di Belfast, è certo che non appena terminerà di scrivere il suo nuovo libro il successo giungerà e, con quello, la fine dei problemi. A interrompere la sua tranquilla vita familiare, tuttavia, giunge la tragedia: la morte dell’unico figlio maschio spinge prima la moglie e poi William stesso nelle spire del circolo di Kathleen Goligher, giovane medium dagli straordinari poteri che impazza in città. Da uomo di scienza qual è, William non può mettere da parte lo scetticismo e la razionalità che accompagnano da sempre la sua esistenza, eppure non può neanche negare ciò che vede e sente: durante le seance, voci dall’oltretomba raccontano segreti mai svelati, riportando a galla traumi di un passato forse non così ben sepolto. Ben presto, dunque, la sua unica missione diventa provare la scientificità del soprannaturale: William Jackson Crawford diventerà l’ingegnere degli spiriti e il suo nome sarà ricordato per sempre. Quello che William non sa, però, è che sta per entrare in un gioco dove ingannati e ingannatori si scambiano continuamente di ruolo, fino a giungere a quella che potrebbe essere la fine… o forse solo un ultimo esperimento?

L'intervista

Molte sono state le domande rivolte all'autore che, con pazienza e grande professionalità, ci ha illustrato la sua carriera. 

West sin da ragazzino ha intuizioni brillanti come narratore e, infatti, come giornalista gli viene sovente criticato uno stile più adatto alla novellistica che non agli articoli dei quotidiani. Il suo essere poco sintetico mal si addice allo stringato mondo del giornalismo. L'ispirazione gli nasce attraverso lo studio del personaggio realmente esistito di W.J. Crawford che, comeWest stesso, è uno scettico e non crede assolutamente al paranormale e allo spiritismo, ma poi, via via che la trama si dipana, viene attratto da quel mondo che credeva di poter smascherare. West ci confessa che man mano che scriveva si è sentito come “impossessato” dal protagonista finendo quasi per credere davvero al mondo degli spettri. Quasi percepiva la stessa “energia” che Crawford pensava di percepire quando assisteva alle sedute spiritiche. 

L'autore si è documentato profondamente sugli usi e sul linguaggio dei primi anni del '900 cercando di evitare anacronismi marchiani soprattutto nelle espressioni verbali, ma utilizzando una chiave di comunicazione adeguata anche per i lettori moderni. Una sfida non da poco. 

Ma perché proprio quegli anni? Perché lo spiritismo? Sono anni in cui gli uomini percepiscono un fascino intenso da misticismo proveniente dalle colonie, ed è un periodo in cui la corrente elettrica, il telefono e il treno fanno sentire tutti quasi onnipotenti, quasi in grado di poter strappare il velo che separa questa dimensione dall'altra. Nel caso specifico del popolo inglese persino una sorta di voglia di conquistare, oltre alle colonie terrene, anche quelle ultraterrene, la cosiddetta “Summerland”, la terra oltre i confini della morte. E poi, francamente, gli esseri umani sono sempre stati attratti da ciò che è eccitante e al di fuori dell'ordinario. 

Una atmosfera fortemente influenzata da Conan Doyle che parla appunto della “Summerland” come nuova dimensione.  

West si è molto ispirato a Houdini – noto smascheratore di veggenti truffatrici – e a Conan Doyle inserendo persino un capitolo del suo romanzo in cui vi è un lungo dialogo fra i questi due noti personaggi.

Nonostante sia un romanzo gotico “La meccanica degli spirti” ha anche risvolti “gialli” e per questo West ha avuto spesso il timore di rivelare troppo o troppo  presto, ma si è molto rassicurato grazie ai suoi beta reader che altri non sono che amici e parenti che, leggendo in anteprima il romanzo, lo hanno rassicurato: nessuno di loro aveva indovinato il finale prima del tempo e nessuno di loro aveva individuato il “colpevole” prima del dovuto. 

Su Lovecraft West è abbastanza categorico: gli piace, ma tende a evitare di leggere troppi autori gotici onde evitare di farsi influenzare nello stile narrativo.

E la medium? Crawford la studia come si studierebbe un qualsiasi fenomeno scientifico, non una donna, non un essere umano. West capisce e si rammarica – ma così era a quel tempo – della mascolinità tossica del protagonista maschile, questo suo essere così patriarcale.  

West ci saluta parlando del suo ultimo lavoro: una storia nella Londra underground del settecento. Una storia violenta tratta da una vicenda vera: la condanna per impiccagione di un uomo accusato di omosessualità in realtà innocente, ma ucciso a causa di un invidioso delatore. 

Dopo un romanzo gotico, quindi, un romanzo di denuncia. Un percorrere a ritroso la storia per trovarvi sempre grandi temi di attualità.

La pioggia continua a correre veloce sulle mura di Lucca e il fascino del mistero e del passato corre con lei.