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Ecco la classifica delle pagine del numero 23 di Delos più lette e la classificata assoluta dal numero 19 in poi. La classifica tiene conto soltanto del sito su WWW.Fantascienza.Com, quindi non sono inclusi i lettori del mirror su MC Link né, naturalmente, tutti coloro che scaricano Delos in ftp o che la ricevono attraverso la mailing list.
Numero 23 Classifica generale 1 (Cyber)spazio, ultima frontiera 1 Nirvana (19) 2 Nirvana 2 La fisica di Star Trek (21) 3 Speciale Star Trek 3 Sex-Files! (20) 4 Tricorder 4 Indecent Day (20) 5 Libredicola 5 First Contact (21) 6 Recensioni 6 2001: Odissea nello spazio (20)
Per quanto riguarda il download dei numeri "zippati" di Delos, il numero più scaricato è il 21 (494 volte), seguito dal 22 (399) e dal 23 (328).
Subject: commenti Sent: 5-02-1997 21:00 From: Domenico Gallo, nico@publinet.it To: Delos Science Fiction, delos@fantascienza.com carissimi di Delos, ho letto la polemica, neanche troppo, accesa da Roberto Q. Mi e' venuto da rispondere.
Fandom e Fandonie. Un percorso browniano.
Seguire gli scritti di Roberto Quaglia è come cercare di tornare a casa per il percorso che minimizza lo spazio (un alter ego del problema della brachistocrona) dopo aver passato la serata a bere birra con gli amici. Se si superano le quattro pinte, mentre mi incammino per i ripidi viottoli sperando che il fresco della notte mi schiarisca le idee, mi ritrovo nello stato che l'intervento di Quaglia mi ha prodotto senza ingurgitare alcol né spendere una lira. Non è una critica nei suoi confronti, sono convinto che anche lui si sente così e che la cosa lo diverta.
Voglio quindi rispondere, leggendo i paragrafi secondo un percorso browniano, senza dover necessariamente tenere conto di tutto quello che è stato scritto, sperando di essere ospitato su Delos.
Ovviamente non ho letto "A Lucca mai", vuoi perché la mole mi spaventa, vuoi perché la maggior parte degli autori non mi da fiducia, vuoi perché la propaganda malagutiana mi ha stancato da anni. L'entusiasmo non basta a spiegare tutte le vaccate stampate e classificate come capolavori. In questo modo Malaguti ha occultato e coperto di merda i capolavori veri, ma anche le opere dignitose, che in tanti anni ha pubblicato. È quindi molto difficile e pericoloso fidarsi del meno sobrio degli editori italiani di sf, e lanciarsi disinvoltamente in tale acquisto.
Che la fantascienza italiana debba esistere o meno lo decideranno i tanto bistrattati lettori, visto che gli editori pubblicano abbondantemente materiali italiani di livello e ispirazione assai vario. Il fatto importante è capire come mai gli autori italiani (che sono anche lettori) non amino leggere le opere scritte dai propri connazionali. Se ogni scrittore (o aspirante tale) leggesse tutta la fantascienza italiana pubblicata non ci sarebbe crisi di questo settore.
Il cancro che rode il fandom, i professionisti del settore, gli autori è che per pubblicare, nella stragrande maggioranza dei casi, si deve appartenere a un clan. Questa adesione deve essere assoluta, politica se il clan ha connotazioni politiche, apolitiche se il clan è apolitico, estetiche, regionali, e chi più ne più ne metta. Quando si è di un clan si deve parlare bene degli autori del clan, votare in massa ai premi letterari le opere prodotte dai membri del clan, indipendentemente dal valore di queste opere. A mio vedere le pubblicazioni della Perseo Libri seguono la logica clanica, indipendentemente dal valore letterario (estremamente vario) dei testi presentati. Essendo io un lettore-autore da un ventennio sento l'amarezza e la pesantezza di questa realtà che ribolle nella diatriba tra Quaglia e Tavosanis. E' veramente triste sapere che, qualunque cosa si possa scrivere, alcune possibili strade di pubblicazione sono a priori vietate. Questa è la fantascienza italiana, purtroppo.
Ovviamente mi riferisco al complesso delle strutture editoriali e non ai testi in sé. Infatti la fantascienza italiana, come complesso estetico e letterario non esiste. E per fortuna...
