Chissà: forse se ci fosse stato un premio Nobel per la migliore scienziata e uno per il miglior scienziato ci sarebbero state più donne premiate. Lo stesso vale per i premi Pulitzer, o per i Premi Hugo, per esempio. Ci sono dei premi in cui questa regola forse un po' ridicola è in vigore da sempre: i premi per il cinema e la televisione. Miglior attore, migliore attrice. Come se l'attrice non fosse realmente in grado di comptere e quindi avesse bisogno di una categoria a sé.
E che succede poi quando un interprete non si riconosce né nell'una né nell'altra categoria?
Il problema è stato riportato con forza al centro dell'interesse con la candidatura di Bella Ramsey agli Emmy come “miglior attrice in una serie drammatica”, per la sua interpretazione di Last of Us. Ramsey è non-binary, ovvero non si identifica né nel genere maschile che in quello femminile.
Ci sono stati altri casi, in passato: Emma Corrin, per il suo ruolo nella parte di Diana nella serie The Crown, o Emma D'Arcy per House of the Dragon.
Ma come vengono decise le categorie nelle quali concorrono gli attorə? In linea generale, questi premi di alto livello prevedono che gli artistə decidano loro stessi in che categoria essere inclusə. Ramsey ha quindi scelto in prima persona in che categoria partecipare, ma in altri casi la scelta è stata, piuttosto, di non partecipare affetto.
Sull'argomento, tutt'altro che banale, ha scritto un interessante e completo articolo Topher Bigelow su Collider, al quale vi rimandiamo per approfondire l'argomento.
2 commenti
Aggiungi un commentoPersonalmente non vedo l'ora (se farò in tempo) di vedere la fine di questo tipo di discorsi e di problemi, di vedere, alla fine, che ci saranno solo persone da valutare, premiare, considerare, etc. ora, ancora, serve fare notare che ci sono differenti categorie di persone ed è, insieme, un bene e un male... un bene, per costringere tutta quella massa di cavernicoli marziani a trattare con rispetto "tutti"; un male perché, come evidenziato nell'articolo, si fanno distinzioni che prestano il fianco a interpretazioni insensate e costringono (se si vuole far parte della "festa") a scelte artificiose...
Penso che la particolare divisione dei premi cinematografici (e non) per genere e ruolo (protagonista, non protagonista...) derivi dal processo produttivo di queste particolari opere artistiche. Nel casting iniziale, infatti, si cercano "uomini" e "donne", specificando età, etnia, fisico, attitudine, attraenza, ed altre caratteristiche (si, anche l'ambiguità di genere) che citate in contesti diversi sarebbero considerate discriminanti e offensive della dignita della persona. Come riprova (che io sappia) fuori dai festival (quelli si ) di genere, premi alla miglior regia, sceneggiatura, fotografia ed altri ruoli non attoriali, separati tra femminile e maschile non esistono.
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