In Jurassic Park (1993), il matematico specializzato nella teoria del caos Ian Malcom (Jeff Goldbulm) pronunciava una delle frasi più popolari del film
Erano così preoccupati di poterlo fare che non hanno pensato se lo dovevano fare.
Cinque film dopo (prossimamente sei), gli scienziati del mondo reale non hanno capito la lezione che lo scomparso autore Michael Crichton e il regista Steven Spielberg volevano dare e anche se (per ora) non stanno pensando al T-Rex, una compagnia scientifica ha un progetto ambizioso: riportare in vita i mammut lanosi.
In origine
Il termine mammut in realtà indica più specie di antenati dell'elefante, comparsi sulla Terra tra i 4,8 milioni di anni fa fino a tremilacinquecento/quattromila anni fa. Fra questi il cosiddetto mammut lanoso, comparso circa trecentomila anni fa e risultato del rigido raffreddamento delle steppe europee, asiatiche e nordamericane. Il suddetto mammut era così evoluto per sopportare i climi estremi da avere affrontato l'ultima era glaciale, diventando tra gli animali più diffusi tra la Spagna e il Nordamerica. L'estinzione arrivò dopo la fine del pleistocene, anche se rimangono dubbi se la causa fu il cambiamento climatico o la caccia da parte degli umani.
Ritorno in vita
Ora, una compagnia di ricerca scientifica americana che non casualmente si chiama Colossal e che ha anche un sito così sofisticato da far pensare che si tratti di un'ottima trovata per il prossimo capitolo di Jurassic World, si apre con la frase
L'estinzione è un problema colossale che il mondo sta affrontando.
Proseguendo poi con la dichiarazione che il loro intento è di unire la scienza della genetica con il business della scoperta e la missione di far ripartire il cuore ancestrale della natura. Come riportato dalla testata People, la Colossal ritiene che i mammut fossero la chiave per proteggere l'ecosistema migliaia di anni fa e fondamentali per preservare la salute delle regioni artiche.
Come
Il progetto prevede di unire il dna dei mammut con quello degli elefanti asiatici, che condividono il 99,6% di materiale genetico, usando una tecnologia di fusione dei geni. Se avrà successo, la Colossal prevede di ottenere un embrione entro sei anni. in una intervista con il New York Times il biologo di Harvard George Church, anche co-fondatore della Colossal, ha definito il lancio della società una pietra miliare che farà tutta la differenza del mondo. Già nel 2013 lo scienziato aveva ipotizzato che i mammot lanosi potessero essere una soluzione all'aumento dell'anidride carbonica nelle regioni in cui abitavano e nel sito la società ha dichiarato che ridare vita a questo ecosistema potrebbe aiutare nell'invertire il rapido cambiamento climatico e proteggere il permafrost artico. Sul versante opposto Love Dalén, un professore di evoluzione genetica presso il centro per la palentologia di Stoccolma, ha dichiarato a NPR che anche se avessero successo, non ci sarebbe un misurabile impatto sul cambiamento climatico e il paleontologo Joseph Frederickson ha aggiunto che riportare in vita un essere che prosperava nel pleistocene non significa che sarebbe in grado di sopravvivere oggi.
Nel frattempo la Colossal ha già ottenuto quindici milioni di dollari di fondi per il loro progetto: voi che ne dite, il fatto che possano farlo significa che dovrebbero?
7 commenti
Aggiungi un commentoBeh, prima il mammut, poi il dodo, poi vediamo, no? Magari il prossimo in lista dopo il dodo è il delfino...
A vedere certe news dalle Far Oer, in effetti...
Sempre che non riescano a filarsela, e "grazie per tutto il pesce"...
ma questi son fuori come balconi... business man, nient'altro.
Mi immagino i salotti pieni di Mammut nani e Dodi...
Fai il tutto esaurito solo se compare anche Sid, però
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