Dopo il super successo di Squid Game Netflix prosegue il suo proficuo rapporto con le produzioni sud-coreane ma decide di spostarsi su un genere diverso, la fantascienza di The Silent Sea (고요의 바다 Goyo-eui bada) e lo fa in modo letteralmente allarmante.
La Terra
In un lontano futuro la Terra sta diventando un deserto, come viene ben rappresentato dalle inquadrature aeree di ponti che una volta sovrastavano fiumi ora inesistenti. Al centro di tutto c'è l'acqua, che sta diventando sempre meno disponibile al punto che è stato istituito un sistema di distribuzione che però come è ovvio che sia, è basato sulla classe sociale: i ricchi hanno una speciale tessera che consente loro di poter ricevere acqua senza limiti, quelli sotto di loro hanno a disposizione una tanica se non mezza al giorno. Non solo, la mortalità infantile è a livelli altissimi a causa di una non meglio specificata contaminazione dell'acqua.
Balhae Station
Ecco quindi entrare in scena il governo sud-coreano, il quale recluta un gruppo di astronauti e scienziati per una missione ben precisa: raggiungere la base lunare Balhae Station per recuperare dei non meglio precisati campioni, ultima possibilità di salvezza della Terra. E qui cominciano i misteri: esiste un mausoleo creato per le centodiciasette vittime della base lunare, che come viene comunicato al team, è stata chiusa temporaneamente e verrà chiusa in modo definitivo nell'arco di poco tempo, dando loro solo ventiquattro ore per completare la missione. Ma cosa sono questi campioni, perché devono essere tenuti a basse temperature e bisogna verificare che il cilindro che li contiene non sia danneggiato? E soprattutto, cosa è successo alla Balhae Station? I vertici della comando spaziale non rispondono e l'equipaggio parte con informazioni incomplete in modo sospetto. I problemi però, come scoprirete, iniziano ben prima di entrare nella base e la missione diventa sopravvivere. Poi la base stessa diventa un personaggio: silenziosa, asettica, piena di misteri e di pericoli, è una lunga discesa verso le viscere della luna e forse verso l'inferno.
Girata con uno stile cinematografico che vuole ricordare Gravity (2013) e Alien (1979), immersa in un'aura di mistero che non dispiacerebbe a Lost, la serie vede tra i protagonisti Doona Bae (Sense8) nei panni dell'astrobiologa Song Ji-an che ha i suoi motivi per arrivare alla stazione, Gong Yoo (Squid Game) nel ruolo del comandante della missione Han Yoon-jae e Lee Joon (parte della kpop band MBLAQ), ovvero l'ingegnere Ryoo Tae-sook, che voleva sfuggire alla rigida burocrazia del comando missione, ma una menzione speciale va alla sarcastica medico del team interpretata da Kim Sun-young.
Gli otto episodi della prima stagione di The Silent Sea hanno debuttato tutti insieme su Netflix il 24 dicembre, vi lasciamo con il trailer doppiato in italiano e in originale con i sottotitoli in inglese.
5 commenti
Aggiungi un commentola solita menata post-apocalittica...ma basta voglio la space opera
Se non c'è sfiga non c'è storia. E sulla carta questa storia intriga.
Poi la aspetto alla visione.
E comunque anche di space opera se ne vuoi ne hai da scegliere: ogni due o tre anni parte una nuova stagione di Star Trek.
basta star trek.Io voglio l'Honorverse di David Weber, tra nobildonne e battaglie spaziali.Oppure il Ciclo dei Vor come una splendida serie TV
tutto bene, peccato che nel 2021 dobbiamo ancora assistere alle ridicole "camminate" lunari come in un film di EdWood...
In effetti la parte meno riuscita della serie... in uno a qualche rumore di troppo nello spazio e una non proprio credibile gestione della gravità lunare... Ma per il resto, viste le prime tre puntate, a mio avviso merita una sufficienza piena.
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