Negli articoli dei umeri precedenti di Delos abbiamo parlato di due temi caratteristici dei film di fantascienza anni ’50 e cioè quello dell’alieno nella cava e quello dei viaggi siderali, soprattutto Terra-Luna e Terra–Marte.

In questo nuovo articolo vogliamo soffermarci su un tema altrettanto caratterizzante e cioè quello delle armi aliene e terrestri. Ovviamente per questo argomento, a maggior ragione degli altri già trattati, il materiale è sterminato e quindi seguiamo il solito schema della scelta selettiva e personale che limita necessariamente la prospettiva e, quindi, non ha alcun intento di esclusività.

Per parlarne dobbiamo inquadrare il periodo storico che è quello appunto conseguente all’ultimo conflitto mondiale, dominato dal tema della guerra fredda tra USA e URSS.

Ed è in questo contesto che si deve anche inquadrare la considerazione dell’alieno visto quasi sempre come nemico.

Gli anni ’50 dello scorso secolo, ed anche invero i successivi ’60, sono dominati nell’immaginario collettivo, da micidiali raggi extraterrestri che soppiantavano le normali armi da fuoco, ma anche da raggi sonici terrestri e più in generale, da raggi ad energia diretta, come sono oggi chiamati.

Robot Monster

Il primo film di cui vogliamo parlare è Robot Monster, uscito nel 1953, in b/n e in 3D per la regia di Phil Tucker.

In questo film – non uscito in Italia – i seleniti che hanno inviato un robot sulla Terra per conquistarla utilizzano due tipi di raggi: il “calcinator” o “raggio c” che deve essere un’arma ad energia diretta che ha ridotto in macerie il nostro pianeta e poi il “raggio q” che invece ha una stranissima proprietà: riesce a riportare in esistenza grandi rettili preistorici che si vedono combattere tra loro. C’è anche da dire che queste sequenze erano pezzi “avanzati” di una precedente produzione e quindi il “raggio q” non c’entra molto con la storia del film ed infatti non si capisce l’utilità per i seleniti di riportare in vita questi giganteschi rettili. Ben diverso il ruolo del “raggio c” con cui invece viene distrutta la civiltà terrestre.

I raggi sono attivati da una consolle toccata dagli alieni con apposite bacchette.

In questa immagine l’alieno che gestisce dal quadro comandi sia il raggio c che il q
In questa immagine l’alieno che gestisce dal quadro comandi sia il raggio c che il q

Per quanto riguarda la trama alla fine rimane comunque il dubbio se si tratti di un sogno o della realtà.

La Terra contro i dischi volanti

Nel film La Terra contro i dischi volanti, Usa, 1956, regia di Fread Searas, il lancio di satelliti provoca apprensione negli alieni che cercano di contattare lo scienziato responsabile del progetto, ma un disguido fa precipitare la situazione e comincia un conflitto tra dischi volanti e terrestri, con vittoria finale degli umani grazie ad una arma sonica che dist

rugge le aeronavi mandandole in risonanza.

Gli alieni utilizzano invece un’arma laser molto potente che polverizza gli obiettivi. Da notare, come avviene anche in La guerra dei mond

i,, che basta colpire una sola persona perché tutto il gruppo sia colpito.

La guerra dei mondi

Nel repertorio classico delle armi dei film sf degli anni ’50 non può certo mancare, La guerra dei mondi (1953), regia di Byron Haskin, e premio oscar appunto per gli effetti speciali, tra cui il famoso raggio distruttivo.

I marziani stanno su un pianeta in decadenza e lo devono lasciare. Il film si apre con una voce narrante che compie una disamina di tutti i pianeti del sistema solare (stranamente tutti tranne Venere, fatto che non viene mai citato nella letteratura specialistica) e la scelta cade sulla Terra anche perché l’atmosfera promette bene.

Una “meteora” cade sulla California. I locali si accorgono che però è una astronave, ma troppo tardi. Una rappresentanza viene annientata da micidiali raggi di calore rossi e verdi che polverizzano uomini e cose.

Uno scienziato, Forrester, e la nipote Sylvia di un pastore (poi polverizzato dagli alieni), si impegnano nella lotta inseguiti dalle micidiali astronavi triangolari.