L'argomento della fantascienza è il "qui e ora", modificato in una collocazione futuristica per rendere estreme le caratteristiche del nostro presente, per renderle più comprensibili, per farle emergere avendo avuto cura di eliminare gli effetti spuri che, nei casi di cronaca, rendono più difficoltosa la comprensione del fenomeno. A ben pensarci si tratta di una sorta di riduzionismo, come quando Galileo, per comprendere la realtà degli aspetti cinematici, ha capito di dover eliminare effetti quali l'attrito e la resistenza dell'aria.
Se la fantascienza ingigantisce taluni aspetti del presente, come accadeva con la sf sociologica di Pohl e Sheckley, o con la New Wave, come con il cyberpunk, è nel presente che si deve cercare il senso della fantascienza italiana. Senza esprimere un giudizio sulla progressiva perdita di un patrimonio culturale nazionale (un processo iniziato con la diffusione dei media elettrici, la radio, e perfezionato con le guerre mondiali), mi appare evidente che la nostra realtà è sempre meno ricca di elementi della tradizione nazionale e sempre più ricca di elementi provenienti da altre culture. Sicuramente la lingua parlata si sta arricchendo, anche se perde qualcosa, assumendo una maggiore potenzialità espressiva relativamente al mando in cui viviamo. Genova, come Roberto Quaglia sa, è diventata un crogiolo di razze, di lingue, di usanze gastronomiche, di religioni, di abbigliamenti (nel bene e nel male). Il meticciato è destinato a diffondersi, come ci dicono Pennac e Kureishi, e io ho inserito il couscous tra i mie piatti preferiti (assieme al pesto).
Se viviamo questa realtà tutti i giorni, incontrando africani, asiatici, polacchi, slavi (purtroppo mancano i miei diletti marziani) come posso pensare di scrivere la fantascienza italiana. Habib (vuol dire amico) è un termine che uso comunemente e che ora fa parte del mio linguaggio, posso utilizzarlo per i miei racconti o no? La musica rock e l'informatica ci hanno insegnato l'inglese, la tv via satellite e internet si sta espandendo, le vacanze portano gli italiani letteralmente ovunque.
In romanzi come Eclipse di Shirley si parla della situazione politica italiana, ne I guerrieri dell'interfaccia di Walter John Williams vengono citati dispositivi elettronici italiani. Nel cyberpunk i luoghi, i personaggi, le parole hanno decisamente perduto il predominio anglosassone.
Volenti o nolenti una fantascienza italiana non ha più senso, se mai lo ha avuto, e allora perché non scrivere solo fantascienza (e neppure europea come fa Futuro Europa), oppure scrivere e basta? "A Lucca mai!" mi fa solo scuotere la testa pensando a una disperata operazione di retroguardia, a una difesa disperata di un territorio che non è mai esistito.
Subject: Nirvana Sent: 20-02-1997 18:37 From: Paolo Gibertini paolo.gibertini@carpi.nettuno.it To: Delos Science Fiction, delos@fantascienza.com Salve ragazzi, parto in maniera classica facendovi i complimenti per Delos. E lo faccio per un motivo molto banale, perché ve li meritate proprio. Delos è per quanto ne so l'unica iniziativa del genere in lingua italiana (in realtà ci sarebbe anche Terminus, ma purtroppo ha avuto una vita breve), inoltre è densa di una moltitudine di anteprime, citazioni, curiosità, spunti e non so cos'altro più che interessanti. Lodevole anche l'iniziativa di parlare di fumetti (devo dire che stavo per mandarvi un' E-Mail per consigliarvelo quando mi sono ritrovato sul monitor l'articolo sull' Eternauta) ambiente poco discusso se non in convegni e manifestazioni specifici.
Ma veniamo al motivo vero per cui vi ho scritto, il film Nirvana. Il vostro articolo sul numero 23 è agli antipodi del mio pensiero, Nirvana mi ha fatto letteralmente SCHIFO.
I personaggi non sanno di niente, Lambert è patetico nella parte di Jimi, le sue azioni mi sembrano assolutamente immotivate. Se fossi stato al suo posto non avrei certo buttato via la mia vita e il mio lavoro perché me lo chiede un videogioco.
Mi sembra anche strano che la Okosama Starr non lasci la possibilità ai propri programmatori di modificare le loro creazioni via rete, e anche che lo stesso Jimi non abbia copie di Nirvana in luoghi protetti dai virus, almeno una beta dentro un floppy a far da spessore sotto un tavolo traballante.
