Da piogge di meteore accecanti a venti dal nulla, la fantascienza britannica tra gli anni cinquanta e sessanta ha sterminato il genere umano nei modi più variegati. Tra i tanti non mancano naturalmente i virus e le pandemie, e uno degli esempi più interessanti è The Darkest of Nights di Charles Eric Maine, uscito nel 1962. Nel 1962 Maine aveva già al suo attivo una ventina di romanzi di fantascienza, dei generi più svariati. Non mancavano lavori per la radio e collaborazioni col mondo del cinema. In Italia il romanzo è stato pubblicato col titolo Il grande contagio nel 1963 su Urania e ristampato varie volte, l'ultima nel 2009 in Urania Collezione. Ora torna disponibile negli Oscar Bis 1+1. Il libro sarà disponibile dal 4 agosto, ma è già acquistabile in versione ebook.
Il libro
Dall'Estremo Oriente si diffonde un nuovo potentissimo virus, che si propaga fino in Europa, costringendo le nazioni inermi a chiudere le frontiere. Insieme a quella sanitaria, prende rapidamente forma un'emergenza economica, sociale, democratica: i governi impongono la censura, l'assegnazione dei posti nei rifugi basata su favoritismi scatena rivolte, sedate con la forza. E intanto il contagio dilaga e miete vittime… Nel 1963, all'epoca della prima edizione di questo grande romanzo, Carlo Fruttero scriveva: «Dall'Inghilterra ci viene un'altra di quelle magistrali e paurose cronache dove tutto è quotidiano, riconoscibile, vero; e dove a un tratto entra in scena un elemento imprevisto che sconvolge la società, getta nell'anarchia la nostra vita ben ordinata, riduce gli uomini a bestie impazzite dal terrore che lottano disperatamente per sopravvivere. Questo inarrestabile contagio diventerà uno dei classici della fantascienza». Così è stato: Il grande contagio ha dato vita a un intero filone narrativo, di cui resta il capostipite ineguagliato.
Charles Eric Maine, Il grande contagio (The Darkest of Nights, 1962) Traduzione di Andreina Negretti, Mondadori Oscar Bis 1+1, pagg. 320, euro 9,90, ebook 3,99.
1 commenti
Aggiungi un commentoEvidentemente a Segrate, dopo la Fanucci con la Willis, non se ne sono rimasti con le mani in mano, eh sì, il tempismo è tutto nella vita...
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