Assistiamo a scene dense di pathos e francamente paurose, come quando i due fuggitivi vengono a contatto con i marziani in un vecchio casolare abbandonato. È in questo frangente che lo scienziato riesce a procurarsi un “occhio” elettronico tranciandolo con una accetta.

Interviene l’esercito con la bomba atomica, – allora molto di moda come arma finale – ma non c’è niente da fare. Protetti da un invisibile campo di forza gli apparecchi alieni resistono ma saranno alla fine annientati dalla biologia terrestre.

Le mini-astronavi aliene, le “mantidi”, sono fornite di un doppio raggio: uno di colore rosso emesso dall’”occhio” mobile e uno di colore verde emesso dagli alettoni. I due raggi paiono avere gli stessi effetti pratici e cioè la polverizzazione degli obiettivi verso cui vengono diretti. L’unica differenza è che il rosso è orientabile mentre i verdi sono fissi.

Assalto dallo spazio

Ora è la volta del film Assalto dallo spazio, Usa b/n 1959 per la regia di Edward L. Cahan.

Nella parte nascosta della Luna esistono i seleniti che tentano di invadere la Terra tramite degli zombie. Uno scienziato mette a punto anche qui una originale arma sonica che li distrugge grazie alle vibrazioni.

Il film -a metà tra Sf e horror- è interessante storicamente perché mostra una delle prima apparizioni di zombie supportate da un rigoglioso bianco e nero che ne accentua le atmosfere cupe e il senso di mistero.

Ultimatum alla Terra

Ultimatum alla Terra è un film Usa b/n del 1951 per la regia di Robert Wise da un racconto di Harry Bates.

Un disco volante atterra a Washington in un parco e della folla, seppure spaventata, si accalca intorno, mentre sopraggiungono dei militari con mezzi corazzati. Dal disco esce un alieno con sembianze umane di nome Klaatu, salutando e recando un piccolo dono ma un soldato, preso dal panico, gli spara. Sopraggiunge un gigantesco robot di nome Gort, squagliando con il suo raggio tutte le armi nelle vicinanze. Klaatu, dopo essere stato portato in un ospedale, elude la sorveglianza e, fingendosi un comune cittadino di nome Carpenter, si rifugia presso un'affitta camere, facendo la conoscenza di Helen, vedova di guerra, e di suo figlio Bobby.

Il giorno dopo, Klaatu si offre di girare per la città con il ragazzo recandosi a casa dell'anziano professor Barnhardt; l'extraterrestre confida al luminare che la terra verrà distrutta dalla Confederazione Galattica, un ente per la tutela della pace, per mezzo di un esercito di automi, qualora le potenze mondiali intendessero estendere la guerra agli altri pianeti. Barnhardt, grazie alle sue conoscenze, concede un'udienza per Klaatu al cospetto di personalità terrestri. Onde convincere le autorità della gravità della situazione l'extraterrestre dà una dimostrazione preventiva dei suoi poteri interrompendo, per un breve periodo l’elettricità in tutto il mondo.

Il fidanzato di Helen, insospettito dallo strano inquilino e da un diamante di provenienza sconosciuta trovato nella sua camera, lo denuncia alla polizia: segue una fuga, al termine della quale Klaatu resta ferito a morte. Gort, il robot, percepita la morte del compagno, entra in modalità "distruzione" ma Helen, avvisata da Klaatu, riesce appena in tempo a pronunciare la storica frase «Klaatu, Barada, Nikto!» per impedire la rappresaglia.

Recuperato il corpo del padrone, Gort riesce a ridargli la vita per mezzo delle apparecchiature presenti sul disco volante. Klaatu ripresosi congeda Helen e rivolge il suo ultimatum alla Terra alle autorità prima di salire sul suo disco volante e sparire per sempre nello spazio infinito.

E veniamo all’arma aliena.

Si tratta di un raggio laser che esce dalla visiera di Gort e che incenerisce gli obiettivi, come il raggio delle mantidi de La guerra dei mondi. La struttura è controllabile via comandi vocali ed infatti alla fine viene utilizzato dalla protagonista – istruita da Klaatu – proprio questo escamotage per evitare l’utilizzo del laser stesso.