Prima puntata: martedì 9 marzo 1976, ore 20.40, Rete 1 (durata circa 70')Seconda puntata: martedì 16 marzo 1976, ore 20.40, Rete 1 (durata circa 85')

Gli sceneggiati televisivi Rai di fantascienza del periodo d’oro (anni ’70 del XX secolo) sono pochi e ancor meno quelli che hanno come oggetto gli Ufo.

Uno di questi è Extra prodotto in due puntate nel 1976 per la regia di Daniele D’Anza (laureato in scienze politiche), regista in quel tempo assai fecondo sulle tematiche del mistero e che ha firmato anche il precedente ESP (1973), con Paolo Stoppa nelle vesti del paragnosta olandese Gerard Croiset.

La Rai aveva prodotto prima A come Andromeda (1972), Gamma (1975) e poi Racconti di fantascienza (1979).

La trama è quella di un fatto realmente accaduto, o almeno così raccontato dai protagonisti della vicenda. Tuttavia nel film ci sono eventi non presenti nel racconto reale.

Siamo a Pascagoula, in Mississippi, nella tarda serata dell’11 ottobre 1976 quando due operai di un cantiere navale, Charles Hickson (Giampiero Albertini) di 42 anni e Calvin Parker (Luca Dal Fabbro) di 19 vanno nell’ufficio dello sceriffo Fred Diamond (Germano Longo) affermando di aver veduto una “cosa” verso le 21 che si sarebbe posata proprio al centro del fiume e da cui sarebbero scesi tre esseri dalla pelle grinzosa, alti 1.50 metri circa, senza collo e con delle specie di chele al posto delle mani.

Al posto degli occhi avevano un cono ed altri due identici erano al posto delle orecchie.

In realtà i protagonisti parlarono dell’astronave come di una specie di “pesce blu” allungato di lunghezza circa 9,14 m (30 piedi) e altezza di circa 3 m (10 piedi), con due luci blu.

I tre avrebbero raggiunto i due operai intenti a pescare e li avrebbero poi condotti all’interno dell’Ufo sollevandoli da terra con un sistema di levitazione a circa 60 cm dal suolo. Successivamente sarebbero stati analizzati con uno strumento ed infine rilasciati con lo stesso sistema.

Lo sceriffo è scettico, ma già il giorno prima, da New Orleans (Louisiana), erano arrivate segnalazioni di “luci nel cielo”, di televisori che si spegnevano da soli e idem per i motori delle auto. Questo nella realtà, mentre nello sceneggiato queste segnalazioni venivano da Pascagoula.

Il seguente episodio è solo nella finzione televisiva e non trova riscontro nella realtà e riguarda un’altra testimone, Diana Hyers (Daniela Surina) a cui era accaduto poche sere prima un fatto inspiegabile che l’aveva molto spaventata. Stava tornando a casa a Pascagoula da Ocean Springs (entrambe cittadine facenti parti della contea di Jackson) quando un forte sibilo le avrebbe fatto perdere i sensi mentre il motore dell’auto si spegneva misteriosamente. Facendo i conti con i tempi si scopre che mancano tre ore nel suo racconto, fenomeno del resto ben noto nella casistica degli asporti alieni. Anche la benzina consumata concorda sul fatto che non abbia compiuto chilometri aggiuntivi e che quindi l’auto non si sia mossa.

Da notare la raffinatezza di D’Anza che riproduce in un televisore d’epoca filmati sul Watergate del presidente americano Richard Nixon ed un inquietante cartone animato dell’orso Yogi con riferimenti spaziali. Un espediente che aumenta il senso di mistero e la paura nello spettatore.

Il marito Tom (Vittorio Mezzogiorno) è un agente di polizia locale mentre la sorella Janet (Franca Nuti) è giornalista nel locale quotidiano. Anche loro sono increduli perché la loro congiunta ha un esaurimento nervoso che in realtà è dovuto proprio a quanto accaduto.

