Il mondo della fantascienza delle serie televisive è un mondo chiuso, in cui sono accettati cliché ben collaudati che minimizzano il rischio di flop di audience e quindi è molto difficile entrarvi con una nuova serie che rappresenta anche un nuovo modo di intendere una materia che si è codificata da anni.
Ebbene Black Mirror (il nome deriva dallo schermo nero della TV, dei computer o in generale dei dispositivi elettronici) ha fatto un miracolo, e cioè è riuscita ad imporsi come una delle migliori serie in assoluto mai prodotte.
La serie britannica e poi Usa è stata prodotta da Charlie Brooker per la Endemol Shine Group.
La vicenda – ambientata in un futuro non remoto – muta soggetto ad ogni episodio, ma il canovaccio quasi costante è quello del pericolo dei nuovi media comunicativi, principalmente i Social con la tecnologia che è vista nell’ottica di Matrix dei fratelli – ora sorelle – Wachowski: le macchine governano il mondo, nel senso che non si può fare più a meno di loro, ma sono delle padrone dure ed esigenti che impongono una logica spietata e disumana che non permette e tollera il minimo errore.
Essendo governate da bottoni e pulsanti, una volta entrate nei loro meccanismi, si rischia di rimanerne stritolati perché un pulsante premuto quasi mai permette di tornare facilmente indietro.
Infatti, una volta pigiato il fatidico “ENTER” l’umano perde il controllo del gioco e rimane prigioniero di una stringente logica binaria che non permette più scappatoie di sorta.
A volte sono gli stessi umani che guidano le macchine contro loro simili sfruttando la loro implacabile logica.
Ma questa ottica in qualche caso è rovesciata. Sullo sfondo è presente il tema della filosofia Transumanista che invece, al contrario della cinematografia e della narrativa, vede le macchine come unica speranza di miglioramento per una umanità in transizione verso un futuro in cui si ibriderà con l’alta tecnologia.
Black Mirror è quindi una serie che pone profondi interrogativi etici sul rapporto tra umano e artificiale, rapporto che segna l’era che è stata chiamata Antropocene.
In una epoca – come la nostra – improvvisamente dominata nella realtà da un virus pandemico che sembra atterrato direttamente dalla fantascienza, il rapporto tra umano, scienza e tecnologia diviene nuovamente preminente e fondamentale sia nella sua narrazione della realtà sia in quella delle sue contraddizioni, a cominciare da chi la scienza non l’accetta, come sta avvenendo attualmente nella società mondiale.
La serie è composta da cinque stagioni per un totale di ventidue episodi più uno speciale usciti dal 2011 al 2019. Le prime due le ha distribuite l’inglese Channel Four, emittente pubblica.
Dalla terza stagione i diritti e le successive produzioni sono state acquisite da Netflix e distribuite dalla propria piattaforma di streaming. I registi variano per ogni episodio con alcune ripetizioni.
Una certa malvagità intrinseca è rappresentata anche dalle icone deformate di cartoni animati, come nell’episodio di Waldo e in Zitto e balla dove c’è addirittura l’inquietante maschera della trollface a sugellare sarcasticamente l’azione.
Gli episodi sono tutti di alto livello, ma alcuni di essi sono dei veri capolavori che rimarranno nella storia della produzione cinematografica indipendentemente dal genere della fantascienza.
In un articolo come questo non possiamo che dare un’idea di massima della serie riportando qualche episodio con le trame rielaborate da Wikipedia.
Iniziamo con il terzo episodio della seconda serie, diretto da Bryn Higgens, del 2013.
Vota Waldo!
