Cosa sarebbe l’estate senza un romanzo di Fantascienza? E quest’anno, tra le tante proposte di Urania per l’estate, si è fatto strada il passaparola per un romanzo: Spirito di Napa Tei dell’esordiente Lars Schlichting che si può tranquillamente definire una buona lettura appagante.

Grazie alla sua presenza nei social, abbiamo intervistato l’autore.

Prima di iniziare a parlare del romanzo ti chiedo qualche riga di autopresentazione…  

Sono un avvocato di Lugano, Svizzera, padre tedesco (da qui cognome) e madre svizzera, ma mio nonno materno era italiano. Sono cresciuto a Lugano, ma l’estate andavo sempre in Germania. Da piccolo avevo un po’ di dislessia, e scrivevo in italiano come le Sturmtruppen, ho dovuto frequentare delle scuole speciali per risolvere il problema. Ho studiato legge a Friburgo, Svizzera, in un corso bilingue (francese e tedesco) e ho poi lavorato prima a Berna presso l’amministrazione federale, per poi tornare a Lugano. Attualmente ho il mio studio di consulenza legale e siamo specializzati nell’ambito digitale, ovvero blockchain, tokenizzazione, metaversi, intelligenza artificiale.

Come mai hai deciso di scrivere un romanzo di fantascienza, e in italiano? 

Da piccolo leggevo tantissimo, era parte della cura contro la dislessia. Da qui è nato il mio amore per la narrativa. Già alle superiori cercavo di scrivere dei racconti che venivano cassati senza appello dalle professoresse di italiano. Con il tempo e la mia professione di avvocato ho iniziato a scrivere saggi di diritto. È poi arrivato un giorno in cui mi sono trovato a confrontarmi con una situazione professionale particolare, ed è stato proprio in questo momento di difficoltà che ho avuto lo stimolo di scrivere un romanzo. Mi sarebbe piaciuto scrivere un romanzo storico, ma mi spaventava tutta la ricerca che questo avrebbe comportato. Ho dunque optato per un romanzo di fantascienza, perché nessuno avrebbe potuto contestare le invenzioni o avvenimenti futuri ivi descritti, ma in “Spirito di Napa Tei” ci sono numerosissimi riferimenti storici.

Ho scritto il romanzo in italiano perché è la mia lingua madre. Benché io sia fluente in tedesco, francese e inglese, sogno in italiano, e Napa Tei è nato dai miei sogni. Mi piacerebbe riuscire a pubblicare il romanzo anche in tedesco, essendo anche un cittadino di questo paese.

Napa Tei ha alle spalle un solido world building, quanto hai impiegato a definirlo? 

Non saprei dire. Ricordatevi che in realtà io sono un avvocato e che il mio lavoro mi occupa a tempo pieno. La storia di Napa Tei, con le sue culture e i suoi mondi sono nati e sono maturati nella mia mente durante un lungo periodo in cui Aveani, Chuggen, Sh’xe e Digit erano solo un mio modo per evadere dal quotidiano e ricaricare le batterie. Quando mi sono deciso a scrivere la storia avevo già molto bene in mente ogni cultura aliena e le sue particolarità. Qui mi sono fatto influenzare molto dalla Svizzera, un paese con 4 lingue ufficiali (qualcuno non sa che l’italiano è una lingua ufficiale in Svizzera, ma tanti non sanno che lo è anche il romancio, un’altra lingua che deriva dal latino). Per noi svizzeri, è normale avere contatti con culture anche molto diverse tra loro (tra un ticinese e uno zurighese vi sono veramente poche identità culturali) e le varie scene nel libro dove Will ha problemi di comunicazione con le altre culture derivano anche dalla mia esperienza personale. Vi svelo un segreto, i Chuggen portano tutti nomi di località romance.

Il protagonista è, ovviamente, un umano, ma non un eroe spaccone, la sua evoluzione, alle volte sembra quasi inconsapevole, è stata una scelta precisa? 

Forse un po’ inconscia all’inizio, ma poi voluta. Non mi sono mai piaciuti gli spacconi e non volevo che Will fosse una persona con poteri speciali o unici. Al contrario volevo che ogni persona che leggesse il libro si potesse immedesimare in questo personaggio che riesce a unire tutte le razze più per le sue azioni che per la sua volontà. Un esempio è il duello con il Chuggen dove…. ma forse meglio non “spoilarare”.   Mi sono anche accorto che il viaggio di Will è simile al viaggio di Frodo del Signore degli anelli. Anche Frodo non ha alcun potere o facoltà particolare, se non quello di essere il portatore dell’anello, anche Frodo ha bisogno di compagni che lo aiutano, anche Frodo cambierà nel suo viaggio e tornerà a casa non tanto da eroe, ma come uomo maturo.

