Tutti i film che in origine avevano una data di uscita nel 2020 (se non nel 2019) stanno finalmente arrivando nei cinema e uno dei più atteso è il quinto (anche se molti preferiscono pensare che Quantum of Solace non esista) e ultimo capitolo di James Bond con il volto di Daniel Craig No Time to Die. Ma a giudicare dai pareri della critica americana che lo ha visto in anteprima, sarà un addio sensazionale anche a livello emotivo.
Arco narrativo
Come sa chi ha seguito la saga di Bond, che sia nella sua interezza o a partire da uno dei volti che si sono dati il cambio dopo Sean Connery, che si tratti di Roger Moore, Pierce Brosnan o del sottovalutato Timothy Dalton (ora al comando della geniale DC's Doom Patrol), i film non hanno mai avuto alcun interesse a seguire un filo narrativo comune. Anche nel momento più triste della saga, ovvero la morte repentina (e quale altro modo) della moglie, nel capitolo seguente Bond aveva già cambiato pelle.
È dovuto entrare in scena il regista Sam Mendes, in arrivo da film ben diversi come 1917 (2019), Revolutionary Road (2008) e American Beauty (1999), perché Bond scoprisse il concetto di continuity narrativa, legando Skyfall (2012) a Spectre (2015), che sembrava rappresentare l'uscita di scena dell'agente segreto più famoso del mondo. Ma in una intervista recente con la CNN il regista di No Time to Die Cary Joji Fukanaga, arrivato alla ribalta con la prima, celebrata, stagione di True Detective, ha dichiarato che il suo arco narrativo parte un po' più indietro, da Casino Royale (2006), prima entrata in scena di un Bond un bel po' più violento e meno sofisticato, col volto di Daniel Craig. E non a caso, senza fare spoiler, Fukanaga ha voluto legare tutti questi film tra di loro per dare un degno finale a questo arco narrativo della saga. Non trascurando alcuni omaggi al passato, se riuscirete a scoprirli.
Il plot
Tutto comincia circa venti anni fa in un paesino norvegese, dove una bambina destinata a diventare la dottoressa Madeleine Swann (Léa Seydoux, Spectre, Mission Impossible: Protocollo fantasma) è inconsapevole del vero lavoro del padre (che non riveleremo), quando riceve la visita di un killer con una maschera di porcellana, il quale le rivela che il padre uccide la gente, aggiungendo
È questo che ami? Un assassino?
Arriviamo ai giorni nostri, Madeleine incoraggia Bond a visitare una certa tomba, ma ovviamente nella sua vita non c'è tempo non per morire ma per un po' di pace. Il film salta poi cinque anni avanti nel tempo (e i titoli di testa devono ancora arrivare), Bond si è ritirato nella reale villa del suo stesso autore Ian Fleming in Giamaica (che non casualmente si chiama davvero Goldeneye) ma riceve la visita di un vecchio amico, il quale gli porta la notizia della scomparsa di uno scienziato, che lo porta ad affrontare la sua avventura più esplosiva di sempre, anche per le rivelazioni che porterà con sé.
La critica
IndieWire ha definito il film come il capitolo più emozionante di sempre della saga, Variety il miglior capitolo dai tempi di Casino Royale, Deadline Hollywood un addio elettrizzante e emozionante, Vulture ha dichiarato che il film è divertente, ma solo quando osa esserlo, la CNN ritiene che il film ecceda nel voler dare un adeguata uscita di scena a Daniel Craig e il New York Post definisce questa ultima versione del Bond di Craig il più maturo, vulnerabile ma anche sicuro, aggressivo, irrazionale e portato a scatti di rabbia. Non che nei capitoli precedenti fosse stato proprio un emulo di Pierce Brosnan aggiungiamo noi.
No Time to Die debutta oggi 30 settembre nelle nostre sale, vi lasciamo con il final trailer in italiano e in lingua originale, dopo dovremo attendere il prossimo volto di James Bond.
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