Jamie Salter è un comico che anima un personaggio rappresentato da un inquietante orsetto blu di nome Waldo tramite la tecnologia del motion capture. Nonostante Waldo sia un prodotto di successo, Jamie è insoddisfatto della vita che conduce per motivi personali. Il produttore di Waldo, Jack Napier, che ne possiede i diritti, suggerisce che Waldo dovrebbe concorrere con i veri politici alle prossime elezioni straordinarie della cittadina di Stentonford, così da poter prendere posizione contro uno dei suoi intervistati, il candidato del Partito Conservatore Liam Monroe. Jamie non è convinto dell'idea, ma si ritrova costretto ad interpretare Waldo in tal senso. Durante la campagna elettorale Jamie conosce Gwendolyn Harris, la candidata del Partito Laburista. I due, già dal primo incontro, iniziano una relazione dopo aver consumato un rapporto sessuale, ma la donna decide di interromperlo subito su suggerimento del suo manager. Jamie cerca di vendicarsi con i politici in generale e la sua ex in particolare. Jamie ribatte con rabbia contro entrambi i candidati, accusandoli di essere più artificiali dello stesso Waldo. Più tardi si sente in imbarazzo per via del proprio sfogo, ma la sua reazione diventa virale su YouTube e Waldo ottiene ancora più consensi da parte del pubblico. Jamie intende abbandonare la campagna elettorale e cerca di scusarsi con Gwendolyn che però lo respinge accusandolo di aver di fatto aiutato il rivale conservatore. L'ultimo giorno della campagna elettorale, Jamie si riunisce alla troupe televisiva ma viene sopraffatto dalla colpa, prega il pubblico di non votare per Waldo, abbandona il furgone e cerca di rompere lo schermo. Napier però prende in mano i comandi di Waldo e ordina al pubblico di attaccare Jamie, cosa che puntualmente avviene quando un energumeno lo picchia. Il giorno delle elezioni Jamie guarda i risultati da un letto d'ospedale: Monroe vince, mentre Waldo, ora interpretato da Napier, arriva secondo. Successivamente mentre Napier suggerisce al pubblico di ribellarsi, Jamie, che è diventato un senzatetto, si accanisce con uno schermo con la pubblicità di Waldo, venendo malmenato da due poliziotti.
L’episodio è particolarmente significativo perché dimostra che in un mondo globalizzato come è il nostro anche un pupazzo di un cartone animato, dai tratti particolarmente angoscianti (come spesso hanno i cartoni animati) può imporsi come leader non solo nazionale, ma anzi mondiale sfruttando unicamente un populismo che non contiene proposte, ma solo attacchi.
La potenza della tecnologia, con il suo ascendente su masse prive di senso critico può dunque essere vincente senza neppure uscire dal circuito democratico.
Se si considera che l’episodio è del 2013 si capisce che con lo sviluppo della tecnologia la situazione è ancor più critica nei nostri giorni in cui la politica ha fatto sua questa modalità di interazione globale.
San Junipero
Questo è il quarto episodio della terza serie – diretto da Owen Harris – del 2016.
L’episodio si apre negli anni ’80 dove Yorkie, una giovane timida e impacciata, esce per la prima volta a San Junipero e nel locale Tucker's incontra per caso Kelly, una ragazza di colore estremamente estroversa. Dopo essersi conosciute meglio, Kelly propone a Yorkie di passare le ultime ore della serata insieme facendole delle avance lesbiche, ma Yorkie rifiuta evidentemente imbarazzata. Trascorsa una settimana e Yorkie raggiunge nuovamente il locale e incontra nuovamente Kelly; questa accetta la sua proposta e le due finiscono a letto. La settimana successiva, Yorkie cerca di nuovo Kelly ma non la trova più; chiede informazioni ad un ragazzo che aveva visto con Kelly, e costui le dice di provare a cercarla in altre “epoche”. Presto lo spettatore si renderà conto che a San Junipero è sempre sabato sera, è sempre il momento di dedicarsi a fare baldoria e a lasciarsi andare. San Junipero, in realtà, non è altro che una simulazione di realtà virtuale dove si può trascorrere una sorta di gioventù eterna, un eterno sabato sera. Così nelle seguenti settimane Yorkie cerca Kelly in epoche che vanno dagli anni '80 agli anni 2000, e la città assume aspetti differenti nello stile del tempo. Yorkie trova finalmente Kelly, ma quest'ultima stranamente spiega di non volere avere relazioni: in passato era stata sposata e ora vuole solo divertirsi. Davanti