Le razze aliene vengono descritte con il metodo “show don’t tell” e penso che questo derivi da un ottimo lavoro di background, direi non solo scritto, sono curioso di sapere se ti sei aiutato con schizzi, schemi o altro?

No niente, sono una frana a disegnare. Avevo tutto in testa. Ogni singola razza, ogni singolo personaggio me lo sono immaginato e sognato. Ad un certo punto ho fatto un foglio di una pagina in cui avevo indicato gli elementi di ogni razza, ma è stato più un lavoro per riordinare i miei pensieri e non l’ho mai veramente usato durante la stesura del romanzo.

Napa Tei, una scena del game
Napa Tei, una scena del game
Nel romanzo ci sono echi di Babylon 5, di The Expanse e anche della “vecchia” fantascienza scritta negli anni d’oro negli USA e in Europa (penso anche al serial di romanzi tedeschi di Perry Rhodan), quali sono i romanzi e i film / serie di fantascienza che formano le tue radici? 

Nel 1977, avevo 5 anni, mio padre mi prese con sé quando andò a vedere il primo film di Star Wars, che all’epoca chiamavamo ancora Guerre Stellari. Poi ho visto anche Star Trek nel 1979. Ma ci sono due opere che mi hanno veramente influenzato. La prima è il romanzo Dune di Herbert, il secondo è la serie Babylon 5 da te citata. Non per niente ci sono due chiari riferimenti a queste opere nel libro.

Napa Tei è presente anche nel metaverso, con un sito e un gioco, ce ne parli? 

Nella mia attività professionale ho avuto la fortuna di lavorare per progetti molto interessanti. Uno di questi è the Nemesis, un metaverso che non soltanto permette di creare dei mondi fantastici, ma anche di avere delle esperienze al suo interno. Quando Urania mi ha comunicato di voler pubblicare il libro ho discusso con loro e hanno subito voluto creare un metaverso, anzi più metaversi, che ripropongono alcuni capitoli del romanzo. L’idea è duplice: da una parte permettere a chi ha letto il libro di rivivere le avventure di Will e dei suoi compagni, dall’altra avvicinare alla lettura del romanzo le giovani generazioni, più avvezze ai mondi digitali che a fantasticare leggendo. Ad oggi abbiamo pubblicato i primi due metaversi, il primo si svolge durante la partenza, il secondo invece è sulla stazione di Napa Tei. In questo secondo metaverso organizzeremo eventi come interviste o giochi come speed run. Chi completa il metaverso riceverà anche dei premi. Ad esempio se concludi il secondo metaverso riceve un avatar aveano. Abbiamo poi fatto un sito che propone tutte le attività legate al libro, tra cui anche un concorso che vorrei lanciare in futuro, in cui i lettori devono trovare tutti i riferimenti storici e artistici contenuti nel romanzo.

Oltre al metaverso hai pensato alla possibilità che diventi anche un fumetto o un serial per qualche piattaforma di streaming? 

Sarebbe bello. Sono un grande appassionato dei fumetti franco-belgi, che hanno pubblicato delle incredibili serie fantascientifiche, come “Aquablue”, che non pochi pensano abbia influenzato Avatar. Tanti mi hanno invece scritto dicendomi che il libro si presta benissimo ad una trasposizione cinematografica o televisiva, ma temo che la strada per questo obiettivo sia ancora lunga.

Napa Tei, una scena del game
Napa Tei, una scena del game
Penso che lo Spirito di Napa Tei stia un po’ stretto in un solo romanzo, stai lavorando a uno o più sequel? 

Mi piacerebbe, ma il problema è il tempo. La mia attività professionale è estremamente  stimolante e mi occupa a tempo pieno, mentre un autore emergente come me non può pensare di guadagnare dalla semplice pubblicazioni di libri. Ma se “Spirito di Napa Tei” dovesse ottenere un discreto successo troverò sicuramente il tempo per scrivere ancora.

Cosa dire in conclusione se non che alle volte non è necessario un travaglio creativo solipsistico, forse neanche tutti gli schemi che vengono insegnati nei corsi e scuole di scrittura possono bastare, l’importante è sognare storie e, se ne ha voglia, provare a scriverle e proporle anche con tutte le inevitabili difficoltà del caso. Ecco, forse il segreto del successo di Napa Tei è proprio di essere nato nel mondo della fantasia e del sogno e di averne trasmesso un po’ a tutti i lettori.

Ovviamente, grazie al suo autore Lars Schlichting.