Milo Manara ha anche una prolifica immaginazione fantascientifica, ricordiamo fra i tanti lavori lo spiritosissimo Fone o l’illustrazione di Star Wars, realizzata per WOW spazio Fumetto di Milano.
Il maestro viene accolto da scroscianti applausi e subito fioccano le domande. Manara ricorda la sua prima Lucca Comics nel 1969 proprio poco dopo che aveva cominciato a pubblicare ovvero Gennaio dello stesso anno.
Parlando di Lucca Comics ricorda i desaparecidos e il fatto che nel 1978 la linea aerea di bandiera argentina offriva – quale sponsor dei comics – il volo gratuito andata e ritorno per i fumettisti argentini che volevano partecipare alla manifestazione. Manara, in onore dei suoi colleghi desaparecidos decise di partecipare al boicotaggio del festival rifiutando qualsiasi premio fosse stato assegnato. Manara sorride e ci guarda tutti e poi ammette “mica lo sapevo che avrei vinto il primo premio… a quel punto salii sul palco e chiesi al pubblico stesso cosa dovevo fare e tutti mi risposero a gran voce di ritirare il premio”. Il maestro ci confessa però che Hugo Pratt non gli perdonò mai questa decisione nonostante la loro grande e indissolubile amicizia.
Manara ci parla della grande fortuna avuta con la pubblicazione de Lo scimmiotto e del Gioco che gli hanno valso successi internazionali.
Gli viene fatta una domanda specifica: ha mai pensato a una monografia su Pasolini soprattutto in questo anno in cui ricorre il centenario della nascita? Manara risponde che ne sarebbe stato interessato se qualcuno gli avesse proposto il progetto. Lavorando molto su commissione e su progetti proposti sì, sarebbe stato onorato, e, comunque, in ogni caso lui ha disegnato una piccola tavola sul grande scrittore italiano. Nella sua tavola Pasolini è declinato come Il Sacro Cuore di Gesù perché aveva sempre avuto un aspetto “messianico”, una sorta di “aspettativa al martirio”.
Poi il maestro ha parlato lungamente del suo rapporto di amicizia e collaborazione con Federico Fellini. Il tutto era nato da un'iniziativa di Vincenzo Mollica che per il 65° compleanno del regista aveva coinvolto alcuni disegnatori che avrebbero dovuto semplicemente creare delle tavole celebrative. Mollica ignorava il fatto che Manara fosse uno sfegatato appassionato di Fellini. Il maestro realizzò quindi non una tavola, ma un breve fumetto onirico basandosi su una storia che Fellini stesso aveva abbozzato con dei disegnini che raccontavano un sogno che aveva fatto e che erano stati pubblicati su un giornale dell'epoca. Un fumetto “loop” che inizia con la frase “Senza Titolo” e che termina con “Senza Fine” in omaggio al fatto che il regista detestava la parola “Fine” e che non la metteva mai nei suoi film.
Fellini rimase molto colpito da quel breve fumetto e contattò Manara affinché lo venisse a trovare a Cinecittà. Fecero amicizia sul set di Ginger e Fred e poi nel 1990 iniziò anche la loro collaborazione lavorativa con la creazione del manifesto per L'intervista.
Parlando del suo progetto per Il nome della Rosa Manara ci confessa di esserne rimasto perplesso in quanto lui è chiaramente un disegnatore erotico e in questa storia non vi sono scene erotiche se non una descritta magistralmente attraveso citazioni da “Il cantico dei cantici”. Una vera sfida per il fumettista che ha dato le sembianze di Marlon Brando al protagonista Guglielo da Baskerville. La difficoltà maggiore di Manara è stata che Annaud potè chiedere direttamente a Umberto Eco per alcune interpretazioni del suo film, mentre ormai lo scrittore è deceduto e per Manara non è possibile fare altrettanto.
Infine un momento molto triste, il ricordo più doloroso di Manara: la scomparsa del caro e fraterno amico Hugo Pratt, un evento fatale il cui pensiero oscura sempre il volto del fumettista.
Per lui partecipare a Lucca Comics era un momento per stare con l'amico, ma da quando è deceduto Lucca Comics non era più la stessa e per anni non l'ha frequentata.
Siamo lieti che, finalmente, sia tornato da noi.
Lucca Comics è anche un momento per stare con gli amici e per ricordarli con affetto.
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