Alessandro Fambrini e Stefano Carducci fanno spesso coppia come scrittori di narrativa, all'attivo hanno ormai diversi romanzi e tante storie più brevi (tra le ultime L'infinita leggerezza dei quanti, nella collana Solarpunk Atlantis, per Delos Digital). Entrambi però sono anche studiosi e critici (Fambrini è ordinario di Letteratura tedesca all'università di Pisa) e in questo caso collaborano per un saggio, Philip K. Dick. Tossine metaboliche e complessi illusori prevalenti, ospitato nella collana Fantascienza e società curata da Domenico Gallo.
Il libro
A quasi quarant'anni dalla morte di Philip K. Dick, la sua opera pare aver raggiunto la dimensione del classico minore, non tanto nel suo valore letterario quanto nel suo statuto di fenomeno culturale. Questo studio costituisce un tentativo di sfrondare l'evento letterario dalla selva di sovra-interpretazioni che negli anni lo hanno ricoperto, quasi soffocandolo. Fuor di metafora, le analisi sulle implicazioni metafisiche dell'opera di Dick, nella loro ampiezza e profondità, hanno finito per diventare loro stesse soggetto di discussione, oscurando i testi da cui erano originate. Il distacco temporale dai momenti più infuocati della creazione del "fenomeno Dick" consente di dare luce ad alcuni testi rimasti in un angolo, e di riprendere letture dell'opera di Dick trascurate nel fervore delle interpretazioni più militanti. Larga parte dello studio è dedicata all'individuazione di alcuni intrecci intertestuali nella produzione dickiana con particolare riferimento a modelli scandinavi, con l'intenzione di tracciare percorsi di ricerca originali. Approfondita è la descrizione degli influssi letterari di area scandinava dall'esterno verso l'interno, da August Strindberg a Dick. Inedita è poi l'analisi dell'influsso di Dick su Lars Gustafsson che indica tutta la portata della sua forza ispiratrice.
Gli autori
Stefano Carducci (Venezia 1955) è laureato in letteratura americana all’Università Ca’ Foscari Venezia con una delle prime tesi dedicate alla fantascienza. Dal 1983 al 1990 ha collaborato con la Perseo libri di Bologna curando la rivista “Nova SF*” e i romanzi di Brian W. Aldiss, Christopher Priest, Ian Watson, e altri. Ha tradotto tra gli altri Michael Moorcock, Theodore Sturgeon, Lucius Shepard, K.S. Robinson. Ha pubblicato numerosi romanzi, racconti e saggi sul fantastico in diverse pubblicazioni del settore.
Alessandro Fambrini (Seravezza 1960) è professore ordinario di Letteratura Tedesca all’Università di Pisa. Si è occupato di letteratura tedesca dell’Ottocento con saggi e articoli su Tieck, Heine, Hebbel, Stifter, Wagner, Nietzsche. La sua ricerca si è rivolta anche alla letteratura del Novecento con saggi su Wedekind, Rilke, Mann, Friedell, Kafka, Mühsam. Contribuisce come critico e come scrittore all’ambito del fantastico e della fantascienza, e sono numerosi i suoi racconti e saggi usciti su varie pubblicazioni del settore. Ha tradotto opere di Kurd Laßwitz e di altri autori del fantastico tedesco.
Ha pubblicato: La vita è un ottovolante. Il circo nella letteratura tedesca tra ’800 e ’900 (1998); L’età del realismo. La letteratura tedesca dell’Ottocento (2006); Friedrich Nietzsche. La prima ricezione (2014); Il libro meraviglioso di Philip K. Dick(2016); Guida alla letteratura tedesca. Percorsi e protagonisti 1945-2017 (con S. Costagli, M. Galli, S. Sbarra, 2018).
Alessandro Fambrini e Stefano Carducci, Philip K. Dick. Tossine metaboliche e complessi illusori prevalenti, Fantascienza e società, Mimesis 2021, pagg. 130, euro 12,00, ebook euro 8,99.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID