A tredici anni dall'uscita del suo rivoluzionario film, Avatar, il regista premio Oscar James Cameron ha deciso di riportare il pubblico nel mondo mozzafiato di Pandora con il sequel, Avatar – La Via dell’Acqua. Quando venne realizzato il primo Avatar, l'ambiziosa produzione richiese la messa a punto di una tecnologia che avrebbe rivoluzionato negli anni a venire tutta una serie di tecniche cinematografiche, inclusa la motion capture. Tredici anni dopo, La Via dell’Acqua decide di portarci in nuove profondità, scambiando la lussureggiante giungla del clan Omaticaya con il vasto mondo sottomarino in cui vivono i Metkayina.

Jake Sully (Sam Worthington) e Neytiri (Zoe Saldaña) ora hanno una famiglia di quattro persone, inclusa la loro figlia adottiva Kiri interpretata da Sigourney Weaver. Quando gli umani tornano su Pandora, non cercano solo le risorse del luogo. L'amministrazione per lo sviluppo delle risorse vuole colonizzare l'intera luna. Nel tentativo di mantenere la sua gente e la sua famiglia al sicuro dagli invasori, Jake prende la difficile decisione di fuggire dalla loro casa nella foresta in cerca di sicurezza altrove, inoltrandosi nel territorio dei Metkayina.

Durante le interviste per la presentazione del film Cameron ha parlato quello che secondo lui è stato il punto più basso nella produzione del sequel e del progetto che prevede altri due film.

“Abbiamo lavorato duro per perfezionare ila motion capture sott’acqua, una sfida che univa due delle mie passioni: il mondo sottomarino e il cinema. Quindi il primo passo nella produzione è stato di realizzare tutta la motion capture: abbiamo iniziato a settembre del '17 e siamo andati avanti per un anno e mezzo, poi abbiamo fatto più di un anno di fotografia live-action. E nel momento in cui dovevamo iniziare a montare il girato abbiamo toccato il punto più basso perché il mondo intero si è fermato. È improvvisamente cambiato tutto Tutte le nostre priorità non significavano quello che pensavamo significassero, e riprenderci, uscirne e tornare in produzione, e poi lavorare per un paio d'anni successivi su un film che sarebbe anche potuto non uscire al cinema ci riempiva di incertezze. Abbiamo tenuto duro mentre l’industria iniziava a riprendersi, e abbiamo capito che anche il nostro film poteva fare la sua parte. Penso che, se fossimo usciti prima, non ci sarebbe stata alcuna speranza di guadagno. Attualmente la ripresa è circa all’80%, e speriamo che il nostro sia un film che richiami moltissimi spettatori nelle sale.”

Il portatore di cosa?
Il portatore di cosa?

“Nel processo di ideazione Il mio modello è stato quello che ha fatto Peter Jackson con Il Signore degli Anelli, che a suo tempo era una scommessa folle. E davvero, tanto di cappello a lui e alla produzione per aver saputo cogliere l’occasione. Jackson ha lavorato tenendo sempre il romanzo di Tolkien ben presente e invitando tutti a leggerlo, così da poter sempre mostrare agli attori quello che avevano bisogno di sapere sui loro archi narrativi, ed io ho sentito di dover fare la stessa cosa.  E così l'unico modo per noi di farlo era scrivere tutte le sceneggiature e lasciare che gli attori leggessero tutte le sceneggiature e vedessero dove stavano andando i loro personaggi e cosa significasse tutto ciò. Quindi sapevano: Okay, entreremo e filmeremo questo in piccoli pezzi, non necessariamente in sequenza. Ad esempio sapevano che in una settimana avremmo potuto girare parti del 2, parti del 3 e parti del 4 tutte insieme, Non sto dicendo che ci sia qualcosa di unico e originale in questo, ma ho sentito che era il modo giusto di coinvolgere gli attori. E anche per far loro vedere dove sta andando tutto così che siano adeguatamente motivati ed entusiasti.”

James Cameron e Sam Worthington sul set di Avatar.
James Cameron e Sam Worthington sul set di Avatar.

“Ovviamente non posso rivelare tutti i dettagli, però  posso dire che quando ho consegnato la sceneggiatura del secondo, lo studio mi ha dato tre pagine di note, poi quando ho consegnato la sceneggiatura del terzo, mi hanno dato una sola pagina di appunti, ed ho capito che stavo migliorando. Infine quando ho consegnato la sceneggiatura del quarto episodio, lo studio mi ha scritto un'email che diceva: "Porca miseria". E quando ho chiesto: 'Beh, dove sono le note?' hanno risposto: 'Sono queste.' Perché il quarto episodio rappresenta un punto di svolta, un po’ come un tappo che salta per aprire nuove strade. Certo stiamo parlando di un progetto davvero a lungo termine, ma una volta risolti i problemi tecnici possiamo dedicarci alla narrazione. Confesso che mi piacerebbe arrivare al quinto episodio tenendo sempre io il timone, ma non è detto. La vita ha le sue svolte, e ne sono consapevole. Potrei ammalarmi, o potrebbe capitare qualcosa alla mia famiglia ed io sarei costretto a fare un passo indietro, in quel caso so che potrei lasciare il progetto in altre mani, ci sono diversi registi dei quali ho stima e che potrebbero subentrare al mio posto, ma per ora non voglio pensarci e fare un passo alla volta.”

A proposito del mettere al corrente gli attori di tutto l’arco narrativo, Sam Worthington ha confermato: “Cameron ci ha dato prima una sceneggiatura 1.5 che copriva il periodo di tempo tra Avatar e Avatar: La Via dell’Acqua e solo dopo la sceneggiatura completa. E io ho detto: 'Quando lo giriamo questo? Perché è fantastico.' ma lui ha risposto: 'No, no, è solo qualcosa che ho scritto nell'ultimo anno per farti capire la sua storia passata.’ Mentre La Via dell’Acqua dà al pubblico un'idea di ciò che è successo tra i due film, in realtà Cameron ha scritto un intero film che non vedremo mai. Considerando che la Via dell’Acqua si svolge oltre un decennio dopo Avatar, ci sono diverse storie da raccontare e chissà se Cameron troverà mai un modo per farle almeno leggere al pubblico. Anche se non vedremo mai questo Avatar 1.5, comunque, c'è una valanga di Avatar in arrivo. Avatar 3 dovrebbe uscire il 18 dicembre 2026, mentre Avatar 4 è previsto per il 22 dicembre 2028. Oltre a ciò, Cameron spera anche di realizzare Avatar 5, anche se probabilmente dipenderà dal successo dei primi tre sequel. Ma se questi sequel funzionano bene come il primo film, forse anche Avatar 1.5 potrebbe essere realizzato in qualche modo.”