però all'insistenza di Yorkie, Kelly si propone di andarla a trovare nella realtà. Si scopre così che Kelly è in realtà un'anziana donna che sta per morire mentre Yorkie invece è una ultrasessantenne tetraplegica, in stato vegetativo da quando aveva vent'anni.Le due dunque, sono donne anziane che stanno sperimentando il programma di San Junipero, che permette loro per cinque ore a settimana di sperimentare questo mondo virtuale. Finché sono in vita, infatti, le persone possono accedere a San Junipero solo per poche ore a settimana, ma al momento del trapasso hanno la possibilità di chiedere il trasferimento definitivo della loro coscienza, ottenendo così di fatto la vita eterna. Yorkie è completamente paralizzata a letto da 40 anni in seguito ad un incidente, comunica tramite un dispositivo e progetta, con l'infermiere Greg, un matrimonio di comodo per avere da lui l'autorizzazione all'eutanasia e il trasferimento a San Junipero, che la famiglia le nega per motivi religiosi. Kelly si offre al posto di Greg per sposare Yorkie e in breve il matrimonio viene celebrato. Yorkie trapassa e la sua coscienza è trasferita permanentemente a San Junipero, qui la donna incontra di nuovo Kelly e le chiede di scegliere l'eutanasia così da immortalare anche la sua coscienza nel programma, dove potrebbero vivere per l'eternità insieme. Kelly inizialmente rifiuta per motivi personali. Questo porta le due a litigare, ma quando le condizioni di Kelly iniziano a peggiorare, l'anziana donna, dopo avere riflettuto, decide di unirsi a Yorkie a San Junipero. Nel mondo reale, in una sala server della ditta TCKR Systems, che gestisce la simulazione, un braccio robotico sistema le capsule con le coscienze, in particolare ne sistema due in modo che siano una di fianco all'altra mentre le loro coscienze si godono a San Junipero la vita felice e libera. L’episodio ha vinto due Primetime Emmy Awards, tra cui il Primetime Emmy Award per il miglior film televisivo, oltre a numerosi altri riconoscimenti e nomination.
Un episodio questo particolarmente toccante e dai profondi significati filosofici che evoca il tema Transumanista della cosiddetta “mind uploading”, cioè del possibile trasferimento della coscienza in uno scenario di realtà virtuale gestita da un computer (vedi ad esempio http://www.estropico.com/id330.htm).
Tema delicato che dati i nuovi progressi tecnici ha cominciato ad attirare l’attenzione scientifica come possibile realizzazione futura.
In questo episodio – al contrario del precedente – la tecnologia non è “nemica”, ma bensì “amica” del genere umano e addirittura può donargli una sorta di immortalità.
Bianco Natale
Si tratta di uno “speciale” e quindi tecnicamente un fuori serie andato in onda il 16 dicembre 2014, a ridosso della fine della seconda stagione diretto da Carl Tibbets.
È considerato, insieme a Zitto e balla, il miglior episodio prodotto.
Siamo in una stanza di una casa di montagna il giorno di Natale. All’esterno un panorama completamente bianco, ricoperto di neve. Matt Trent e Joe Potter vi si trovano da cinque anni per un lavoro non meglio precisato. Matt sembra avere l’iniziativa e cerca di convincere Joe a parlare delle sue vicende. Per farlo inizia a raccontare la sua storia.
Matt racconta che aiutava maschi timidi a conquistare sessualmente le femmine attraverso lo "Z-Eye", un dispositivo di realtà aumentata impiantato nei loro occhi che permette di accedere al web. In cambio, egli trasmetteva in streaming tutto quanto visto dal cliente e lo commentava insieme ad un gruppo di guardoni telematici. Un giorno Matt si trovò ad aiutare Harry a conquistare ad una festa di lavoro Jennifer, una ragazza apparentemente introversa. Jennifer notò il ragazzo che parlava da solo non sapendo stesse comunicando con Matt, perciò lo portò a casa sua e lo avvelenò pensando soffrisse di schizofrenia come lei, intendendo commettere un omicidio-suicidio per "liberare" entrambi.
Matt e gli altri utenti assistettero impotenti alla scena e Matt, sorpreso dalla moglie, venne da lei bloccato tramite lo Z-Eye, impedendogli di comunicare in qualsiasi modo e percependola come una sagoma bianca.
Egli racconta dunque di essere stato condannato a stare in quella casa per l'omicidio di Harry, ma dice che quello fosse era un passatempo e racconta il suo vero lavoro e cioè per una compagnia di realtà virtuale.
