La copertina di Franco Brambilla è la perfetta sintesi del romanzo di Jack Vance I signori dei draghi, riproposto nella nuova traduzione di Marco Crosa dalla Delos Digital, nella collana Odissea Argento (pp. 144, libro cartaceo € 15,00; ebook € 3,99). Nell’illustrazione ci sono, al centro, un drago e un’astronave che si fronteggiano in combattimento. Due icone dei due principali generi della letteratura dell’immaginario, fantasy e fantascienza, che poste una accanto all’altra restituiscono l’atmosfera stessa del romanzo di Vance, che si aggiudicò il premio Hugo nel 1963. Non a caso, la prima edizione comparve sulla rivista Galaxy nel 1962, all’epoca diretta da Frederik Pohl, che non solo aveva svecchiato la fantascienza degli 30 e 40, ma aveva dato ampio spazio a storie originali, spesso ai confini tra i generi letterari e decisamente innovative. Proprio come il romanzo di Vance, che ancora oggi mantiene immutato il suo fascino, come il lettore potrà constatare nell’accenno di trama che faremo e nella lettura stessa dell’opera.
Siamo su un lontano pianeta, Aerlith, che lo scrittore americano definisce, in modo perentorio, come fatto di “pietra e vento”. Un mondo brullo, dove gli abitanti vivono nelle poche valli del territorio. Tra queste ci sono Valle Banbeck e Valle Gaia, guidate rispettivamente da Joaz Banbeck e Ervis Carcolo. I due, ogni tanto, si fanno la guerra, schierando non solo i soldati, ma soprattutto i loro draghi. Un nuovo pericolo però incombe su Aerlith: Joaz Banbeck, attraverso un antico e tecnologico oracolo, ha previsto nuovamente l’arrivo dei Basilari, alieni che hanno invaso il pianeta e rapito centinaia di abitanti, per usarli come schiavi. Banbeck cerca di convincere Carcolo dell’imminente pericolo e di mettere in salvo la popolazione delle valli nelle caverne circostanti, ma quest’ultimo preferisce combattere usando i draghi, anche se la storia del pianeta insegna che nulla si può fare contro le incursioni dei potenti Basilari. I sovrani della Valle, inoltre, sanno che non potranno contare neanche sull’aiuto dei misteriosi sacerdoti, uomini che spuntano all’improvviso agli abitanti di Aerlith e apparentemente per dare consigli ai sovrani, completamente nudi e con la caratteristica di avere lunghi capelli. Riusciranno gli abitanti di Aerlith a sventare l’imminente minaccia dei Basilari?
Vance è un maestro nel costruire mondi, società e personaggi che da soli sono il motore della storia. Nel caso di I signori dei draghi, siamo di fronte ad una primordiale civiltà, sospesa tra un medioevo e una società preindutriale, che ha nell’allevamento dei draghi, usati come arma di offesa, la sua precipua caratteristica. I draghi non sono tutti uguali, anzi, ce ne sono di più forti, di più veloci, ogni “razza” è denominata con una caratteristica che però non è solo fisica: ci sono gli Astiosi, i Demoni, gli Azzurri, gli Omicidi Lunghecorna e altri che lasciamo scoprire al lettore.
Gli alterchi anche personali tra Joaz Banbeck e Ervis Carcolo si alternano a epiche battaglie, in cui a emergere è proprio il personaggio di Banbeck, che potremmo definire un antieroe, molto lontano dagli schemi dei personaggi della fantascienza degli anni Sessanta. È un po’ uno scienziato, il lettore potrà apprezzare la sua curiosità nei confronti dell’universo, ed è l’unico a capire il pericolo che sta per correre Aerlith. Ma si ritrova a dover trattare con il suo “vicino” di valle, un ottuso dittatore, che guarda solo al suo piccolo orticello.
La prosa di Jack Vance, per quei pochi che non la conoscono, è fluida, veloce, capace con poche parole di trascinare il lettore nella descrizione di sontuosi palazzi o di ambienti alieni, di immaginare situazioni e personaggi sempre credibili, che alla fine rispecchiano il vissuto e la storia di noi esseri viventi di questo piccolo pianeta che chiamiamo Terra.
Delos Digital in collaborazione con Spatterlight si è data l'impegno di riportare sul mercato le opere di Jack Vance, che è quasi superfluo ricordare è stato uno dei più grandi autori di fantascienza e fantasy, e certamente tra i più amati dal pubblico. La sua stessa vita è stata un’avventura e la dimostrazione è la sua autobiografia Ciao, sono Jack Vance! (e questa storia sono io), pubblicata sempre dalla Delos Digital. Di questo immenso autore, ricordiamo che dopo una serie di lavori di ogni genere, durante la Seconda guerra mondiale si arruola nella marina mercantile e gira il mondo. In questo periodo comincia a scrivere il ciclo della Terra Morente. Tra gli Anni cinquanta e settanta viaggia, in Europa e nel resto del mondo, traendo da queste esperienze esotiche gli spunti per i suoi romanzi: Il pianeta gigante, I linguaggi di Pao, il ciclo di Durdane. Nella sua carriera ha scritto decine di romanzi di fantascienza, fantasy e gialli, per un totale di oltre sessanta libri; tra i titoli più famosi ricordiamo i cicli di Tschai, di Lyonesse, dei Principi demoni, di Alastor. Storie ricche di fascino, di personaggi indimenticabili, narrate con uno stile elegante e immaginifico.
Tuttavia ci resta ancora un dubbio da sciogliere, quello sollevato dalla bellissima copertina di Franco Brambilla: I signori dei draghi è, in definitiva, un romanzo fantasy o di fantascienza? Nessuno dei due, semplicemente è un romanzo di Jack Vance.
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