A questo punto entra in gioco un altro personaggio misterioso, Jim Crane (Alessandro Sperlì) che dice essere un giornalista del New York Tribune che la vuole dissuadere dal proseguire le ricerche su quanto le è accaduto, ma la sorella -anche per motivi professionali- continua ad indagare.

Crane sembra proprio essere uno dei misteriosi “uomini in nero” (man in black

), forse degli alieni che si dice compaiono in questi casi. Crane afferma in un dialogo con Diana che “gli extraterrestri ci visitano”. Cita Jonathan Swift e i Viaggi di Gulliver” e la conoscenza da parte dell’autore di Deimos e Fobos, i due satelliti di Marte allora ancora non scoperti. Chi ha dato questa conoscenza allo scrittore se non gli alieni?

La sua narrazione sembra convincere Diana.

Nel frattempo, i due testimoni vengono interrogati dai militari presso la locale base dell’aeronautica.

I due non sono “contaminati”, cioè radioattivi, e non ci sono tracce dell’atterraggio. E questo non gioca a favore della veridicità dei fatti narrati.

Nel frattempo Tom, grazie alla polizia di New York, scopre che Crane non è mai stato al giornale e non sanno chi sia.

La vicenda dei due uomini però va avanti in parallelo e sono giunti nella cittadina famosi professori e scienziati per indagare lo strano caso, insieme ad un nugolo di giornalisti. Tra essi Allen Hynek (Mario Valdemarin), famoso astrofisico e poi ufologo e James Harder (Giacomo Piperno) ingegnere e consulente Ufo che vogliono sottoporli a ipnosi regressiva (nell’episodio reale si tratta del poligrafo meglio noto come “macchina della verità”).

Hickson, che è un caporale della guerra di Corea, accetta e così si scopre che il suo racconto è veritiero.

Parker vent’anni dopo rilasciò altre interviste aggiungendo nuovi particolari, tra cui una ispezione sessuale- che avrebbe esperito da una “aliena”.

Raccontò poi di aver avuto un altro contatto con l’Ufo e di essere salito questa volta volontariamente a bordo, dove la stessa aliena gli avrebbe fatto un discorso religioso. Questa successiva esternazione indebolì la credenza sulla veridicità dell’episodio.

Da notare che durante le riprese dello sceneggiato il regista D’Anza rivelò al rotocalco Stop di aver ricevuto –durante le riprese- delle strane telefonate anonime che lo ringraziavano per il lavoro fatto chiarendo che però nell’episodio di Pascagoula i rapitori però non erano extraterrestri, ma Robot.

Molto probabilmente si trattò di un espediente pubblicitario che però rafforzo la morbosa curiosità che il pubblico mostrava in quel periodo per questi argomenti.

Il soggettista e sceneggiatore, Lucio Mandarà, era uno scettico mentre D’Anza era un possibilista e da questa interazione dinamica nasce l’avvincente sceneggiato.

Dunque il finale è che l’ipnosi regressiva sembra confermare la realtà dell’accaduto, ma il verdetto non è sicuro lasciando nel dubbio i protagonisti e gli stessi spettatori.

Nel frattempo Diana sparisce di casa e la sua auto viene ritrovata proprio nel punto in cui lei ha visto l’Ufo. Si dispera della sua salvezza, ma poi essa stessa si palesa alla sorella, al marito e allo psicologo. Il rivivere l’esperienza traumatica sembra averla guarita.

Occorre fare una nota al merito per quanto riguarda la fisica.

Finalmente si spiega correttamente il rallentamento dello scorrere del tempo per i corpi in movimento secondo la Relatività Speciale.

Un concetto che difficilmente si trova compreso sia negli scrittori di fantascienza che nei registi.

Così in Extra si rende finalmente conto del fatto che Proxima Centauri si trova a 4,2 anni luce di distanza dalla Terra, ma che a velocità elevate ci si può mettere anche “solo tre mesi” e non appunto 4,2 anni.