- 1. Alien (1979) di Ridley Scott
- 2. La Cosa (1982) di John Carpenter
- 3. Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977) di Steven Spielberg
- 4. L’invasione degli ultracorpi (Invasion of the Body Snatchers, 1956) di Don Siegel
- 5. Fluido mortale (1958) di Irvin S. Yeaworth Jr
1. Alien (1979) di Ridley Scott
Nel 1979 Ridley Scott realizza una delle più fortunate pellicole di fantascienza: Alien. La formula utilizzata dal regista riesce a trasformare un film dalla trama non eccessivamente originale in un piccolo capolavoro del cinema e del thriller, dando vita a una serie di sequel molto apprezzati dal pubblico (meno dalla critica) e girati da registi diversi.
L’astronave mercantile Nostromo, durante la sua lunga rotta di rientro sulla Terra, intercetta un segnale di soccorso di origine sconosciuta proveniente da un pianeta vicino. L’equipaggio ibernato viene risvegliato per investigare sull’origine del segnale, e s’imbatte in un’immensa astronave priva di vita, ma indubbiamente aliena.
2. La Cosa (1982) di John Carpenter
Nel 1982 vedono la luce, nel cinema di fantascienza, due creature diametralmente opposte.
È questo infatti l’anno di nascita di E.T., il dolce alieno dalle fattezze infantili portatore di rassicuranti messaggi di pace cosmica nel notissimo film di Steven Spielberg; ma nasce anche un’altra creatura, di provenienza simile eppure molto diversa, talmente immonda e repellente da non meritare neanche un nome. Stiamo parlando di La Cosa, protagonista dell’omonimo film di John Carpenter, una creatura selvaggia, informe, che non può e non vuole comunicare con gli esseri umani. Il film di Carpenter è ispirato al racconto Who goes there? di John W. Campbell.
3. Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977) di Steven Spielberg
Nel 1977, mentre l’amico e collega George Lucas raccoglie i trionfi per il suo Guerre Stellari, Steven Spielberg incanta il pubblico mondiale con un film di fantascienza che parla non tanto di alieni quanto di come gli alieni riescano a estrarre da ognuno la parte nascosta – aliena, appunto – di sé. Non è, come si è detto spesso, la prima opera fantascientifica in cui gli extraterrestri appaiono come creature buone e pacifiche; ma da allora la fantascienza è sicuramente cambiata, in meglio.
Dopo che in diverse parti del mondo – dal deserto del Gobi all’India – sono apparsi dal nulla aerei, navi ed altri mezzi scomparsi da decenni, e dopo che nei cieli americani si sono registrati diversi avvistamenti di UFO, Roy Neary, tecnico di una compagnia elettrica, un bambino e sua madre Jillian Guiler sono coinvolti in diverse circostanze in un incontro ravvicinato con gli extraterrestri. Lo studioso francese Claude Lacombe crede di aver compreso il modo di contattare i visitatori, e con l’appoggio dell’esercito americano prepara un incontro ufficiale nel Wyoming. Ma intanto coloro che sono stati scelti loro malgrado dagli alieni per i primi incontri ‘informali’ – Roy, Jillian, il piccolo Barry – sono ossessionati dalle visioni di una montagna che tentano in ogni modo di riprodurre, e da una musichetta di cinque toni che li porterà prima a una sorta di follia, e poi alla rinascita con l’incontro con gli extraterrestri.
4. L’invasione degli ultracorpi (Invasion of the Body Snatchers, 1956) di Don Siegel
Tratto dal romanzo The Body Snatchers di Jack Finney, L’invasione degli ultracorpi fu girato nel 1956 da Don Siegel. Il film fu un colpo mortale assestato da un semi-sconosciuto regista di western all’immaginario americano (e non solo).
Il dottor Miles Bennel, ricoverato all'ospedale in apparente stato confusionale, racconta al collega dottor Hill una storia allucinante. La cittadina di Santa Mira è stata invasa da esseri spaziali che copiano perfettamente gli abitanti ai quali si sostituiscono durante il sonno. Queste creature si replicano all'interno di enormi baccelli che crescono finché creano copie senza emozioni ed eliminano gli originali. Bennel prova a dare l'allarme, ma ormai è troppo tardi: la cittadina è diventata centro di smistamento dei baccelli e tutti gli abitanti sono ormai replicanti.
5. Fluido mortale (1958) di Irvin S. Yeaworth Jr
Passato alla storia come il film che lanciò come protagonista ad Hollywood un “certo” Steve McQueen (nei crediti figura ancora come Steven), The Blob (1958), in italiano il Fluido mortale è un film che si innesta nel filone invasioni aliene, alias paranoia dell’invasione dei russi.
Una misteriosa creatura proveniente da un altro pianeta, dall'aspetto di una grossa massa gelatinosa, arriva sulla terra. Gli abitanti di una piccola cittadina non credono ad un gruppo di ragazzi che hanno assistito ad una prova del potere distruttivo della creatura, che avanzando nel suo cammino diventa sempre più grossa.
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