Greta venne sottoposta ad anestesia e durante quella che sembra essere un'esperienza extracorporea si trovò miniaturizzata all'interno di un chip e sistemata dentro casa sua. Matt apparì dal nulla al clone, spiegando che lei non era la vera Greta, ma un "cookie", ovvero una copia digitale della sua coscienza creato per gestire la domotica della casa, conoscendo esattamente le preferenze del cliente. Tuttavia la copia, convinta di essere una persona reale, si rifiutò di svolgere questo compito e Matt iniziò a torturarla, facendogli percepire pochi secondi come settimane passate nel nulla in totale inattività. Dopo sei mesi di questo trattamento, la copia si sottomise completamente, terrorizzata dalla lunga inattività e accettò immediatamente il suo nuovo incarico.
Al termine del racconto Joe si dice disgustato dal lavoro di Matt e comincia a raccontare invece la sua storia. Egli ha convissuto con una donna di nome Beth finché una sera, dopo avere scoperto fosse incinta (trovando un test positivo buttato nella spazzatura), litigarono ferocemente perché lei non voleva portare avanti la gravidanza (solo dopo si saprà il vero motivo). Beth bloccò Joe attraverso lo Z-Eye, impedendogli di percepirla e se ne andò di casa. Dopo qualche mese Joe incontrò Beth per strada riconoscendo la sagoma bianca e scoprendo che aveva portato avanti la gravidanza, ma quando cercò di approcciarla venne arrestato subendo un ordine restrittivo che estese il blocco anche al nascituro. Siamo dunque in una società futura dove le donne godono di una totale protezione dagli uomini violenti che vengono perseguiti e puniti dalla legge in vari modi.
Negli anni seguenti Joe continuò a spiare ogni Natale la casa del padre di Beth, sapendo che lei si trovava lì con la figlia. Un giorno venne a sapere che Beth era morta in un incidente ferroviario, facendo terminare il blocco su tutte le immagini. Joe si recò quindi a casa del suocero per vedere finalmente il volto della figlia, ma con orrore scoprì che aveva tratti asiatici, essendo frutto del tradimento di Beth con un collega appunto asiatico. Joe litigò furiosamente con il suocero e lo colpì con una palla di vetro, uccidendolo e fuggendo. Dopo alcuni mesi passati a vivere per strada, venne arrestato dalla polizia. Al presente Joe scoppia in lacrime ritenendosi colpevole anche della morte della figlia dell’altro, morta assiderata dopo che essa scappò cercando aiuto. A queste parole, Matt viene colto da un'inspiegabile euforia e scompare, mentre Joe si rende conto che la stanza dove si trova è identica alla cucina del padre di Beth., compreso un orologio con gli uccellini che marca le ore con un cinguettio diverso a seconda della specie di uccello raffigurato.
Joe è in realtà una copia digitale inserita in una simulazione: la polizia ha chiesto l'aiuto di Matt e delle sue capacità dialettiche per fare confessare Joe, che verrà condannato per le due morti di cui ha raccontato. Anche la storia raccontata da Matt è vera ed egli ha collaborato con la polizia per evitare il carcere, ma è stato inserito nel registro dei molestatori sessuali: in conseguenza di ciò riceve un blocco permanente nei confronti di qualsiasi altro essere umano. Egli è perciò libero, ma condannato a vivere in totale solitudine e isolamento. Nel frattempo il cookie Joe viene portato alla pazzia dai poliziotti che gli fanno percepire il trascorrere di mille anni al minuto (come nell’episodio Bianco Natale), solo nella cucina mentre la radio trasmette la canzone che era in onda mentre uccideva il suocero.
Torna quindi in questo particolarissimo episodio il tema della realtà virtuale e delle copie, cioè il “mind uploading”.
Episodio che mostra un incredibile sadismo quando viene utilizzata la dilatazione temporale per torturare le copie che non vogliono collaborare o che si vuole punire. Un secondo corrisponde a un intero giorno e si possono fare passare anni in pochi minuti.
Una storia complessa, intrecciata e particolarmente orribile in cui viene dimostrata tutta la terrificante potenza della tecnologia.
Zitto e balla
Quest’ultimo episodio – il terzo della terza serie – mostra tutta la potenza devastante della tecnologia utilizzata in maniera scorretta. Diretto da James Thomas Watkins. È considerato insieme a Bianco Natale il più bello.
Una storia che fa riflettere, preoccupa ed interroga sul nostro futuro tecnologico se non si unisce alla potenza della tecnologia stessa l’etica.