Inoltre non ho visto nemmeno un briciolo di coinvolgimento interiore nel volto di Lambert da giustificare, anche con qualche acrobazia psicologica, tutte le sue azioni.
Abatantuono rivestiva un ruolo a lui molto adatto, ma nel film non ha carisma. Patetica la scena nel quale spiega a Lambert che a causa di un virus era diventato autocosciente. Un software che di punto in bianco acquisisce nozioni filosofiche a causa di un virus che di filosofico ha ben poco mi sembra abbastanza ridicolo. Almeno nelle scene all'interno del videogioco un po fa ridere (fortissima anche se rovinata dai trailer la scena in cui uccide il turista con la giacca leopardata).
Nota di merito per il tassista Bisio e Paolo Rossi, Bisio assume atteggiamenti molto consoni al personaggio e Rossi è una figura indovinatissima nel leggere il bollettino delle sostanze stupefacenti, peccato il loro ruolo quasi da cameo.
Non male invece Joystick interpretato dall'ottimo Sergio Rubini, sopratutto nella prima parte del film. Il suo aspetto e la sua parlata logorroica lo fanno somigliare incredibilmente ad un personaggio di Gibson,(non conosco Robert Sheckley) per non parlare poi dell'operazione agli occhi (a proposito non conosco Dark Star, è il suo titolo in italiano?). Purtroppo nel finale del film durante l'immersione di Jimi nella rete (una delle più brutte rappresentazioni del ciberspazio mai viste) Rubini sembra un 8enne in sala giochi dietro all'amico che sta facendo il record a Space Invaders.
Parliamo delle scenografie che sembrano spudoratamente copiate da Johnny Mnemonic (che già non mi era piaciuto oltretutto la copia Nirvana è anche malriuscita) e c'è chi dice da Blade Runner (fore perchè in Blade Runner piove mentre qui nevica).
Ritengo molto mortificante paragonare Nirvana a Blade Runner e Stange days, il primo é un parto malriuscito di uno sceneggiatore svogliato che ha letto ben poca fantascienza , gli altri due sono capolavori con registi ed attori dalle capacità nettamente superiori. Blade Runner ha anche dalla sua il fatto di essere tratto da un libro del mai troppo compianto P.K. Dick (a sceneggiatore e regista consiglierei per quel che riguarda le atmosfere ciberpunk Neuromante di W. Gibson, per spunti originali il ciclo dei Principi Demoni di J. Vance e se volete un personaggio veramente simpatico, non come Abatantuono che si limita a provarci, il Ratto d'acciaio di H.Harrison).
Spero anche che Terry Gilian non legga Delos per non renderlo al corrente del vostro paragone Nirvana-Brazil.
Non mi dilungo oltre per non diventare tedioso alla Joystick, ma vorri far notare come Salvatores si sia imbarcato in un progetto del quale non aveva ben chiare le difficoltà.
Fare un film ambientato in un futuro molto prossimo significa anche interpretare quelli che possono essere i cambiamenti della società senza perder d'occhio il mondo attuale.
Lambert non è nemmeno nipote di un programmatore attuale e le forze dell'ordine che lasciano passare tutti alla vista di un banale tesserino non dimostrano certo di aver imparato qualcosa dai quartieri malfamati odierni.
Detto questo vi saluto sperando la prossima volta di essere maggiormente d'accordo con le vostre idee.
Ciao
Subject: Ottimo Lavoro! Sent: Mon, 03 Feb 1997 22:14:43 From: Andrea Strazzeri a.strazzeri@ud.nettuno.it To: luigi.pachi@iol.it Da appassionato di fantascienza ho apprezzato molto questa novita' di Delos Radio. L'unico neo a mio avviso (forse dovuto alla mia non perfetta conoscenza di Real Audio) sta nel fatto di non poter salvare i file audio per poi riascoltarli con calma off-line. Se e' possibile ti ringrazierei moltissimo per un piccolo aiuto. Per ora VAI COSI' !!
La musica e le rubriche di Delos Radio (http://www.fantascienza.com/delosradio) sono trasmesse usando la tecnologia RealAudio, che prevede la trasmissione del suono in tempo reale. Non è possibile registrare il file su disco -- anche per motivi di diritti -- ma nulla ti impedisce di collegare il PC allo stereo e registrarti la musica su cassetta!
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