Communion è uno strano e non molto film di fantascienza del 1989, che si presenta in una sua particolare unicità narrativa ed espressiva ed è per questo che vogliamo parlarne.
Il regista è Philippe Mora, produzione Usa e durata 107 minuti.
Il tema trattato, lo diciamo subito, è quello dell’abduction aliena cioè del rapimento.
Whitley Strieber, interpretato magistralmente dal bravissimo Christopher Walken, è uno scrittore di successo che si occupa di horror.
Tuttavia si trova in un periodo di crisi creativa e per questo con sua moglie suo figlio ed una coppia di amici decide di trascorrere un fine settimana nella loro casa di montagna nel mese di ottobre.
Durante la notte accadono però strani fenomeni, dopo che la sera le luci esterne si sono accese da sole. Infatti tutte le persone presenti vedono una forte luce bianca con l’apparizione di strane figure (alieni grigi). Il giorno dopo ne parlano e pensano che si tratti solo di un sogno che però ha la strana caratteristica di essere stato fatto da tutti. A questo punto l’amico, impaurito, vuole tornare in città, a New York.
La vicenda ha però un seguito. Mesi dopo durante la celebrazione di Halloween, lo scrittore e il figlio vengono terrorizzati da una maschera che simula un mostro alieno. La moglie è preoccupata dal fatto che il marito si sia fatto spaventare da una semplice maschera.
Si giunge così a Natale e la famiglia raggiunge la casa di montagna. Il 26 dicembre Strieber ha un’altra visione terrificante: è inseguito da una sorta di robot e quando si risveglia dal profondo sonno in cui era caduto si accorge di avere un forte dolore alla nuca e ha anche un segno dietro l’orecchio destro che appare arrossato.
Viene portato via e sottoposto a esami medici come una sonda rettale.
Tornati in città la moglie lo rimanda da un medico suo amico che non gli trova nulla di organico e a sua volta lo invia da una sua conoscente psicologa che lo prende in cura, utilizzando una particolare tecnica chiamata ipnosi regressiva che lo fa tornare agli eventi traumatici.
Così lo scrittore racconta di essere stato in una stanza circolare in cui sono presenti due tipi di esseri: creature dai grandi occhi e crani allungati – i grigi – e figure tozze e basse.
I primi lo sottopongono ad una visita medica durante la quale lo sottopongono a l’inserimento di un ago dietro l’orecchio e la sonda rettale, come già detto.
Fugge dallo studio e prende un bus e vede alieni insettoidi al posto dei passeggeri e poi l’amico lo recupera e lo riporta allo studio medico.
Anche la moglie si sottopone all’ipnosi regressiva che conferma il racconto dell’abduction del marito. Dopo questo racconto la psicologa lo presenta ad un gruppo di persone che ha avuto la stessa esperienza. Lo scrittore allora torna da solo nella casa fuori città perché vuole capire cosa gli è successo.
Questa volta scopre lui l’astronave aliena atterrata in un campo ed entra all’interno e incontra ancora le due razze aliene. I tozzi lo salutano in maniera complessa e rituale e gli porgono la mano e con lui ballano in circolo. A questo punto Strieber si rende conto che la storia è vera ed è felice di quanto avvenuto e torna in città.
Abbandona il libro che stava scrivendo e decide di scriverne uno sulla sua strana esperienza. Il titolo gli verrà fornito direttamente da un alieno: Communion. La moglie accetta la realtà della storia raccontata dal marito e in futuro sarà al suo fianco.
Il film è diventato un cult alimentato anche da voci di vera comparsa degli alieni durante la ripresa del film stesso.
Il genere fantascienza è chiaramente ibridato dalla fantasy e la sua caratteristica è quella di mischiare scene di assoluta normalità cittadina con improvvisi affondi nel mondo del fantastico fantascientifico. Lo spettatore così sperimenta un singolare alternarsi di vicende, una sorta di sandwich emozionale che è la vera cifra del film.
Ricordiamo ancora l’ottima recitazione di Walken che nella sua iconocità espressiva ci conduce improvvisamente nel mondo di “magonia” per poi tornare alla quotidianità in un affascinante alternarsi emotivo.
La trama è altresì ricca di molti contenuti simbolici ed onirici che vengono lasciati alla libera interpretazione dello spettatore.
Superba anche la colonna sonora di Irvin Berling.
1 commenti
Aggiungi un commentoSi me lo ricordo, l'incipit era interessante, più che un film fantasy l'avrei definito onirico e purtroppo anche molto, molto soporifero... che sia diventato un cult lo definerei un incubo.
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