Siamo in piena epoca di riscoperta delle opere di Stephen King da parte delle major cinematografiche e televisive, che si tratti dei due capitoli di It, il remake di Pet Sematary, la miniserie The Stand basata su L'ombra dello scorpione, Mister Mercedes e la serie The Outsider per la quale la HBO sta considerando una seconda stagione. Ma ovviamente non bastano i romanzi, ora si comincia a cercare tra la miriade di racconti pubblicati da King ed ecco arrivare alla ribalta The Jaunt, o Il viaggio, racconto facente parte della raccolta Scheletri (Skeleton Crew).

In origine

Scheletri è una raccolta di ventidue racconti del 1985 (Sperling  & Kupfer, 2015), incluso il romanzo breve The Mist – La nebbia da cui poi sarebe stato tratto il film omonimo del 2007 firmato da Frank Darabont (Il miglio verde, sempre da Stephen King). Il viaggio o The Jaunt è il sesto racconto ed è ambientato trecentoventi anni dopo il 1987 distopico della storia, dove gli Stati Uniti stavano vivendo un periodo di crisi talmente forte da essere vicini all'estinzione. Il più grande dei problemi era l'acqua, e qui entrava in scena, nel 1986, lo strambo inventore Victor Carune, il quale dopo anni di tentatvi per sbaglio inventava il Jaunto, o teletrasporto. La storia però viene raccontata nel futuro, quando l'umanità si è espansa nel sistema solare proprio grazie al jaunto, da un padre ai due figli in attesa di partire per Marte, per evitare che si spaventino per la procedura necessaria al viaggio. infatti tutti i passeggeri devono essere sdraiati sopra delle barelle dove compaiono le classiche maschere da sala operatoria e sotto sono nascoste le taniche per il gas anestetico, in quanto il viaggio può essere effettuato solo in anestesia totale.

Così il padre racconta i primi goffi tentativi di Carune, da quando si era teletraportato per sbaglio due sue dita, poi una matita, le chiavi della macchina e infine i topi. Qui l'uomo si fa reticente a descrivere non solo i reali effetti, ma anche gli esperimenti seguenti fatti dal governo: prima i topi usciti dal teletrasporto morivano subito o erano impazziti, poi il governo lo aveva testato sui detenuti. Un gruppo aveva una particolarità: tutti venivano sedati ma a uno di loro, Rudy Foggia, veniva promessa l'immunità dai suoi crimini se avesse accettato di viaggiare da sveglio. Il risultato fu ovviamente terrificante: sebbene fossero passati pochi secondi l'uomo emerse dall'altra parte con i capelli bianchi, gli occhi lattiginosi e completamente impazzito. La sua unica frase ripetuta all'infinito era

C'è l'eternità là dentro.

Convinto di aver distratto i figli, la famiglia parte per Marte, ma al suo arrivo scopre che il figlio ha trattenuto il respiro per vedere cosa succedeva durante il viaggio. Il risultato fu un incubo.

Destinazione stelle

All'interno del racconto il padre fa riferimento al fatto che lo scienziato avesse scelto il nome Jaunt o Jaunto come omaggio al romanzo Destinazione stelle di Alfred Bester del 1956 (The Stars My Destination, o anche La tigre della notte, Mondadori, 2000), in cui però l'umanità aveva scoperto il modo di teletrasportarsi con il pensiero.

La serie

Erickson sul set di Fear the Walking Dead.
Erickson sul set di Fear the Walking Dead.

Al comando come showrunner arriva Dave Erickson, co-creatore di Fear the Walking Dead (ma anche sceneggiatore di Sons of Anarchy e della serie Marco Polo di Netflix) mentre la casa di produzione è la MRC Entertinament, già produttrice proprio della serie The Outsider e di Ozark per Netflix senza contare il film Elysium (2013) di Neill Blomkamp. Elise Henderson, presidente della MRC ha dichiarato a Deadline Hollywwod che hanno sempre ammirato la visionaria creatività di Erickson, un vero maestro nella narrazione, e partner ideale per costruire una serie sulle basi gettate da Stephen King.

In sole sedici pagine King era riuscito a creare un universo di possibilità che ruotavano intorno a The Jaunt, ora non resta che scoprire la data e il canale di arrivo, poi deciderete voi se il teletrasporto sia proprio una buona idea.