di
Luigi Pachì
e
Silvio Sosio
clonatamente vostri
Marzo è stato il mese della clonazione. Gli scoop giornalistici si sono moltiplicati come un'epidemia letale, e parlare di biotecnologia è divenuto luogo comune. La prima notizia è arrivata dalla Scozia, con la sua pecora clonata, seguita ad una "incollatura" dalle scimmiette americane. In questa gara genetista si è buttato a capofitto anche il Sunday Times sparando la "bufala" del bimbo "replicante", che in realtà era solo un normale gemello monozigote. La scienza da tempo ha iniziato a lavorare e manipolare geni. In un recente articolo si ricordava come per esempio alcuni vini francesi vengono migliorati qualitativamente grazie a dei geni particolari, oppure i pomodori resistono a temperature più rigide grazie al gene ricavato da un pesce dei mari del nord. In futuro potrebbe poi essere possibile vaccinarsi contro le infezioni mangiando patate in cui è stato inserito un gene del virus della epatite B.
Il questione di fondo riguarda però l'uomo. Psicologicamente parlando il problema del doppio non è da sottovalutare, e cinematografia e letteratura del fantastico hanno già raccontato la loro in diverse occasioni. Qualcuno di voi ricorderà il film di Harold Ramis Mi sdoppio in quattro, dove Michael Keaton si clonava in quattro per passare più tempo con la sua compagna. Più diabolico, invece, il piano di Mengele, nel film I ragazzi venuti dal Brasile, nel quale la manipolazione genetica è alla ricerca di una nuova razza nazista. E come non citare i "replicanti" di Dick e il film culto Blade Runner? Tra la filmografia più recente sull'argomento si è dedicato anche Spielberg con il grande successo di Jurassic Park, nel quale grazie alla bioingegneria viene ricreato il DNA dei dinosauri per dar luogo a un parco divertimenti un po' atipico. E il seguito di questo film è ormai dietro l'angolo. Tra gli scrittori, oltre a Dick, ricordiamo il bravo Ben Bova con The multiple man, nel quale i presidenti degli Stati Uniti sono tanti e tutti clonati. E poi c'e' l'esempio di Jack Vance dove nel libro Gli Amaranto la classe sociale al comando trapianta le proprie memorie a cloni giovani e forti.
Ma forse il titolo che più influisce sull'opinione pubblica, anche senza essere molto noto, è L'isola del dottor Moreau di H.G.Wells. Nella fantasia popolare - indotta dalla propaganda dei media - clonazione e ingegneria genetica non significa produrre soia o cotone che respingano i parassiti senza bisogno di insetticidi chimici, ma creare mostri in parte umani e in parte animali.
C'è un pericolo che si scateni una obia collettiva verso le innovazioni scientifiche? A leggere i titoli dei quotidiani - e a considerare l'effetto che possono avere sull'opinione pubblica - c'è da temerlo. In Italia il ministro della sanità di affretta a vietare la ricerca sulla clonazione, e contestualmente ripristina alla legalità la più medievale delle cure psichiatriche, l'elettrochoc.
Delos va naturalmente contro tendenza grazie a Roberto Quaglia, che nella sua rubrica Pensiero stocastico si inserisce nel discorso con un lungo articolo alla Asimov sui benefici e l'importanza che avrà la clonazione umana in futuro. Un articolo che sembra una provocazione, ma che man mano si procede nella lettura diventa sempre più realistico.
A noi comunque serviva questo inizio per porci una domanda di fondo: come abbiamo fatto, dal novembre 1994, a produrre ben 25 numeri di Delos senza mai sbandare o crollare? Vuoi vedere che ci hanno veramente clonato a nostra insaputa in modo tale che ognuno dei nostri cloni riesce a svolgere perfettamente il suo compito, nella professione svolta, in famiglia e nel suo hobby preferito? Affascinante teoria che spiegherebbe molte cose al momento troppo oscure ad entrambi...
Cloni o non cloni, in attesa di sapere tutta la verità su di noi, per questo venticinquesimo numero di Delos Science Fiction vi abbiamo preparato un nutrito numero di articoli e rubriche che speriamo possano piacervi.
In questo doppio speciale dedichiamo il dovuto spazio al miglior film fantastico degli ultimi mesi, Mars Attacks!, e al più grande fenomeno cinematografico di tutti i tempi, una grande avventura cominciata vent'anni fa e che proprio in questi mesi torna a vivere la magia del grande schermo: Star Wars.
Per non subire un'overload di immagini ci occupiamo anche di radio, un medium sul quale hanno trovato spazio molte trasmissioni dedicate alla fantascienza, una buona percentuale delle quali è stata curata proprio da Luigi, che racconta la sua esperienza nell'etere.
Lasciandovi il piacere di scoprire da soli il resto del numero, sfruttiamo questo spazio per presentarvi ufficialmente due importanti novità.
Partiamo dal settore narrativa, che da questo numero viene potenziato portando a tre il numero dei racconti che vi offriremo ogni mese. Ma la novità più sostanziale è che a occuparsi della selezione della narrativa di Delos ora c'è forse l'unico editor professionista specializzato in fantascienza italiana, curatore di antologie per diversi editori: Franco Forte.
E diamo il caloroso benvenuto nella nostra banda a Vittorio Curtoni, direttore negli Anni Settanta di quella mitica rivista chiamata Robot. Ripensando alla nostra attività fantascientifica, alle nostre fanzine La Spada Spezzata, L'Altro Spazio e Vox Futura e a questa esperienza di Delos, ci rendiamo conto che, in qualche modo, per tutto il tempo non abbiamo fatto altro che cercare di ricreare una nuova Robot. Vittorio Curtoni collaborerà con noi portando sulle nostre pagine quei suoi affascinante aneddoti dal mondo della fantascienza che hanno già riscosso grande successo sulle bbs e sulle mailing list.
Arrivederci al mese prossimo
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