Nel 1975 George Lucas contattò Alan Dean Foster, noto scrittore di fantascienza, per scrivere la versione romanzata di Star Wars. Il libro poi uscì alla fine del 1976, qualche mese prima del film, sotto il nome George Lucas, e in edizioni successive con i nomi di entrambi gli autori; in seguito Foster pubblicò anche un seguito, La gemma di Kaiburr (Splinter of the Mind’s Eye, 1978), situato cronologicamente prima dell'Impero colpisce ancora. Foster ha anche scritto le novelization di quattro film della serie Alien, i primi tre (Alien, Aliens Scontro Finale e Alien^3) più l'ultimo, Alien: Covenant, e un prequel di quest'ultimo, Alien: Covenant Origins.
I diritti di questi libri sono tutti passati nella mani della Disney, quando questa ha comprato la LucasFilm nel 2012 e la Twentieth Century Fox nel 2019. Da allora, Alan Dean Foster ha smesso di percepire royalty per le vendite dei libri, che continuano a fruttare introiti alla Disney.
In una lettera aperta alla Disney Foster ha detto:
Quando una società ne compra un'altra acquisisce anche i debiti oltre aile proprietà. Voi state certamente raccogliendo introidi da queste proprietà. Gradirei molto la mia fettina minuscola (ma non così piccola per me).
So che è una cosa che le corporation gigantesche fanno spesso: ignorano le richieste sperando che il seccatore prima o poi vada via, o magari muoia. Ma sono ancora qui, e ho diritto a ricevere quello che mi dovete. E ho diritto a non essere ignorato solo perché solo solo uno scrittore. Quanti altri scrittori e artisti ignorate in questo modo?
Foster dice anche che sua moglie ha seri problemi di salute e lui stesso sta affrontando un tumore in forma avanzata dal 2016.
I soldi mi servono. Non voglio carità, solo quello che mi è dovuto. Ho sempre amato la Disney e sono certo certo che lo zio Walt non approverebbe il modo in cui mi state trattando.
Del problema si è interessata anche la SFWA, l'associazione degli scrittori di fantascienza americani che tra i suoi scopi ha proprio l'aiutare i suoi iscritti in problemi legali, ma la Disney non ha ceduto di un passo.
Come dice la scrittrice Mary Robinette Kowal, presidente della SFWA:
È un problema che potenzialmente può colpire ogni scrittore. Disney dice di aver acquistato i diritti di utilizzo dei libri, ma di non avere nessun obbligo di pagare l'autore non avendo sottoscritto il contratto originale. Se passa un principio del genere tutta la gestione dei diritti d'autore negli Stati Uniti ne sarebbe colpita: qualunque editore potrebbe sottrarsi all'obbligo di pagare gli autori semplicemente cedendo il contratto a un'altra società.
La SFWA ha chiesto alla Disney di pagare le royalty dovute a Foster e firmare con lui un nuovo contratto che riconosca royalty per il futuro, o in alternativa pagare il dovuto fino a oggi e ritirare i libri dal mercato.
Altri scrittori, come John Scalzi, Cory Doctorow e N.K. Jemisin, sono intervenuti con commenti a favore di Foster. L'hashtag #DisneyMustPay è andato in tendenza su Twitter dopo la pubblicazione della vicenda.
2 commenti
Aggiungi un commentoche brutta figura... mi piacerebbe conoscere il parere di S*
Che meraviglia... le stesse major che fanno lacrimoni sulla pirateria, poi si attaccano a cavilli per non pagare i diritti di copyright... d'altronde i manager servono a questo, far guadagnare (a qualsiasi costo) le aziende; morale, etica, buon gusto, dignità non fanno assolutamente parte del codice deontologico di questa gente, mentre lasciare sul lastrico migliaia di persone per riorganizzazioni aziendali, centuplicare il prezzo di vendita rispetto al costo di un prodotto o non pagare chi, al contrario loro, produce valore vero, si: punto numero uno, numero due e numero tre...
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