Ronald D. Moore è uno showrunner molto impegnato, non solo For All Mankind è stata già rinnovata per la stagione tre, ma la sua Outlander veleggia verso la stagione sei e giusto ieri la Disney (con cui ha stretto una collaborazione) lo ha messo al comando del remake della serie Le avventure della famiglia Robinson e di The Society of Explorers and Adventurers dove si immagina che tutte le attrazioni dei parchi divertimenti siano in realtà realtà alternative. Ma come forse sapete, Moore nasce come sceneggiatore di praticamente tutte le serie originali di Star Trek, nonché co-sceneggiatore di Star Trek: Generazioni (1994) e Star Trek: Primo contatto (1996). Di recente Trekmovie è andato a intervistarlo sul suo punto di vista relativo all'attuale galassia di Star Trek.
Section 31
Moore, insieme agli sceneggiatori David Weddle e Bradley Thompson avevano scritto tutti gli episodi legati alla famigerata Section 31, creazione dello showrunner di Star Trek: Deep Space Nine Ira Behr. Avendo sentito della futura serie dedicata alla non proprio pulita organizzazione che vedrà Michelle Yeoh (di ritorno, letteralmente, nei panni del capitano Georgiou dell'universo specchio) come protagonista, ritiene che sia sempre stato un ottimo soggetto che aspettava solo di essere sviluppato. Cambia di molto il suo giudizio sulla galassia cinematografica.
Non è il suo spazio
Partendo proprio dal fatto che in passato Moore aveva co-sceneggiato due film e che la Paramount al momento non sembra bene cosa fare con il franchise, gli è stato chiesto cosa farebbe se arrivassero con un budget di duecento milioni di dollari chiedendogli di realizzare un nuovo film
È una domanda interessante, perché non sono sicuro che, in qualche modo, Star Trek ben si adatti al mondo del cinema.
Moore ritiene Primo contatto un buon film, Generazioni non così tanto. Ovviamente loda Star Trek II: L'ira di Khan e Star Trek Trek IV: Rotta verso la Terra, ma per lui il problema è semplice: i film devono essere spettacolo, devono essere giganteschi, pieni di avventure, sparatorie e grandi pericoli, e questo non fa per lui.
Dramma morale
Per lui Star Trek è un dramma morale, una serie sui dilemmi etici, è fantascienza sul what if?… ma anche uno studio dei personaggi. La parte migliore della saga, dice Moore, non si presta per il grande schermo. Episodi come Una giornata di Data, undicesimo episodio della quarta stagione di Star Trek: The Next Generation e La magnificenza del re, episodio tredici della prima stagione della serie classica, non possono essere fatti al cinema. No, i film devono essere dei rollercoaster e non sa quanto a lui piaccia quell'aspetto.
E conclude dicendo che lui farebbe un reboot ripartendo da zero, senza chiedersi chi sarà adesso Khan in questa versione. Quello che Moore vuole per il cinema è un sapore nuovo, qualcosa di diverso, non nuove gigantesche armi che mettono in pericolo l'universo
Quello che devi chiederti è, quali sono le radici di Star Trek, perché gli spettatori si erano innamorati della saga? E questo è un obiettivo non indifferente.
Al momento non ci sono aggiornamenti sui futuri progetti cinematografici dedicati a Star Trek, voi cosa ne dite, la saga non è nata per il grande schermo?
3 commenti
Aggiungi un commentoNon è adatto al grande schermo solo nel momento in cui si vuole banalizzare la storia col classico copione "eroe problematico o reietto che prima risolve i suoi conflitti interiori/fantasmi poi grazie all'aiuto dei ritrovati sentimenti e vicinanza con famiglia/amici si redime e salva il mondo/universo".
Sta la bravo sceneggiatore portare il senso di Star Trek al cinema, se non è in grado, non se ne occupi. Grazie.
Sono d'accordo con Moore, non a caso dei film di Star Trek ne salvo giusto un paio. A fatica.
Agghiacciante
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