Luca Masali è nato a Torino nel 1963 ma vive a Milano. Scrittore e giornalista, ha pubblicato due romanzi importantissimi per la letteratura fantascientifica, ovvero I Biplani di D'Annunzio (1995 -- Premio Urania 1995 -- ha inoltre vinto il Prix Bob Morane del festival del libro fantastico di Bruxelles ed è stato finalista al Tour Eiffel) e La Perla alla fine del Mondo (1999 -- Urania Speciale -- premio Fantascienza Italia). Tra i suoi racconti meritano almeno di essere citati: Povero angelo, Carnefice nostro amatissimo, Un bel giorno d'Aprile, Il sesso degli angeli, La balena del Cielo, 55 secondi, Enver e la principessa, E io che cosa ci guadagno?

I Biplani di D'Annunzio, nel solo primo mese dalla pubblicazione per Mondadori, vendette oltre 30.000 copie: un vero record per la fantascienza italiana.

Nel mese di maggio 2002, i diritti del romanzo sono passati da Mondadori a Todaro Editore di Lugano, che ripropone il romanzo in libreria in un'edizione riveduta e corretta: un nuovo finale per I Biplani di D'Annunzio, assolutamente inedito e una elegante veste grafica fanno di questo libro un vero gioiello per tutti i bibliofili. Masali, nella nuova stesura (circa trenta pagine in più rispetto alla versione pubblicata su Urania) ha accolto molti suggerimenti, critiche e consigli dei lettori.

Il libro inaugura la nuova collana Meteore, curata da Tecla Dozio, di Todaro Editore di Lugano: l'editore si è assunto il gravoso e onorevole compito di recuperare tutti quei romanzi di fantascienza che sono passati come meteore nel panorama editoriale italiano.

Il tema centrale del romanzo potrebbe essere così riassunto: "Hanno cercato di strumentalizzare i tedeschi con la balla del Terzo Reich, in modo da manovrarli come burattini. Il loro vero interesse è quello di impedire la formazione della Jugoslavia, e di occupare tutta quanta la Bosnia Erzegovina" (da I Biplani di D'Annunzio). E' un grande romanzo di fantapolitica scritto con una penna ricca di immaginazione e fortemente swiftiana: Masali scrive con ironia, ironia sana che mette il dito nella piaghe sociali e del 1918 e del nostro tempo presente. La scrittura è superlativa: è uno dei pochi -- pochissimi -- scrittori italiani, che pur dichiarando di non pensare poi tanto allo stile, scrive con uno stile impeccabile: in molti passi c'è tutta la squisitezza poetica dei migliori romanzi di Hemingway e William Faulkner.

Seppur immersi in un passato immaginato che ha visto il prolungarsi della Prima Guerra Mondiale fino al 1921, i personaggi sono stati tratteggiati con abile arte icastica che li rende ottimamente credibili; leggendo il romanzo si ha come l'impressione di esser stati tradotti all'interno di un bellissimo film dove gli attori recitano la loro parte dimenticando di essere attori. La ricostruzione del passato alternativo disegnato da Masali è stupenda, perché i fatti storici -- se qualche evento esterno si fosse intromesso! -- sarebbero potuti davvero essere diversi, come Masali ne I Biplani di D'Annunzio ce ne offre un desolante quanto preciso quadro. Il passato immaginato da Masali non è solo fantasia: è un qualcosa che poteva accadere veramente. E per chi sa leggere fra le righe, l'autore punta l'indice accusatorio contro chi oggi si adopera per un bieco revisionismo storico: oggi, poco ci manca, che anche i fascisti e nazisti vengano tutti eletti innocenti e magari pure beatificati. Masali non ci sta e lo dice a chiare lettere: impossibile fraintendere il suo pensiero.

Le battaglie aeree fra i biplani sono descritte con precisione maniacale, chirurgica: nessun dettaglio è lasciato al caso, e il risultato è quello di una squisita poesia mitologica. Esilarante è poi il personaggio D'Annunzio, che Masali descrive come un nobile e gentiluomo, mettendo così a nudo il suo vero carattere, quello di un vile spocchioso pronto a mandare al macello i suoi uomini per una causa tutta sua, personale, quella del prestigio sul campo di battaglia. Ma non solo D'Annunzio è un ritratto ironico di un personaggio realmente esistito: il romanzo accoglie tante e tante figure storiche e tutte sono investite di una ironia insuperabile che mette a nudo tutta la loro ipocrisia.

Non credo di sbagliare asserendo in questa sede che I Biplani di D'Annunzio sono la bibbia-manifesto della rinascita della fantascienza italiana.

Per chi non avesse ancora conoscenza con l'opera di Masali, un accenno alla trama: una notte, durante la Prima Guerra Mondiale, un bombardiere austriaco viene abbattuto sulla laguna di Venezia. L'unico a salvarsi è il pilota triestino, Matteo Campini. L'incidente aereo rappresenta il parto metaforico, quindi la nascita di un uomo che vive alla giornata e fa le sue scelte politiche e sociali alla giornata. Non è cattivo, ma non è neanche un prode: un omarino, al massimo, che tenta di capire il suo tempo, ma che non ha mai la voglia di comprenderlo appieno e quindi dalla storia del suo tempo si lascia risucchiare. Campini è di Trieste, città di lingua e cultura italiana che faceva parte dell'Impero Austroungarico: uscito malridotto dai rottami dell'aereo, viene tratto in salvo da una affascinante quanto misteriosa ragazza, Flavia Manin. Ben presto il pilota scopre di essere una pedina di una terribile macchinazione che ha avuto inizio nel futuro, dalla Bosnia Erzegovina dilaniata dalla guerra civile degli anni '90; un gruppo di terroristi serbo bosniaci sta infatti tentando di cambiare la storia attraverso i viaggi nel tempo. Questa scoperta porterà il pilota a mettere in discussione il suo ruolo di soldato per abbracciare l'ideale dell'unità europea e della democratizzazione dell'Austria-Ungheria.

Hermann Göring, all'epoca pilota di caccia nella squadriglia del Barone Rosso, è uno dei tanti nemici che Campini, Flavia e compagni dovranno combattere, perché la storia non venga riscritta, una battaglia decisiva le cui sorti saranno decise nel nostro tempo, nel 2021, il futuro immaginato da Masali.

La Grande guerra poteva essere combattuta per la seconda volta. In un altro tempo.

I Biplani di D'Annunzio è soprattutto un romanzo di guerra e fantapolitica molto, molto intelligente. Ma è anche una impossibile (o quasi!) storia d'amore e incomprensione tra una spontanea ragazza moderna e un gentiluomo della Belle Époque.

Gli elementi per far de I Biplani di D'Annunzio un autentico capolavoro fantascientifico non mancano assolutamente; anzi, è già oggi un capolavoro di immaginazione: tutti i riconoscimenti che il romanzo ha ottenuto, dovranno pur significare qualcosa. Chi non l'avesse ancora letto, non ha idea di cosa si è perso... ma può ancora rimediare perché il capolavoro di Luca Masali è stato riedito nel nostro tempo, nel 2002, da Todaro Editore. Quindi, voi che non leggete mai o che al massimo vi fate venire la lacrimuccia facile per un libello della Susanna Tamaro nazionale, andate in libreria e leggete un vero romanzo: imparate a ragionare con la vostra testa, perché Masali vi insegna a ragionare. Per una volta potreste pure sforzarvi di avere una coscienza sociale e politica: magari prendete pure il vizio, e scoprirete che vi piace il vizio di ragionare con cognizione di causa!