Interstellar è un film del 2014 diretto da Christopher Nolan. Una pellicola particolare perché il produttore esecutivo è il fisico teorico e premio Nobel Kip Thorne, che è uno dei più grandi esperti al mondo di Relatività.

La teoria di Einstein è l’essenza di Interstellar, che ha vinto l’Oscar 2015 per i migliori effetti speciali ed ha avuto anche altre quattro candidature. Dura 169 minuti, è costato 165 milioni di dollari e ne ha incassato oltre 675. Quindi un vero successo di botteghino.

La trama rientra nel filone apocalittico.

Joseph Cooper (Matthew McConaughey) è un ex pilota Nasa che nel 2067 deve fare l’agricoltore come tutti, perché il mondo subisce una carestia dovuta ad un parassita che ha distrutto i raccolti. Inoltre, i cambiamenti climatici hanno prodotto un continuo vento che deposita ovunque una densa polvere che ricopre tutto.

In questo contesto così difficile c’è anche uno strano fenomeno che inquieta ulteriormente i protagonisti.

La figlia Murph (interpretata da bambina da Mackenzie Foy e da adulta da Jessica Chastain) comunica con un “fantasma” che utilizza la libreria per mandare messaggi tramite la polvere.

Cooper non crede a quanto lei afferma, ma poi cambia idea quando decodifica un messaggio: si tratta di coordinate in base binaria che lo indirizzano insieme a Murph a quella che una volta era la Nasa, dove rincontra il suo professore Brand (Michael Caine), che gli chiede di pilotare una astronave per trovare un nuovo pianeta, una nuova Terra, dove l’umanità si trasferirebbe per evitare la carestia e le continue tempeste di sabbia dovute ai cambiamenti climatici.

Nel frattempo, il professore è immerso nei calcoli per risolvere una sua “equazione gravitazionale” che dovrebbe permettere all’umanità di emigrare dalla Terra.

Cooper guida la missione con l’Endurance per raggiungere Saturno dove qualche decennio prima è apparso un cunicolo spazio-temporale (wormhole). Fanno parte della missione anche la figlia del professor Brand, Amelia (Anne Hathaway), Romily e Doyle.

Si pensa che altri esseri pentadimensionali abbiano voluto così aiutare l’umanità. Utilizzando il cunicolo si ritrovano in un’altra galassia, in un sistema planetario in orbita intorno a Gargantua, un buco nero supermassiccio.

Infatti, un buco di tarlo riesce a piegare lo spazio in una quarta dimensione unendo punti anche distantissimi. Si tratta insomma di una scorciatoia spaziale. La fortissima gravità rallenta lo scorrere del tempo per chi la sperimenta. Così chi scende sui pianeti, vicini al buco nero, invecchiano più lentamente di chi rimane in orbita.

Vi sono tre pianeti da visitare che sono stati precedentemente esplorati da tre volontari. Il primo è un pianeta completamente ricoperto d’acqua e soggetto a terribili maremoti e Doyle vi annega. Impressionante la scena con una enorme onda alta chilometri che si abbatte sull’astronave.

Tuttavia, i due superstiti riescono a tornare indietro sulla navicella base che li aspetta in orbita.

A causa dello slittamento temporale un’ora dura sette anni sulla Terra e quando tornano a bordo sono passati 23 anni e di questa età Romily è invecchiato rispetto ai due che sono stati sulla superficie del pianeta.

Il secondo pianeta è un mondo ghiacciato da dove l’esploratore Mann ha inviato falsi rapporti per salvarsi. Dopo una colluttazione avventurosa Mann ha la peggio e i due si salvano.

Resta il terzo pianeta e Cooper propone una fionda gravitazionale per raggiungerlo ma alla fine si sacrifica (il peso era eccessivo), lasciando Amelia da sola diretta verso il pianeta desertico mentre lui finisce dentro il buco nero.

Attraversando l’orizzonte degli eventi si ritrova in un tesseratto pentadimensionale che lo porta proprio nella biblioteca della sua abitazione in cui fornisce dei dati per risolvere la complessa equazione gravitazionale a Murph.

Il “fantasma” quindi è proprio Cooper che comunica dal tesseratto e gli “esseri” sono soltanto l’umanità del futuro.

Alla fine Cooper viene recuperato e riportato non sulla Terra ma su una colonia cilindrica orbitante costruita grazie alla figlia Murp, divenuta nel frattempo una famosa scienziata.

L’espediente della colonia ricorda il romanzo Incontro con Rama (1972) di Arthur C. Clarke dove esiste un vero e proprio mondo cilindrico artificiale.

Molto toccante il momento dell’incontro in cui Murph è centenaria mentre Cooper è invecchiato di pochissimo ed è molto più giovane. Alla fine Cooper ripartirà verso il terzo pianeta alla ricerca di Amalia che è rimasta sola nel deserto.

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Nel film in italiano ci sono alcune inesattezze. Ad esempio, è detto che la stella più vicina alla Terra è a 1.000 anni luce.

Invece la stella più vicina è Proxima Centauri a soli 4,3 anni luce.

Poi si dice che il wormhole non è un fenomeno naturale, invece può esserlo.

Alla fine del film si dice che Cooper ha 124 anni, invece ne ha poco di più di quanti ne aveva quando è partito, pur trovandosi nel futuro ad una data che corrisponderebbe ai 124 anni dichiarati.

Queste imprecisioni meravigliano essendo il Nobel Torne il produttore esecutivo.

A parte queste inesattezze, resta un film molto bello, per alcuni un vero e proprio cult paragonabile a 2001: Odissea nello Spazio. Del film di Kubrick infatti possiede la trama misteriosa su chi siano gli “esseri” che vogliono aiutare i terrestri.

Anche le scene negli interni sono similmente suggestive: in Odissea c’è una abitazione con l’astronauta ormai vecchio mentre in Interstellar c’è la biblioteca vista dal di dietro in un’altra dimensione.

La colonna sonora è particolarmente suggestiva ed è di Hans Zimmer.