William Shatner ha lavorato tre anni dal 1966 al 1969 in Star Trek. Poi di nuovo dal 1979 al 1991, per periodi, ai film per il cinema. Nella sua carriera ha interpretato mille altri ruoli, diversi anche di maggior successo di Star Trek, almeno dal punto di vista degli ascolti, ma è rimasto nella leggenda come il Capitano Kirk. E non se ne è mai lamentato. Questo mercoledì quell'etichetta che si è portato dietro per più di mezzo secolo lo ha portato davvero nello spazio. Un'emozione enorme, che Shatner è riuscito a trasmettere molto meglio di quanto non avessero fatto tanti altri astronauti prima di lui.
Siamo onestamente un po' scettici sul fatto che questo genere di astronautica, quella di Bezos e di Branson, che ha per scopo sostanzialmente un turismo per superricchi, possa dare un vero contributo al progresso dell'umanità, a differenza di quella di Musk, che ha ben altri scopi.
Tuttavia, forse uno scopo può essere anche questo: sentir parlare dello spazio persone che non sono astronauti ma comunicatori, persone capaci di riportare l'emozione e il significato di quello che vedono. Se dopo Shatner saliranno scrittori, cantanti, artisti potremmo davvero vedere un ritorno della passione per lo spazio. E quando c'è la passione, tutto arriva più facilmente.
William Shatner ce l'ha fatta
È l'uomo più anziano mai andato nello spazio. Visibilmente commosso dopo lo sbarco: "È stata la mia esperienza più profonda"
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