A metà degli anni sessanta la cortina di ferro che separava l'occidente dai paesi sovietici iniziava a mostrare le prime, inavvertibili, crepe.
Le Edizioni FER scelsero quel momento per pubblicare la collana Fantascienza Sovietica, che per sette numeri pubblicò romanzi e racconti provenienti da oltrecortina.
Il primo e il sesto numero ospitavano due romanzi di Arkadij e Boris Strugackij, due fratelli che ben presto sarebbero diventati brillanti stelle nel firmamento della fantascienza.
Non tutte le opere dei fratelli sono state tradotte nel nostro paese: Mondadori aggiunge ora un altro tassello al mosaico con la pubblicazione, sul numero 1703 di Urania, del romanzo L'ultimo cerchio del Paradiso.
Il volume è completato dal consueto appuntamento con La storia del Premio Urania: i vincitori 2003-2005, a cura di Mauro Gaffo e dal racconto La nave di Hilde di Antonella Mecenero.
Ecco cosa racconta l’autrice a proposito del suo racconto:
L’archeologia spaziale è una disciplina affascinante, ma partire per una missione esplorativa su una nave a velocità quasi luce alla ricerca di resti di antiche civiltà aliene non è una scelta per tutti. Trovando un mondo cambiato al proprio rientro, i membri della spedizione diventano loro stessi reperti archeologici, testimoni involontari di un tempo scomparso. È questo il destino degli studiosi della Howard Carter, in cui si mescolano necessità, sete di conoscenza e ossessione.
Il libro
Esiste una città dedicata interamente al divertimento, dove le persone vanno per godersi un angolo di paradiso, lontano dal soffocante tran-tran di tutti i giorni.Ma il paradiso, si sa, può dare assuefazione… C’è chi fa il pieno di divertimento e poi torna alla propria misera esistenza. E chi invece dei “brividi” della vita in città non può più fare a meno… e non fa più ritorno.
Quando lo spaziale Ivan Žilin si reca nella città-resort, si ritrova in un mondo intriso di consumismo ed edonismo: dodici cerchi del paradiso, ognuno in grado di offrire esperienze uniche.
Come i “brividi” della beatitudine di massa, o i “pescatori”, procacciatori di adrenalina, o ancora i “patroni delle arti”, con i loro seducenti rituali distruttivi…
Qualunque conoscenza tecnologica in possesso dell’umanità, nella città, sembra essere stata volta a scopo ricreativo.
Ma il confine tra felicità e follia è sottile, e ogni eden, anche il più assolato e ridente, ha la sua mela marcia. Per scoprire il volto meno luminoso della città, Ivan dovrà penetrare fino al suo nucleo: l’ultimo cerchio del paradiso…
Gli autori
Arkadij e Boris Strugackij (1925-1991 e 1933-2012), autori russi di racconti e romanzi, iniziano a scrivere negli anni Cinquanta. Le loro opere sono caratterizzate da forte ottimismo. L’inizio degli anni Sessanta vede la loro affermazione, facendoli diventare “gli Strugackij”, ma è in questo stesso periodo che i due fratelli si ritrovano sotto la lente della censura sovietica.
The Final Circle of Paradise è un romanzo del 1965, uscito negli Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Germania, Olanda e ora, finalmente, anche da noi, anticipando quello che è stato il movimento cyberpunk degli anni Ottanta. All’interno, il racconto “La nave di Hilde” di Antonella Mecenero. Ecco cosa ci racconta l’autrice: L’archeologia spaziale è una disciplina affascinante, ma partire per una missione esplorativa su una nave a velocità quasi luce alla ricerca di resti di antiche civiltà aliene non è una scelta per tutti. Trovando un mondo cambiato al proprio rientro, i membri della spedizione diventano loro stessi reperti archeologici, testimoni involontari di un tempo scomparso. È questo il destino degli studiosi della Howard Carter, in cui si mescolano necessità, sete di conoscenza e ossessione.
Arkadij e Boris Strugackij, L'ultimo cerchio del Paradiso (Chiščnye vešči veka, 1965), Mondadori – collana Urania 1703, Mondadori, Euro 6,99, ebook euro 4,99.
1 commenti
Aggiungi un commentoPurtroppo è tradotto dall'inglese, dunque doppia traduzione
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