In fondo Alex Kurtzman e Michelle Paradise, produttori della saga in streaming di Star Trek lo avevano detto poco tempo fa: l'attuale terza stagione di Star Trek: Discovery poteva essere vista come non solo un nuovo inizio, ma anche un punto di partenza per chi non avesse visto le stagioni precedenti. Questo perché la Discovery alla fine della stagione due aveva fatto cancellare ogni traccia della sua esistenza dai database della Federazione per fermare una AI decisa a distruggere la galassia e, guidata da Michael Burnham (Sonequa Martin-Green) nell'armatura del Red Angel, viaggiava novecentotrenta anni nel futuro, dove letteralmente nessuno della saga era mai giunto prima. Questo per un semplice motivo, spezzare le catene che legavano la serie alla mitologia in cui si era andata a incastrare.

Un nuovo inizio

Quando Burnham e l'equipaggio arrivano a destinazione trovano una galassia molto diversa da quella che ricordavano: l'anno è il 3188, un evento catastrofico chiamato The Burn ha fatto arretrare tecnologicamente tutto di qualche secolo e la Federazione è più un mito che una realtà. Un ottimo terreno di gioco per creare tutta una nuova mitologia, nuove razze, nuovi pianeti, liberi dal dover fare i conti con quanto accaduto prima o dopo la storyline di Star Trek: Discovery.

Indietro non si torna

In una intervista con Collider Doug Jones, ovvero Saru, ha dichiarato che la serie 

È andata laggiù dove nessuna serie di Star Trek era giunta prima, ed è un salto permanente nel futuro.

Jones aggiunge che essere andati avanti nel tempo di novecentotrenta anni non è un espediente destinato a durare un paio di anni, no, sono arrivati nel futuro per rimanerci: nuove regole, nuove abitudini, tutto nuovo.

Spezzare i legami

L'attore dichiara che quando Discovery era ambientata dieci anni prima della serie classica gli sceneggiatori dovevano aderire al canone e controllare che qualsiasi cosa facessero non condizionasse quanto accaduto non solo nelle stagioni della serie con il capitano Kirk, ma con tutto quanto avvenuto dopo.

Ora tutto è nuovo ed entusiasmante, ci saranno non solo nuove razze, ma anche quelle precedenti verranno rivisitate con un certo effetto nostalgia e anche con nuove relazioni.

Jones conclude dicendo che le domande poste in questa stagione sono se ritroveranno la Federazione, se daranno loro un nuovo capitano che conosca quella galassia o se dovranno imparare a governarsi da soli. E ovviamente svelare il mistero di The Burn.

La terza stagione di Star Trek: Discovery ritorna venerdì 6 novembre da noi su Netflix con il quarto episodio intitolato Forget Me Not, di cui vi lasciamo con il promo, voi che ne pensate, è una buona idea per la Discovery rimanere così lontano dalla mitologia classica?