Era il tre settembre 2020 quando la prima stagione della serie Raised by Wolves debuttava su HBO Max, mentre noi avremmo dovuto aspettare l'8 febbraio 2021 e Sky Atlantic. Per i due androidi Mother (Amanda Collin) e Father (Abubakar Salim) la missione era far rinascere l'umanità su un nuovo pianeta dopo che si era quasi sterminata con una guerra religiosa. Ma, ovviamente, niente era andato come previsto e almeno in patria, ieri 3 febbraio gli spettatori americani hanno iniziato a scoprire cosa è accaduto dopo i complicati eventi del finale di stagione precedente.

Dove eravamo

La Terra, come anticipato, era ridotta in macerie da una guerra tra i fanatici religiosi mitraici, seguaci del dio Sol, e gli atei. La distruzione era stata ancora più devastante a causa di androidi che erano vere e proprie armi di distruzione di massa. Venivano seguite due storie in parallelo: i suddetti androidi Mother e Father arrivati (o meglio, precipitati) sul pianeta Kepler-22b con alcuni embrioni umani che Mother avrebbe fecondato per creare una nuova umanità libera da condizionamenti religiosi. Nel contempo, due soldati atei, Marcus (Travis Fimmel, Ragnar nella serie Vikings) e Sue (Niamh Algar, comparsa in un episodio di Vikings) decidevano che la guerra non faceva per loro, prendevano il posto di due mitraici e salivano su una astronave colonia con destinazione, beh, Kepler-22b ovviamente. Nel frattempo le cose non vanno come pianificato per i due androidi (mai mangiare cose che trovi su pianeti alieni) e quando Mother vede arrivare la nave colonia, la distrugge senza tanti complimenti (lei è una amorevole macchina da guerra) e salva i bambini che erano a bordo. E si salvano anche Marcus e Sue insieme ad alcuni mitraici. Ma il pianeta è un mondo pieno di misteri inquietanti e incomprensibili e finito lo scontro tra le due fazioni, Marcus comincia a sentire una strana voce, dopo aver toccato un antico artefatto alieno, e dichiara di essere un emissario di Sol. Uccidendo chi non è daccordo. Sul finale Mother dava misteriosamente alla luce un figlio, che risultava essere un pericoloso serpente volante e i due androidi si lanciavano in uno dei giganteschi pozzi che costellavano la superficie del pianeta, per arrivare in un'area lussureggiante e tropicale. Nel frattempo, arrivava un'altra nave colonia.

Oggi

Aaron Guzikowski creatore e showrunner della serie nonché sceneggiatore di Prisoners (2013) di Denis Villeneuve ha rivelato a The Playlist cosa aspettarsi dalla stagione due. Il primo aspetto importante è che Ridley Scott, produttore e regista dei primi due episodi della prima stagione, è riuscito a rimanere attivamente coinvolto nella produzione malgrado fosse al lavoro su The Last Duel (2020) e House of Gucci (2021), seguendo la realizzazione dei set, delle creature, delle riprese e dell'aspetto narrativo molto da vicino, come aveva fatto durante la prima stagione. Ha poi rivelato che mentre normalmente le serie tendono a diventare sempre più grandi e spettacolari a ogni stagione, per lui il vero cuore della storia era la famiglia composta dai sei bambini, Mother e Father, soprattutto, la determinazione di lei di creare un mondo migliore per i suoi cosiddetti figli. Father però è geloso del per così dire figlio di Mother, così quando scopre i resti di antichi droidi appartenenti alla civilità che viveva (vive?) sul pianeta, decide di crearne uno per sé e usa il suo sangue artificiale per ricostruirlo e dargli vita. Le cose non andranno come previsto.

Casa stregata

Lo showrunner ha dichiarato di vedere Kepler-22b come una casa stregata e la serie come una fusione di fantascienza e horror. Ci sono molti elementi ancora da scoprire, e Guzikowski ha dichiarato di avere ben chiaro il piano per svelare ognuno di loro. La mappa delle serie prevede cinque stagioni e ha ben definiti sia il finale che gli eventi principali, ma vuole anche dare alla serie modo di, per così dire, comunicare spontaneamente cosa vuole raccontare, di modo che lo sviluppo della storia sia più organico e coerente invece di avere definito ogni singolo dettaglio. Per quanto riguarda i flashback, ha rivelato che stavolta non si concentrerà tanto su quanto accaduto sulla Terra, bensì sul passato del pianeta alieno, rivelando un po' alla volta la storia dei suoi abitanti, alcuni umani, altri no e soprattutto su quella voce che anche loro sentivano come l'avrebbe poi sentita Marcus. L'area in cui i protagonisti sono arrivati era una volta una città tecnologicamente avanzata, ma ora rimangono solo rovine. Così un po' alla volta si va ricomponendo un puzzle che racconta il passato del pianeta e come condizioni il futuro della razza umana che lo sta colonizzando. Al centro di tutto ci sarà l'androide ricostruito da Father, che chiamerà Grandmother (nonna) ed è un'entità affascinante: ha un velo perenne sul volto che si rivela composto fa filtri sensoriali, così da non empatizzare con gli umani e evitare che le emozioni o il rimorso le impediscano di fare quello che ha in programma di fare.

Lo showrunner conclude dicendo che un altro elemento fondamentale della serie è l'aspetto religioso, ma non visto in senso critico, bensì visto attraverso gli occhi di chi la segue e cosa segue: religione o tecnologia? E cosa e disposto fare per l'una o l'altra? Alla fine le due domande che faranno parte della seconda stagione sono, da dove arriviamo e dove stiamo andando? I dieci episodi episodi della stagione due di Raised By Wolves hanno debuttato ieri 3 febbraio su HBO Max, vi terremo al corrente sull'arrivo da noi e vi lasciamo con il trailer più recente.