La scena si apre con una donna che lascia qualcosa all’esterno di un’auto in un garage multipiano. Si passa poi a Kenny che è un ragazzo impacciato ed introverso che lavora in un fast food. Una sera, scopre che sua sorella ha usato il suo portatile ed inavvertitamente, vi ha installato un malware. Kenny tenta di rimuoverlo utilizzando un programma scaricato da un sito internet chiamato Shrive ("confessa"), non rendendosi conto che, grazie a quel tool, un hacker ha preso il controllo della sua webcam e che quindi ha cominciato ad osservarlo. La sera successiva, Kenny si masturba davanti alla webcam del suo computer con delle foto. Dopo pochi minuti, riceve un'email in cui gli viene detto di essere stato registrato e gli viene chiesto il suo numero di cellulare. Da quel momento, se non eseguirà gli ordini che gli verranno impartiti attraverso il proprio cellulare, il video verrà inviato a tutti i suoi contatti.
Il giorno seguente Kenny viene obbligato da un messaggio sul cellulare ad abbandonare il posto di lavoro per recarsi sul tetto di un parcheggio multi piano, dove un altro uomo ricattato gli consegna un pacco contenente una torta di glassa con scritto “Ti amo”. Con essa si dirige in un albergo dove incontra Hector, un padre di famiglia che si era recato lì pensando di doversi incontrare con Mindy (una prostituta ventenne conosciuta su un sito di incontri) mentre invece scopre di essere anche lui sotto ricatto. I due vengono costretti a dirigersi presso una banca fuori città e a rapinarla, utilizzando una pistola, un cappello e degli occhiali da sole nascosti dentro la torta. Hector chiede a Kenny perché lui accetti di fare tutto questo, considerando che non ha fatto nulla di male o di cui vergognarsi eccessivamente, ma Kenny non dice tutta la verità. Sebbene sia terrorizzato (arriva persino ad urinarsi addosso), Kenny porta a termine con successo la rapina e insieme ad Hector fugge per consegnare il denaro. Giunti in campagna i due vengono separati: ad Hector viene affidato il compito di disfarsi dell'auto, mentre Kenny viene diretto verso il bosco con il denaro. Qui incontra un altro uomo ricattato dall'hacker, il quale attiva un drone dotato di telecamera che inizia a filmarli: i due dovranno combattere fino alla morte e la refurtiva della rapina sarà il premio per il vincitore.
L'uomo chiede a Kenny cosa abbia fatto per trovarsi sotto ricatto: il ragazzo, in lacrime, dice di aver solamente guardato delle foto. L'uomo risponde di trovarsi lì per lo stesso motivo, ma quando gli chiede quanti anni avessero i soggetti delle foto, Kenny si rifiuta di rispondere, facendo intuire la tremenda verità: Kenny, esattamente come il suo avversario, è un pedofilo. Nel frattempo l'hacker, dopo aver inviato alle sue vittime il meme della trollface (in voga all'inizio degli anni 2010) diffonde ai contatti ugualmente i video o le mail con cui le ricattava. Nella scena finale, si vede Kenny che, sopravvissuto allo scontro e completamente insanguinato, si allontana dal bosco con il denaro rubato. Proprio in quel momento riceve una chiamata di sua madre, disperata per via del video che è stato appena diffuso. Nel frattempo, anche sul suo telefono compare la trollface inviata dall'hacker. L'episodio si chiude con Kenny che, senza opporre resistenza, si lascia arrestare dalla polizia.
Anche tutti gli altri ricevono la trollface. La donna che compare con l’auto (poi utilizzata per la rapina) è una a.d. che aveva scritto una email razzista; l’uomo di colore si vede mentre deve difendersi in una casa dalle accuse dei parenti, Hector la riceve proprio mentre è tornato a casa.
Una storia veramente inquietante e particolarmente ben riuscita che – come detto – deve farci profondamente riflettere sulla tecnologia che se da un lato sicuramente è fondamentale per lo sviluppo della società dall’altro può rappresentare un terribile pericolo se non utilizzata correttamente. Il pezzo musicale finale è “Exit Music” dei Radiohead da loro album intitolato naturalmente “Ok computer” del 1997.
Bibliografia per le tematiche tecnologiche trattate:
Vatinno G., Il Transumanesimo. Una filosofia per l’Uomo del XXI secolo, 2018, Armando editore.
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