Per gli americani sono astronauti, per i russi cosmonauti, come dovranno chiamati dunque gli uomini di una missione spaziale congiunta russa-americana? L'ozioso interrogativo potrà essere sollevato se andrà in porto quello che fonti russe hanno comunicato ufficialmente in questi giorni. La Rosaviakosmos, l'Agenzia Spaziale Russa (RKA), ha infatti annunciato di voler portare un equipaggio umano su Marte entro il 2015. Il viaggio prevederebbe due navicelle, una adibita al trasporto dell'equipaggio e una come rimorchio per strumentazione e materiali vari necessari a una permanenza nello spazio di oltre due anni. L'equipaggio sarebbe composto da cinque persone: un comandante, un ingegnere di volo, un medico e due ricercatori. Di questi, soltanto tre dovrebbero scendere sul Pianeta Rosso per un soggiorno di due mesi. Il progetto è sicuramente ambizioso e comporterebbe una spesa intorno ai 20 miliardi di dollari, cifra che l'Agenzia Russa non è in grado di sostenere da sola, se non per il 30 per cento. Ecco allora la proposta della RKA che ha chiesto il sostegno sia della NASA che dell'ESA, l'Agenzia Spaziale Europea. Secondo quanto dichiarato da Vitaly Semyonov, direttore del Progetto Marte del Keldysh Research Center, la storica missione non potrebbe non essere internazionale e le prime risposte delle altre agenzie sono state confortanti, benché ancora manchi da parte russa un programma dettagliato. Va detto che Marte è sempre stato al primo posto tra i piani del programma spaziale sovietico prima e di quello russo poi, ma nonostante numerosissimi successi in campo astronautico, i russi non hanno mai avuto molta fortuna col Pianeta Rosso. Basti pensare che, a partire dal 1960, le missioni russe dirette su Marte hanno collezionato ben quindici fallimenti su venti missioni. L'ultima, la sonda Mars-96, lanciata nel novembre 1996, avrebbe dovuto raggiungere l'orbita di Marte, ma non riuscì a lasciare l'orbita terrestre e cadde nell'Oceano Pacifico per un difetto del vettore. Per questo tra gli scienziati russi c'è chi parla di "maledizione marziana". Insomma, non importa se saranno astronauti o cosmonauti, ma di certo non dovranno essere superstiziosi.