Degli anni ’60 dello scorso secolo un gradevole film Madra…il terrore di Londra (Night Caller from Outer Space) che ci riporta nelle magiche atmosfere di quel decennio.
Il film è del 1965, dura 85 minuti, è in bianco e nero ed è prodotto nel Regno Unito ed è supportato da una ottima colonna sonora composta da Johnny Gregory, che ricorda quelle di John Carpenter.
È tratto dal romanzo Un pianeta impossibile (The night callers) del 1960, scritto da Frank Crisps.
Il regista è Joe Gilling, specializzato in film del mistero per la Hammer.
La trama può considerarsi composta di due parti distinte ed un finale.
Nella prima parte un oggetto luminoso a forma di sfera solca il cielo dirigendosi verso Londra a 20.000 km/h per “atterrare” nelle campagne circostanti. Si tratta di una sfera dalle dimensioni contenute, poco più grande di un pallone da football. Degli scienziati lo intercettano sul loro radar.
La sfera – composta di silicati e siderite che formano un guscio protettivo esterno di 3 mm – viene portata dall’esercito nel laboratorio atomico del dottor Morley (Maurice Denham) a Falsley, Park e dove viene depositata in uno sgabuzzino per la notte.
La sera la scienziata Ann Barlow (Patricia Haines) – specializzata in analisi – rimane al lavoro fino a tardi e la sfera comincia a pulsare animandosi e illuminandosi.
La donna mentre scrive a macchina si sente strana e si accorge della forte luce bianca che filtra al di là della porta e si avvicina titubante. Apre a metà la porta: dentro la sfera è in piena attività e mentre lei la guarda si materializza una mano mostruosa che la tocca.
La ricercatrice si accorge degli artigli ed urla premendo il pulsante dell’allarme.
I militari giungono ma non trovano nulla fuori posto, compresa la sfera che staziona immobile nell’esatto posto dove essa era stata collocata il giorno prima.
Eppure c’è qualcosa che non torna. Fuori dall’edificio, infatti, si scoprono sul terreno delle orme mostruose di un piede piatto con tre dita e il dottor Morley giunge ad una conclusione sorprendente: la sfera altro non è che un trasportatore di materia che utilizza l’entanglement quantistico per trasferire atomi da altri mondi, nello specifico da Ganimede, una delle lune di Giove.
Riprendono gli studi.
Lo scienziato – chiuso dentro il magazzino – vede la sfera deformarsi e fa appena in tempo ad avvertire via radio della situazione il suo assistente Constain (John Saxon) e gli altri nel laboratorio che il mostro – di cui di sente il respiro affannoso – si materializza di nuovo e lo uccide. Poi sfugge dal laboratorio, si impossessa di un’auto e scappa ad alta velocità mentre i militari gli sparano contro. Il mostro alieno fugge a folle velocità guidando l’auto con la mano artigliata.
Nella seconda parte il film subisce una sorta di cambio di genere perché da fantascienza pura diventa più propriamente un poliziesco e poi un horror.
Un mese dopo a Londra la polizia –su impulso ella stampa allertata da Constain – si chiede che fine abbiano fatto 23 ragazze, tutte giovani di aspetto particolarmente avvenente e tutte sparite dopo che avevano letto un annuncio su una rivista per modelle, “Bikini Girl”. La maggior parte di loro erano sole.
L’ispettore che segue il caso e l’assistente interrogano i genitori di una delle prime ragazze scomparse. I due sono abbastanza comici e si rimbeccano a vicenda sovrapponendosi, quasi come se si fosse in un film di Woody Allen.
La madre racconta allora che prima della scomparsa era sola in casa e in una notte particolarmente ventosa sentì suonare alla porta. Avvicinatasi all’entrata vede la sagoma dietro la porta a vetri (ma perché gli inglesi e gli americani non si mettono porte normali?).
Un uomo – definito dalla donna “orribile” – cerca la figlia che non c’è e allora gli lascia un pacchetto consegnandoglielo tramite una mano guantata.
La donna riesce a vedere l’imponente figura di un “uomo” con la faccia ricoperta da una maschera.
Nel pacchetto c’era una fotografia “tridimensionale” a colori della figlia discinta.
La sera stessa, la ragazza si recò dal “signor Madra” e scomparve. La modella aveva conosciuto l’oscuro interlocutore rispondendo – come detto – ad un annuncio sulla rivista. Le risposte venivano inviate tramite casella postale all’editore di Bikini Girl, in un negozio di Soho già attenzionato dalla Polizia perché sede di un negozio di pornografia, Thornburn, dal cognome del proprietario che poi le rigirava al mostro.
Il commissario viene a sapere che la sera stessa l’alieno si recherà al negozio. Ann, che quanto ad avvenenza se la cava, si presta a fare da esca e va all’appuntamento nel negozio, dopo aver risposto all’annuncio.
Il mostro che si chiama Madra (Robert Crewdson) arriva prima del previsto e la uccide in maniera brutale con una zampata, dopo aver fatto precedentemente fuori anche il proprietario del locale. Constain che era innamorato di lei ha uno shock.
Nel finale la polizia, guidata da Constain stesso, insegue il mostro tramite le radiazioni emesse dalla sfera; Madra nel frattempo ha catturato un’altra ragazza e la porta via con la macchina. Alla fine lo raggiungono in una zona abbandonata e l’alieno si rivela per quello che è: metà uomo e metà mostro a causa delle radiazioni del suo pianeta. Finalmente si scopre che rapisce belle ragazze per poter mischiare i propri geni con il loro e cercare di rimediare alle radiazioni frutto di una guerra atomica che ha autodistrutto Ganimede.
Il film si chiude con Madra che mette in guardia la terra sulla possibilità di incappare nello stesso destino. Subito dopo la sfera che ora ha dimensione di una capsula decolla verso lo spazio con i due.
Si tratta di un film particolare perché, come detto, è per meta fantascienza pura classica e per l’altra metà un noir dell’orrore, in cui il rapitore inseguito dalla Polizia (e non più dall’Esercito) è proprio l’alieno. Nel finale si torna alla fantascienza pura.
La trama è originale perché si tratta di uno capostipite del trasporto della materia basato su veri effetti quantistici e considerando che è del 1965 mostra una buona verosimiglianza scientifica.
La seconda parte, noir, è molto avvincente mentre l’azione si svolge in una Londra cupa e crepuscolare che restituisce più un clima da anni ’50 che da anni ’60. Il finale non è a lieto fine sia per l’uccisione della bella scienziata sia per il fatto che le ragazze rapite non vengono restituite. Il discorso conclusivo di Madra è invece nel solco classico del catastrofismo apocalittico contro gli esiti del progresso scientifico e tecnologico non controllato e proviene direttamente dal decennio precedente.
Una curiosità da notare è che il mostro si scrive in realtà “Medra” ma si pronuncia Madra. Tuttavia Il titolo del film in italiano riporta però la pronuncia, appunto Madra e non la scrittura.
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