Fratelli di Tastiera, quale migliore definizione per questa strana coppia di scrittori che vivono a migliaia di chilometri di distanza e che si sono visti solo due volte di persona in dieci anni? Due volte! Per un totale di dieci giorni. Qualcosa come un centinaio di ore, o poco più. Parlando due lingue diverse.
Eppure, io e Paul abbiamo saputo sintetizzare questa strana corrispondenza intellettuale nei quattro racconti che compongono questa antologia. Circa cinquantamila parole che, per questa edizione, sono state viste e riviste più volte, tanto da integrare i racconti con parti completamente nuove, composte per l’occasione.
Abbiamo saputo non solo scrivere ma anche, cosa molto più importante, riscrivere e ampliare. E lo abbiamo fatto dopo che, l’ultima volta che ci siamo visti, a Catania, nel corridoio di un albergo, avevamo stipulato una solenne promessa: far uscire questo libro a tutti i costi.
Inoltre, in questa raccolta i racconti sono presentati seguendo non l’ordine originale in cui sono stati scritti e pubblicati, ma l’ordine cronologico degli avvenimenti narrati. In questo modo il lettore potrà cogliere e apprezzare meglio i diversi riferimenti incrociati che, come tanti piccoli easter egg, abbiamo disseminato al loro interno.
Singolare la scelta del titolo. Volevamo qualcosa che riflettesse le nostre storie, ma che non fosse banale, che fosse a un tempo sinonimo di potenza e di sudore e fatica. Il Diesel. Come le automobili che usano questo carburante sono forti e robuste, anche noi lo siamo. Paul un vero e proprio Caterpillar, io un posapiano che si infiamma all’improvviso. E le storie? Hanno tutte un umore antico, un po’ retrò, anche quella ambientata nel futuro. Sembrano uscite dalla mano di uno scrittore che non conosce le mirabolanti tecnologie del nostro secolo, che si stupisce ancora per un robottone e la sesta o settima dimensione, e cita gli abitanti di Venere o Saturno. Un po’ B-movie, un po’ B-story, un po’ di divertimento… ma mai del tutto spensierato.
E già, con Paul abbiamo pensato di metterci anche un pizzico di critica sociale, un po’ di castigat ridendo mores, che non guasta mai in una fantascienza e un fantastico che facciano riflettere, perché riflettono, necessariamente, il mondo in cui viviamo.
Passando ai ringraziamenti, in primo luogo Armando Corridore, insieme alla moglie Rosa. È lui che ci ha fatto conoscere, che in parte ci ha ispirato e che, per primo, ci ha pubblicati in Italia. Subito dopo la Acheron Books, nella persona di Samuel Marolla, che ci ha offerto la possibilità di pubblicare per la seconda volta. Quindi la redazione di Fondazione SF Magazine, e l’associazione omonima, che ci hanno permesso di pubblicare il terzo racconto scritto insieme. Un grande grazie va anche a Silvio Sosio, che ci ha spronato a scrivere un racconto inedito solo per questa antologia e che l’ha pubblicata. Infine, last but not least, Salvatore Deodato, traduttore e editor, che ci ha seguito nelle nostre innumerevoli piccole variazioni, aiutandoci a rendere i racconti un materiale nuovo e, spero, piacevole.
Per questo, buona lettura di Dieselpunk: saremo felici se vi strapperà un sorriso e una riflessione; molto più felici se vi aiuterà a sognare.
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