Evidentemente gli alieni hanno capito che attaccare gli States era una missione suicida, così nel 2018 hanno cambiato obiettivo, spostandosi in Australia, con il film Occupation. Con un budget di sei milioni di dollari Il film in realtà non ebbe nessun quasi nessun riscontro al botteghino ma una volta arrivato su Netflix (apparentemente per ora non da noi), ebbe un successo tale da garantire al regista e sceneggiatore australiano Luke Sparke il budget per il sequel, Occupation: Rainfall.
L'occupazione
In attesa di scoprire se potremo vedere anche da noi il primo capitolo, eccovi un breve quanto familiare riassunto: gli alieni invadono la Terra con gigantesche astronavi, distruggendo di tutto e non solo, mandano anche truppe di terra per sterminare i sopravvissuti. In Australia, un gruppo di persone allo stremo, tra cui Temuera Morrison (The Mandalorian), organizza una resistenza che porta a un epico scontro con gli alieni. È evidente l'intento del regista di tornare alle atmosfere di Independence Day e come potete vedere dal trailer, ha fatto sembrare il suo sei milioni di budget molti di più di quanto appaiano, anche grazie agli effetti visivi di società australiane specializzate in effetti speciali come la Creative Cupids e la FIN, precedentemente al lavoro su Star Wars: Gli ultimi Jedi e Blade Runner 2049.
Operazione Rainfall
Così ecco arrivare quest'anno Occupation: Rainfall, con un budget di 25 milioni di dollari. Sono passati due anni dal primo capitolo e gli alieni stanno ancora proseguendo l'attacco, ma la resistenza viene a conoscenza del operazione Rainfall, che potrebbe cambiare le sorti della guerra, o portare l'umanità all'estinzione. Qui lo scenario si complica in quanto appaiono alieni rifugiati in fuga dai loro non proprio amichevoli connazionali. Ma lo spietato comandante Hayes (Daniel Gillies, The Originals) sta compiendo orrendi esperimenti su di loro, mentre Amelia Chambers (Jet Tranter, Thor: Ragnarok), che si sta dedicando ad aiutare i rifugiati alieni, vuole fermarlo a ogni costo. Così, lo scontro oltre che all'esterno avviene anche all'interno, alieni contro alieni e umani contro umani.
Occupation: Rainfall che il regista ha dichiarato avere il triplo degli effetti speciali del primo capitolo, arriverà in formato on demand sicuramente in Inghilterra (non sappiamo se anche nel resto del mondo) il nove luglio, sperando che Netflix ci senta e decida di portarli anche da noi vi lasciamo con entrambi i trailer.
3 commenti
Aggiungi un commentoIl primo episodio esiste anche da noi, ma è su Amazon Video. Ovviamente è a un livello tanto trash da essere quasi guardabile (un po' come il primo Sharknado, per intenderci).
Segue il riassunto, pieno di spoiler:
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(SPOILER! Non continuare se non vuoi farti due risate!)
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Si tratta della solita invasione aliena, ma stavolta gli sfortunati alieni (grigi, e non verdi, perché sarebbe troppo cliché) sbagliano luogo e tempo: per ragioni misteriose non solo decidono di iniziare l’invasione della Terra da una minuscola cittadina dell’entroterra australiano, ma lo fanno nel momento peggiore possibile – durante l’annuale partita di rugby delle due squadre locali. Il destino dell’invasore è già segnato: nessuno, terrestre o alieno, può permettersi di disturbare una partita di rugby in Australia e passarla liscia.
Tempo di farsi largo a spallate (!) tra le schiere dei soldati alieni (dotati chissà perché di enormi e pesantissime corazze d’acciaio, che appaiono curiosamente simili alle protezioni usate nel football americano: ci sarà mica uno sfottò, dietro?), e i Nostri Eroi si rifugiano nella foresta vicina, pronti a organizzare la resistenza. La mattina dopo partono le prime incursioni per procurarsi armi e cibo. Stacco e fine del primo tempo.
Secondo tempo: sono passati otto mesi e gli alieni scatenano la loro controffensiva contro i rugbisti (perché così tanto? Perché subito prima della partita la ragazza del capitano della squadra gli aveva rivelato di essere incinta, e si sa che gli alieni aspettano sempre il momento del parto per attaccare). Lo scontro (e il parto) si mette male per i Nostri Eroi, ma proprio nel momento più drammatico, quando tutto sembra perduto, la situazione viene salvata dall’esercito australiano che interviene con elicotteri e mezzi blindati per soccorrere i superstiti.
“Siete voi la resistenza della foresta? Ragazzi, siete degli eroi: ci avete incoraggiati a tener duro!” (sic).
(se qualcuno si chiedesse come mai gli alieni abbiano insistito a cercare di eliminare due dozzine di giocatori di rugby invece di affrontare l’esercito, evidentemente non ha mai visto una partita di rugby australiano)
Eppure, nonostante siano stati decimati, i Nostri Eroi riprendono l’iniziativa; insoddisfatti delle tattiche da scacchista della colonnella dell’esercito, riorganizzano i ranghi e decidono di tornare a casa per attaccare frontalmente la base aliena (che ovviamente sta nella cittadina sperduta, e certo non a Sydney dove gli alieni potrebbero usare i civili come scudo). Il leader dei rugbisti, in coma a causa delle ferite riportate nello scontro, viene risvegliato dai compagni con una secchiata d’acqua (e noi ci preoccupiamo delle terapie intensive!) e parte l’assalto all’arma bianca in campo aperto. Segue l’olocausto con tanto di pistolotto del comandante alieno, che in otto mesi ha perfino imparato l’inglese:
terrestre – Perché volete il nostro pianeta?
alieno – Non lo meritate: lo state distruggendo voi per primi!
terrestre – Anche voi avete distrutto il vostro!
alieno – Sì, ma noi impariamo dai nostri errori.
Per chiudere degnamente una così arguta conversazione, l’eroico capitano della squadra si fa esplodere assieme all’astronave aliena (che era provvidenzialmente atterrata, invece di restarsene in orbita a far nulla). Prima dei titoli di coda ci sta perfino la ragazza sensibile che tende la mano verso uno degli alieni prigionieri, offrendo il proprio perdono in nome della pacifica convivenza futura. L’umanità vince ancora.
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In definitiva, due ore della mia vita ben spese.
Mi hai convinto, lo guardo.
Il primo l'ho visto, ma senza prestarci molta attenzione. Ricordo il risibile finale.
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